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Ambiente Rimini

Clean sea life: nelle reti di tutto. Montini: inquietante, serve cambio di passo

In foto: il raccolto
il raccolto
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 8 giu 2018 13:14 ~ ultimo agg. 9 giu 11:55
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[fvplayer src=”https://www.youtube.com/watch?v=L5L8ojFr19Q&feature=youtu.be” splash=”https://i.ytimg.com/vi/L5L8ojFr19Q/sddefault.jpg” caption=”Mare Pulito. Raccolti in una notte quintali di rifiuti”]

Il risultato della calata delle reti da parte dei dieci pescherecci che hanno partecipato questa mattina a Rimini all’iniziaitiva “Tutti insieme per un mare più pulito”, nell’ambito del progetto Clean Sea Life, è impressionante e preoccupante. Lo dichiara l’assessore all’Ambiente del Comune di Rimini Anna Maria Montini. L’iniziativa prosegue sabato, quando alle 9 ci sarà 9 il posizionamento di tre gazebo a fianco della Casa dei matrimoni a ridosso della murata che verranno allestiti con bandiere delle associazioni e del progetto.

Alle 9,30 la Sub Gian Neri comincerà a pulire il fondale del porto, quanto recuperato verrà catalogato e conferito ai bidoni. Alle 10 la Veleggiata di Solidarietà delle barche con a bordo i pazienti oncologici per poi salutare Malù, la tartaruga curata dalla Fondazione Cetacea che sarà poi liberata al largo. Alle 15 sarà la volta di Fortuna all’altezza della spiaggia libera. Alle 16 l’inizio della pulizia della spiaggia libera coi retini e della scogliera lato Levante. Alle 16,30 apposizione simbolica dei rifiuti più significativi recuperati affinché la coscienza di tutti faccia un passo avanti per la pulizia del nostro mare.

La dichiarazione dell’assessore Montini:

Desta impressione e preoccupazione la quantità di materiale che questa mattina, nell’ambito della campagna “Tutti insieme per un mare più pulito”, dieci pescherecci della nostra marineria hanno depositato sulla banchina del porto.

E’ il “frutto”, l’esito solo dell’ultima calata delle reti capace però – si pensi che ogni peschereccio ne fa tra le 10 e le venti – di darci un segnale forte e chiaro: il Mediterraneo, così come tutti i mari e gli oceani del mondo, hanno raggiunto un punto critico ed è dunque giunta l’ora, tutti insieme, di invertire la rotta. Il Comune di Rimini sta producendo uno sforzo storico e economicamente eccezionale per riqualificare la propria rete fognaria nella relazione con il mare Adriatico. Ma questo sforzo, anche replicabile per altre 10, 100, mille città che si affacciano su qualsiasi mare non saranno sufficienti. Quelle reti dismesse, quei copertoni d’auto, quegli stivali di plastica, bottiglie d’acqua, canotti bucati che si ‘pescano’ in Adriatico o sul Tirreno non sono arrivati da chissà dove, ma sono il frutto di comportamenti cinici e di cortissimo respiro che avvelena il mare e la vita, la sua e la nostra.

Comportamenti cinici e egoistici dagli esiti molto seri. In questi giorni, sulle tivù nazionali e sugli organi d’informazione, si stagliano per drammaticità le immagini della fauna marina avviluppata nei residui plastici dell’uomo. Creature messe a rischio o uccise a causa di comportamenti superficiali, menefreghistici se non addirittura deliberatamente fuorilegge.

Fortunatamente ancora viva, come tante altre sarà presa amorevolmente in cura dalle mani capaci dei volontari della Fondazione cetacea per poi, come avverrà proprio domani, rimessa in mare libera di nuotare nel proprio ambiente.  Domani mattina alle 10,30 sarà liberata Malù, una tartaruga spiaggiata nel dicembre scorso poi curata dalla Fondazione cetacea. Una liberazione che, vista la giovane età dell’animale, avverrà in mare a tre miglia dalla costa con una festa collettiva dove saranno coprotagonisti i bambini, e i loro famigliari, dell’oncologico, 90 persone in tutto che escono in mare con diverse barche del Club nautico e delle associazioni ambientaliste.

L’altra tartaruga verrà liberata alle 15 dalla spiaggia e si chiama Fortuna. Sì, Fortuna perché se due tartarughe, dopo le cure, possono tornare a vivere, per tante il destino è tragico e niente può essere sufficiente di fronte a questo dramma che si ripete.

Occorre dunque un cambio di passo, un’attenzione diversa, un atteggiamento materiale e culturale che riduca fino alla scomparsa questo fenomeno di abbandono in mare di rifiuti, spesso proprio da parte di uomini che dal mare traggono di che vivere.

Non ci sono giustificazioni. Non ce le ha nessuno. Nel nostro piccolo, il Comune di Rimini, nel corso del 2017, ha posizionato container per la plastica lungo il porto canale a servizio dei pescherecci. Occorre potenziarli? Siamo disponibilissimi. Col gestore della raccolta dei rifiuti lo faremo. Occorre però un cambio di passo in Italia, specie in quei settori come la mitilicoltura che si avvalgono di strumenti come le reti di plastica per il proprio lavoro che poi, quando ributtate in mare, avvelenano i fondali del Mediterraneo fino alla battigia dove vengono depositate in gran numero.

Crediamo fortemente che Rimini sia una città di mare e non sul mare ed è per questo che la nostra amministrazione è impegnata nel promuovere azioni positive anche con quelle messe in atto attraverso il supporto a due distinti progetti presentati nelle ultime settimane, in risposta a bandi ministeriali e del fFag costa dell’Emilia Romagna rispettivamente, che prevedono la sperimentazione di buone pratiche per la riduzione dei rifiuti in mare mediante il supporto dei pescatori e delle loro imbarcazioni e test pilota per il riciclo delle reti (le cosiddette “calze”) della miticoltura disincentivandone il piu’ possibile l’abbandono in mare.

Il tempo a disposizione è finito.

Quello raccolto da 10 pescherecci riminesi – De Arpa, Erika, Fabio, Genesi, Gianfranco, Levriero II, Massimo T, Simona II, Sonia Simone, Stefania – è solo il primo momento di Clean Sea Life, il progetto promosso dalla Fondazione cetacea a cui abbiamo dato la nostra adesione e che si svilupperà oggi e domani.