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Politica Riccione

Triennale opere pubbliche Riccione. Patto Civico: dubbi su coperture

In foto: Riccione
Riccione
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
dom 5 nov 2017 07:21 ~ ultimo agg. 12:23
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Da Patto Civico Riccione perplessità sul piano triennale delle opere pubbliche presentato dalla Giunta Comunale. Senza tra l’altro, si sottolinea, nessun confronto preventivo con la città.

“Il programma triennale delle opere pubbliche, recentemente adottato dall’amministrazione, è indiscutibilmente ambizioso per numero e costi delle
tante infrastrutture ivi previste. Molte di queste trovano anche il nostro consenso poiché attese da tempo dalla città.

Tuttavia ciò che lascia perplessi sono le forme di finanziamento previste dal Piano, per la maggior parte derivanti da potenziali alienazioni
(cioè vendita di beni del patrimonio pubblico). E’ noto infatti quanto questa fonte di finanziamento sia aleatoria, stante la difficoltà, nell’attuale situazione del mercato immobiliare, di vendere a prezzi congrui il patrimonio pubblico, come peraltro confermato di recente (vedi asta deserta ex sede CGIL).

Il triennale delle opere pubbliche, così come redatto, sembra quindi un maldestro artificio per far fronte alle tante promesse elettorali fatte
dalla sindaca senza avere tuttavia curato seriamente la relativa copertura finanziaria. I casi quindi sono due: o il sindaco e l’assessore ai
lavori pubblici sono in malafede oppure sono incompetenti.

Patto Civico fa sapere che “vigilerà su questi effetti speciali: vedremo quanti e quali dei tanti progetti “buttati” nel “calderone” del programma triennale
resisteranno alla mannaia del Bilancio 2018 da approvarsi in Consiglio Comunale; vedremo e denunceremo alla città quali scuse adotterà la sindaca
per giustificare l’inevitabile mancata attuazione della stragrande maggioranza delle opere previste. Peraltro la delibera di adozione è già oggi supportata da un parere condizionato, e quindi sostanzialmente negativo, della dirigente al bilancio. La storia si ripete: citiamo ad esempio il Campus universitario tanto sventolato nella precedente campagna elettorale insieme alla ristrutturazione delle Colonie. Interventi questi di cui si è persa traccia ma non il degrado che il mancato intervento ha lasciato.

Nel merito del Piano Triennale Patto Civico rileva “numerose incongruenze. Tra le tante richiamiamo in primis la Zona dell’ex Polveriera, per la quale è previsto un intervento di 2.000.000 di euro nel 2020, quindi ampiamente oltre i termini previsti dallo Stato che l’ha ceduta gratuitamente al Comune di Riccione per la sua valorizzazione, con il concreto rischio di riacquisizione dell’area in capo allo Stato. Non solo; nonostante l’ingente investimento, nel piano non è in alcun modo chiarita la natura dell’intervento visto che non è stato presentato – e tantomeno approvato – uno studio di fattibilità.

Altro intervento che merita un cenno è quello dell’ex mattatoio di via Bergamo, dove si richiama a grandi linee un progetto destinato a persone diversamente abili, potenzialmente interessante, ma che non ha avuto il benché minimo confronto con le realtà che operano sul territorio. Riteniamo che prima di destinare risorse pubbliche per tali attività, sarebbe stato imprescindibile il coinvolgimento di tutte le realtà che già operano in quel settore e che potrebbero attuare esse stesse e con maggiore efficacia le attività con un contributo comunale (es. Centro21).

Addirittura grottesco è poi il caso del parcheggio in Piazza 1° Maggio, intervento vitale per le problematiche volte al decongestionamento della zona mare dalle auto, considerata la sua strategica posizione. Abbiamo letto recentemente sui giornali che il sindaco intende attuarlo, ma non con un Project Financing ovvero con il concorso di un investitore privato; ciononostante, l’intervento è previsto nel programma triennale nel 2019 per un importo di 7.975.000 euro in Project Financing. Sarà bene a questo riguardo che il sindaco faccia chiarezza con l’assessore ai lavori pubblici o forse con se stessa, a meno che sia stato l’unico modo per non aumentare la stratosferica quanto inattuabile spesa di 45 mil di euro del triennale stesso.

Più in generale denunciamo un metodo che, ben lontano dal dibattito pubblico che il sindaco aveva promesso di attuare prima di indicare scelte e copertura finanziaria delle opere pubbliche da realizzare, conferma il solito modo di agire: un’imposizione confusa ed unilaterale e nessuna condivisione con la città. Stupisce che ciò accada ancor oggi, alle soglie del quarto anno di attività amministrativa; probabilmente è l’unico caso in cui non vale il detto “sbagliando s’impara”.