Indietro
menu
Rimini Social Valconca

Il mare come terapia contro le dipendenze

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 6 giu 2018 08:19 ~ ultimo agg. 09:23
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

E’ salpata dal porto di Rimini la Goletta del Centro Osservazione e diagnosi (Cod) di Vallecchio, della cooperativa Cento Fiori. Destinazione: Croazia. Per una settimana il mare e la barca Anemos, anziché la struttura di Vallecchio, saranno parte integrante del percorso terapeutico e di disintossicazione per cinque utenti, coadiuvati dal capitano Andrea Ambrosani, dall’educatrice Chiara Gentili e dallo psicoterapeuta Michele Maurizio D’Alessio.

“Lo scopo principale della crociera è l’osservazione degli utenti – ha spiegato Michele Maurizio D’Alessio, poco prima della partenza dalla darsena di Rimini– ma per loro è anche un’esperienza formativa, senza tanti interventi degli educatori, perché è la realtà stessa – il vento, il mare, la convivenza in uno spazio particolare come una barca – a regolarizzare i rapporti: la realtà ci detta delle priorità. Il gruppo degli utenti trova quindi un suo equilibrio nel corso della crociera”.

“Sono ormai 20 anni che le crociere fanno parte dei percorsi terapeutici della Comunità di Vallecchio e dell’adiacente Centro di Osservazione e Diagnosi – dice Gabriella Maggioli, vicepresidente della Cooperativa sociale Cento Fiori – nacquero sulla spinta dell’allora presidente Werther Mussoni e di Sergio Semprini, all’epoca dirigente del Servizio Tossicodipendenza dell’Ausl di Rimini, sotto il nome di progetto Ulisse. Da allora alcune cose sono cambiate, il metodo è stato affinato e Mussoni ha, infine, smesso il ruolo di capitano delle crociere in favore di Andrea Ambrosani, al quale ha donato simbolicamente la propria cerata. Ma anche se sono cambiate le modalità, questa esperienza è strettamente legata alla terapia: non è solo un bel viaggio con i nostri utenti, tutto ciò che accade è iscritto in un quadro di lettura, che ci consente da un lato di rilevare elementi in più sulle persone in terapia e dall’altro di fornire loro un’esperienza intensa di crescita di gruppo e personale. Come dice Werther Mussoni, “in barca non ci si nasconde”.