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Rimini Turismo

Niente licenze ad alberghi evasori. Brasini propone emendamento

In foto: repertorio
repertorio
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 16 ott 2018 15:17 ~ ultimo agg. 15:18
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L’assessore al Bilancio del Comune di Rimini Gianluca Brasini ha inviato nei giorni scorsi alla Direzione generale di Federalberghi Italia una proposta di emendamento parlamentare per contrastare l’evasione fiscale e tributaria attraverso la verifica della correttezza dei pagamenti all’atto di rilascio o di rinnovo della licenza di apertura dell’attività.

“Così come condiviso con AIA Rimini, a tutela delle aziende sane e chi vuole stare sul mercato rispettando regole che valgono per tutti, in questa battaglia stiamo chiedendo il coinvolgimento dei vertici nazionali delle varie associazioni perché crediamo alla fine sia interesse di tutti che non prevalgano i furbi o veri e propri predoni. Allo stato attuale, gli enti locali hanno rarissimi strumenti per scoraggiare l’infedeltà fiscale”.

Brasini cita dati “sconsolanti”: l’evasione dei tributi, specie la Tari, tocca in gran parte dei Comuni percentuali tra il 10 e il 15 per cento dell’importo complessivo. “Questo fatto è particolarmente serio: l’evasione fiscale, oltre a penalizzare le comunità di riferimento perché tasse e tributi non versati significano prima di tutto meno opere pubbliche e meno servizi, nutre la concorrenza sleale. Non è un paradosso ma la cruda realtà: se non pago le tasse acquisto un vantaggio su un imprenditore onesto. Di qui la nostra proposta di emendamento, già inviata più o meno un anno fa al Parlamento. Se vuoi aprire o rinnovare i permessi per un’attività o partecipare a gare pubbliche devi essere in regola. Con il Comune, con la legge e soprattutto davanti ai cittadini che non possono pagare di tasca loro la disonestà altrui”. Una proposta che Brasini si augura “venga presa in considerazione dall’attuale Governo e sia sostenuta non solo dai Comuni ma dai diversi settori dell’economia locale e nazionale”. Con una nota finale: “condividiamo e abbiamo fatto nostre le istanze delle associazioni albergatori riguardanti il contrasto all’abusivismo legato a nuove forme di ricettività e agli affitti brevi. Questo in ogni caso si aggiunge alla battaglia più generale contro i furbi e i disonesti. L’uno non esclude l’altra.”.


La sintesi della proposta:

1.  gli enti locali competenti al rilascio di licenze, autorizzazioni, concessioni e dei relativi rinnovi, alla ricezione di SCIA, uniche o condizionate, inerenti attività commerciali e/o produttive possono disporre con norma regolamentare che il rilascio e/o rinnovo e la permanenza in esercizio sia subordinato alla verifica della regolarità del pagamento dei tributi locali.
2.  gli enti locali hanno facoltà, in occasione di affidamenti di contratti pubblici secondo le procedure di cui al D.Lgs. 50/2016, di richiedere, tra i requisiti generali che gli operatori economici devono possedere per partecipare a tali procedure, che il requisito di regolarità fiscale previsto all’art. 80, comma 4 del citato Decreto sia sussistente anche per il pagamento di tributi, imposte e canoni di competenza della stazione appaltante[CF1]relativamente ad importi stabiliti con disposizione regolamentare, in deroga all’art. 48bis DPR 602/73.  In deroga a quanto disposto dall’art. 216, comma 13, fino all’entrata in vigore del Decreto di cui all’art. 81 comma 2, le stazioni appaltanti verificano il possesso del suddetto requisito consultando le banche dati in proprio possesso.