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Attualità Cultura

Critiche all'opera di Eron col pugno chiuso. Lui si difende: non un simbolo politico

In foto: Foto Fb, dal post di Raffaella Nicolini
Foto Fb, dal post di Raffaella Nicolini
di Serena Saporito   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 12 set 2018 15:49 ~ ultimo agg. 18:17
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Polemiche sui social per un murales che l’artista Eron sta realizzando a Santarcangelo su incarico dell’amministrazione, iniziato nell’ambito di Cantiere Poetico. L’opera si chiama “Tower to the people”, giocando evidentemente sul titolo della famosa canzone di John Lennon. Il murale è realizzato sulla parete di una torretta dell’Enel in via Pozzo Lungo : un insieme di fiori formano un pugno alzato al cielo. Un simbolo, quello del pugno chiuso, che non è piaciuto a tutti, per il riferimento ad una appartenenza politica precisa.

Si tratta del quarto murale che il writer realizza per Santarcangelo. E’ lo stesso artista a spiegarne il senso: “L’opera esprime, con tutta la sua imponenza, la forza della delicatezza, la potenza della non violenza, la vittoria della gentilezza, l’amore contro l’odio, l’intensità della poesia, la perfezione dell’armonia, il desiderio di libertà e di pace delle persone. Un’opera poetica, silenziosa e allo stesso tempo dirompente”.

Eron si sofferma poi lungamente sul significato del pugno chiuso, respingendo la sua attribuzione politica, e  soffermandosi sul suo essere “espressione e manifestazione di solidarietà, di forza o di sfida”. “Alzare la mano chiusa è un naturale gesto di esultanza (o di rabbia) che è antico quanto l’uomo” spiega. E ancora: “il gesto ha una storia lunghissima e connotazioni politiche non così definite”.

Una nota inviata congiuntamente a quella dell’amministrazione, che lascia all’artista le “spiegazioni” sull’opera, sottolineando come si tratti di uno street artist di livello internazionale,  “della cui presenza in questi anni ha beneficiato la città nel suo insieme, più che l’Amministrazione comunale”, che è sempre stato libero di esprimere la propria creatività scegliendo in autonomia i contenuti delle opere. Prosegue l’amministrazione: “Visti i precedenti, sorprende fino a un certo punto che ci sia chi puntualmente si indigna di fronte a ogni libera espressione artistica che ha luogo a Santarcangelo, dal Festival del Teatro al Cantiere poetico. In questo caso, però, prima di esprimere giudizi sarebbe giusto attendere almeno che l’opera sia finita – e dunque comprensibile nell’interezza del suo significato – se non altro per rispetto nei confronti dell’artista”.

L’amministrazione santarcangiolese ricorda poi la storia che lega Eron a Santarcangelo, dove è arrivato nel 2015, in occasione della prima edizione del Cantiere poetico, scegliendo poi le ex carceri di via Pio Massani, messe a disposizione dal Comune, come sede della sua residenza artistica. Numerose le opere donate alla città: dai murales dedicati ai poeti Raffaello Baldini (“Soul of the wall”, 2015, Teatro Lavatoio) e Giuliana Rocchi (“Giuliana”, 2016, Supercinema) fino a quelli realizzati all’interno del Musas nell’ambito della mostra “Unearth. Portare alla luce” (“Guido Cagnacci is gone… but the Soul is in the Wall”, “History, Wall, Memory and Soul” e il più recente “Don’t cry”).