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Giorgio Grassi: "Credo che sul progetto Rimini FC si possa mettere una pietra sopra"

In foto: Un momento della conferenza stampa
Un momento della conferenza stampa
di Roberto Bonfantini   
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mar 20 dic 2016 11:02 ~ ultimo agg. 22 dic 12:53
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L’ANNUNCIO DI GIORGIO GRASSI: “CREDO CHE SUL PROGETTO RIMINI FC SI POSSA METTERE UNA PIETRA SOPRA”

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Ha convocato gli organi d’informazione presso la sede della società biancorossa Giorgio Grassi, ideatore del progetto Rimini FC, per tracciare il bilancio della prima parte di stagione, e per annunciare l’uscita dal Rimini il 7 maggio, a fine campionato.

“Non parleremo di calcio giocato, a quello hanno pensato i miei collaboratori – attacca Grassi. La società non è entusiasta del risultato sportivo avuto fino adesso, io mi sono attribuito la responsabilità. L’unica attenuante che abbiamo costruito la squadra in 3-4 giorni. Questo primato quasi casuale, dovuto ad un avvio stentato, poi un altro periodo grigio, non ci esalta. Ci saremmo aspettati di più. Dopo Sant’Agostino avevo già preso provvedimenti perché il campanello d’allarme era suonato forte e chiaro. A Castel Maggiore alcuni limiti della squadra sono emersi, fortunatamente non è successo il patatrac come a Sant’Agostino. Speriamo di aver avviato per centrare l’obiettivo al 7 maggio.

I temi sono due: parlerò della tifoseria e del rapporto con l’amministrazione. Sono i temi caldi per noi perché con l’imprenditoria credo che sarebbero andate avanti in maniera diversa le cose con lo stadio a disposizione.

Capitolo informazione: credo facciate un ottimo lavoro. Ci avete dato un’apertura di credito importante. Non tutti erano d’accordo che questo incipit fosse la cosa giusta. Ma avete visto l’impegno, la qualità dello staff e quello che abbiamo messo in cantiere. E siete diventati quasi dei tifosi.

Per quello che riguarda la società credo che questo magnifico management stia facendo un ottimo lavoro. Io sono l’azionista di maggioranza, ma la società è fatta dal nostro amministratore delegato e dal vicepresidente, che ha anche molte deleghe. Non nascondo che alcune scelte importanti siano fatte anche dalla proprietà, come la campagna di Sant’Agostino, fatta anche in base a quanto visto nelle partite precedenti. Non sono state lesinate energie e risorse perché il traguardo lo vogliamo raggiungere. Ringrazio per la dedizione e l’impegno! Questo non vuol dire che non ci siano problemi di amalgama, ma entro aprile credo che saremmo in grado di mettere tutto a posto.

Quello che abbiamo promesso il 10 agosto lo abbiamo mantenuto, e lo abbiamo mantenuto forse anche oltre le previsioni. I primi a prendere il nostro progetto sul serio sono stati gli amministratori. Non è un motivo di vanto ma un dato di fatto che siamo andati forse oltre le aspettative. Poteva sembrare un bluff il fatto che non avremmo fatto la scuola calcio e che le famiglie del nostro settore giovanile non avrebbero pagato. Questo è stato un sacrificio. La cosa più sorprendente di questo mondo, ed è stata una premessa del progetto, è che noi siamo stati trasparenti. E avevamo promesso che avremmo rendicontato dopo tre mesi quello che avremmo fatto. L’amministratore ha portato un prospetto serio, che fa vedere che noi abbiamo speso tre volte quanto spendono gli altri.

Quello che dipendeva da noi lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo e continueremo a farlo. L’unica stella polare per noi sono i tifosi. Noi vogliamo bene a chi ci segue e lo fa con trasparenza. Finché io sarò l’azionista e ci sarà questo management sono certo che potremmo andare sotto la Curva e venire applauditi.

