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Attualità Riccione

Marano, locali chiusi. Il Silb non ci sta: vogliono uccidere la notte

In foto: la zona dei locali del Marano
la zona dei locali del Marano
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 19 lug 2018 14:06 ~ ultimo agg. 17:07
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Dopo i problemi che hanno raggiunto l’apice per la Notte Rosa con scippi, furti e spaccio, il Questore nei giorni scorsi ha disposto la chiusura notturna per 15 giorni di quattro locali del Marano a Riccione. Provvedimento aspramente contestato dai vertici nazionali del sindacato dei locali da ballo (Silb). “Vogliono uccidere la notte” commenta il presidente nazionale Maurizio Pasca che fa riferimento anche ad analoghe iniziative a Gallipoli. Secondo Pasca come deterrente per malviventi e soggetti indesiderati “basterebbe un presidio di forze dell’ordine come fanno in Europa, ma da noi – attacca – i locali sono lasciati soli ad affrontare queste problematiche”. Pasca denuncia una mancanza di attenzione verso le imprese turistiche e di intrattenimento e ricorda che i gestori dei locali investono tanti soldi per la sicurezza privata che però da sola non basta. “Per noi – dice annunciando a breve un incontro col ministro Salvini – sarebbe preferibile pagare lo Stato per avere un adeguato servizio da parte delle forze dell’ordine”. Ma non mancano critiche neppure dal presidente regionale del Silb, Gianni Indino, che dopo aver ripercorso la storia del Marano sottratto a prostituzione e spaccio proprio col sorgere dei locali, spiega che da mesi sono stati condivisi con i gestori e protocollati in comune a Riccione progetti per la sicurezza dell’area (luci aggiuntive, aumento degli uomini a presidio, sistemi di sicurezza, nuovi arredi ed eventi) senza aver però ottenuto risposte. “I risultati sono questi – attacca – e alla fine chi ci rimette, con lunghe chiusure in piena estate, sono solo i locali che rimangono l’unica parte lesa.” Indino solleva poi dubbi sulle ‘ricette’ individuate per la zona, come cene a lume di candela o cineforum, realizzate da un locale del Marano e indicate dall’amministrazione riccionese come l’esempio da seguire (come riporta il Corriere Romagna): “non credo possa essere questa la soluzione del problema – dice – ma l’anticamera della chiusura definitiva. La musica non va messa in discussione”.