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Rimini Turismo

Tassa di soggiorno. Le considerazioni di Brasini sulle dichiarazioni del ministro

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 12 ott 2018 18:32
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La futura revisione dell’imposta di soggiorno, auspicata dal Ministro al turismo Centinaio, potrebbe essere il presupposto ad una discussione sul tema più generale dei rapporti tra Stato centrale e Enti locali. Lo dice l’assessore al bilancio del comune di Rimini Gian Luca Brasini.

L’imposta di soggiorno – ricorda – è già un’imposta di scopo, versata dai cosiddetti city users (la paga chi ne beneficia), e i cui proventi devono (non semplicemente ‘possono’) venire destinati a tutte le azioni che incentivano e migliorano l’attrattività delle città in chiave turistica. A Rimini, che ha introdotto questa misura nel 2012, i 7 milioni di euro all’anno di ricavi sono serviti via via a finanziare il Piano di salvaguardia di balneazione, la cura del verde, il restauro dei contenitori culturali, l’organizzazione di eventi e la loro sicurezza. E’ una quota equa di risorse che funge da straordinario moltiplicatore di ricchezza e benessere per la città e il territorio se si pensa che il turismo nella Riviera di Rimini genera un pil annuo di 4,6 miliardi di euro, occupa e dà lavoro a oltre 68 mila persone in 15.500 imprese che rappresentano il 45,5 per cento dell’intero comparto economico locale”.

A Brasini le parole del ministro non “paiono così rivoluzionarie. A meno che, e qui confesso di aderire all’andreottiano ‘a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca’, la dichiarata svolta non sia solo la premessa affinché l’ormai unica leva di fiscalità a beneficio dei Comuni ad alta valenza turistica, in assenza di qualunque politica nazionale industriale e di investimenti sul turismo, venga assorbita in toto o in parte proprio dallo Stato per una successiva ‘ridistribuzione’. Fantascienza? Mica tanto. Con l’IMU così è avvenuto e così è: presentata come ‘modello nuovo fiammante di fiscalità popolare’ rispetto alla precedente ICI si è ridotta alla robusta ‘fiche’ presa unilateralmente per sé dallo Stato, a scapito degli Enti locali. Per quanto riguarda poi gli impegni a successive restituzioni… beh, proprio la vicenda IMU insegna tanto, visto che per i Comuni ‘il calcolo dei dadi’ non è mai tornato e sappiamo tutti la piega che stanno prendendo i finanziamenti agli Enti sul bando Periferie”.
Se l’intenzione del Ministro – prosegue l’assessore – è invece stata quella di richiamare semplicemente all’utilizzo specifico e originario dell’imposta di soggiorno, evitando qualsiasi stortura o deviazione altrove delle risorse, sono personalmente d’accordo. Avvertendo però che a Rimini si è fatto, si sta facendo e si farà in questo unico, esclusivo modo. Nella discussione aperta un anno fa nella maggioranza consiliare sulle modalità e sulla destinazione dell’imposta, anche nell’ipotesi di un futuro aggiornamento tariffario dopo 6 anni e un potenziamento della fidelizzazione del segmento famigliare attraverso esenzioni dal pagamento dopo alcuni giorni di soggiorno, resta ferma la barra sugli obiettivi: riqualificazione in zona turistica, completamento recupero contenitori culturali, eventi, nuova DMC. Non c’è altro..e auspichiamo che lo Stato centrale, adesso, non pretenda altro.”.