Indietro
menu
Attualità Regione

Pane, una legge regionale per una maggiore trasparenza

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 15 nov 2017 16:38
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Via libera in Aula con 31 voti favorevoli, 8 astenuti e nessun parere contrario alla legge di tutela sulla produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno. Con la legge è stato approvato anche un ordine del giorno per puntare sulla valorizzazione del prodotto e avviare un confronto con le reti di acquisto solidali. La legge introduce anche obblighi più stringenti per la descrizione del prodotto sugli scaffali, per evitare che sia venduto come pane fresco anche quello che non lo è.


Il resoconto del dibattito (a cura dell’Assemblea Legislativa)

Gli 11 articoli sono “norme semplici che sembrano scontate ma non lo sono, visto che è passato molto tempo da quando non si è legiferato in materia”, spiega Barbara Lori (Pd), relatrice di maggioranza del progetto di legge; “il sistema produttivo nel frattempo si è modificato, e le esigenze sia per i consumatori – in tema di informazione- che per i produttori sono diventati sempre più urgenti”. In primis- illustra Lori- è fondamentale che oggi il consumatore sia messo nelle condizioni di sapere se quello che mangia è pane fresco o congelato e l’articolo 5, cuore delle legge, definisce proprio le modalità di vendita del prodotto che deve essere posto in scaffalature che indichino esattamente le sue caratteristiche”. “Spesso i consumatori, soprattutto nella grande distribuzione, sono tratti in inganno da scritte che indicano pane fresco appena sfornato anche quando non lo è,” aggiunge Andrea Bertani (M5s), relatore di minoranza del pdl, “ora finalmente ci sarà l’obbligo di corretta denominazione”. Il consigliere sottolinea poi alcuni punti deboli del progetto “che fa leva sopratutto sulla modernizzazione, mentre noi avremmo voluto insistere più sulla tradizione, ad esempio introducendo le differenze tra forno artigianale, tradizionale e di qualità” – modifiche che non sono state inserite per “non creare fraintendimenti” come spiega Lori.

“Tutela, trasparenza e tradizione” sono invece per Katia Tarasconi (Pd) i tre elementi fondanti della legge. La consigliera sottolinea inoltre il percorso condiviso dalle associazioni di categoria- la dem piacentina cita in particolare l’associazione Panificatori di Piacenza- iniziato a giugno di quest’anno anche con l’obiettivo di esaltare le produzioni artigianali. Per Yuri Torri e Igor Taruffi (Si) si tratta di una legge semplice ma importante visto che il pane- come ricorda in Aula Taruffi- “è elemento fondante della nostra cultura e della nostra storia”. “Le istituzioni oggi devono dare risposte concrete alle piccole realtà del nostro territorio in crisi,” aggiunge Taruffi, “garantire qualità e trasparenza è uno dei modi per farlo”. Torri sottolinea in particolare l’importanza dell’ordine del giorno, firmato da Pd, Si, Misto-MdpM5s, che collega la legge sul pane a quella sull’economia solidale specificando i criteri di valorizzazione dei prodotti locali. Anche Bertani interviene sull’ordine del giorno, sottolineando il ruolo fondamentale che possono giocare le reti di consumo solidali nell’attirare i consumatori “creando un’economia importante per agricoltori e artigiani”.

Perplesse invece le opposizioni, in testa Lega Nord e Forza Italia. Se dal punto di vista tecnico entrambi i gruppi sono concordi nel dichiarare che il pdl nasce da buone intenzioni, azzurri e Carroccio sottolineano però alcune carenze. “Si poteva puntare maggiormente sulla valorizzazione dei panificatori emiliano-romagnoli grazie al marchio forno di qualità come in Lombardia o istituire un registro di prodotti tipici regionali”, commenta Gabriele Delmonte (Ln) che rileva poi alcune mancanze per quanto riguarda la formazione degli artigiani. Si dichiara invece preoccupato per l’appesantimento del lavoro dei produttori Enrico Aimi (Fi): “La trasparenza è importante ma con la crisi economica ci si trova davanti ad una diminuzione del 5% del consumo di pane e temo sarà un ostacolo maggiore per i venditori districarsi in queste norme”. Rimarca invece il ritardo del provvedimento, Tommaso Foti (Fdi-An), che pur non esprimendo contrarietà dal punto di vista pratico, sottolinea alcuni limiti dati dalla mancanza di una normativa nazionale che renderebbero “claudicante” il percorso. Inoltre per Foti “la Giornata sul pane,” prevista all’interno dell’articolato, “è un segnale positivo,” anche se “non viene definita con chiarezza la copertura economica”. Due emendamenti del consigliere sono stati approvati in Aula. “Si partiva da un vuoto legislativo” ribatte alle opposizioni Lori che ricorda come solo poche regioni abbiano già legiferato in materia, “oggi era prioritario dare le prime risposte, poi si potrà procedere sia nella strada della formazione degli artigiani che in quella della valorizzazione dei prodotti locali e regionali”. (Francesca Mezzadri)