La tifoseria è stata la cosa più emozionante di questi quattro mesi. Ricorderete quel verbo, “pretendiamo”, che aveva fatto arrabbiare la Curva, ma anche tanti altri che vanno alla partita. Avevo lanciato un messaggio. Siccome il primo che potrebbe tirare una bottiglia sono io ho provato a tirare la linea e sono arrivato a subire anche l’ironia di alcuni. Dopo l’autogol delle 37 euro di colletta credo sia iniziato un percorso sotterraneo. Devo ringraziare tanti appartenenti al mondo della Curva per il coinvolgimento nel tentare di far capire a questi ragazzi, che hanno dentro dei valori, di capirci. La tifoseria nel complesso ha fatto in quattro mesi un percorso che negli ultimi dieci anni non era mai stato fatto. L’evento è successo a Meldola, dove un tifoso ha lanciato una bottiglietta ed è arrivata una multa. Ne abbiamo parlato, io ho detto che la responsabilità era individuale, è venuta fuori una storia che mi commuove ancora. Mi hanno detto che l’ha tirata un ragazzo che avrebbe voluto autodenunciarsi. Io ho detto forse quella bottiglietta l’avrebbero tirata altri 200. C’è stata questa assunzione di responsabilità. Ho capito lo spirito del gruppo. Questo è lo spirito che si può creare in una curva. Si può accettare o meno, ma dietro ci sono valori. Questo ragazzo, che ha 50 anni, ha detto a un referente della curva: vendi questa sciarpa per ripagare. Questo tifoso lo incontrerò.

Io non ho motivo di pensare che i tifosi non siamo la nostra parte migliore.

Questo gruppo di persone non smetterà mai di ringraziare l’amministrazione, il dottor Gnassi, il dottor Brasini, per aver deciso di affidare a noi il vessillo del Rimini, questa bandiera che era nel fango e che qualcuno avrebbe dovuto prendere in mano per riportarla in un futuro migliore, con un popolo che ci potesse seguire, dietro un nuovo leader.

A chi viene dato questo vessillo viene data questa enorme responsabilità: riportare Rimini nelle categorie che gli competono. Questa non è una categoria che è di pertinenza del Rimini. Io sono molto grato per questa possibilità e credo che le emozioni che sto provando in questi mesi siano incredibili. È una sfida straordinaria. Ed è stato chiaro quando ho presentato il progetto che avrei accettato solo se mi sarebbe stata data la possibilità di fare un calcio diverso.

Noi abbiamo avuto dal 10 agosto un rapporto eccellente con tutti gli amministratori. Dal punto di vista della disponibilità umana non ho avuto nessun problema. Noi abbiamo chiesto di spostare le panchine, perché siamo in affitto. Abbiamo pagato noi. Non è però questa la cosa sulla quale volevo soffermarmi. Capitolo reti delle porte: ci è stato detto che con le reti in quelle condizioni avremmo rischiato la sconfitta a tavolino per inadeguatezza del campo. Abbiamo chiamato Anthea, che ci ha detto che per la manutenzione sono stati ridotti i costi e che le reti non si potevano cambiare. Questa cosa non mi ha entusiasmato perché quello che ho fatto in tutti questi anni in altre situazioni ha dimostrato che non mi dispiace intervenire. Da contribuente in questo paese che tutte le volte che chiedo mi si dica “non ci sono i soldi” non mi piace. Quando diciamo “vorremmo una casa per fare calcio” non credo facciamo una richiesta che non debba essere presa in considerazione. Non dirò nulla che non possa essere dimostrato. Io oggi sono per l’interesse di coloro che tengono alla Rimini Calcio, il resto non mi compete.

Io sono un uomo che tende a rispettare i ruoli e la fila. Sono stato in quattro Paesi, dove ho imparato che c’è un senso civico spiccato. Torno a essere un cittadino. Ho chiamato dai primi di settembre per avere un appuntamento con il sindaco. Questo primo appuntamento mi è stato dato il 20 settembre ed è stato un incontro bellissimo con il dottor Gnassi, il dottor Brasini e il dottor Bronzetti. Ci siamo visti dalle 12.30 alle 13.30 e mi hanno ascoltato per 20 minuti. Si stava aprendo un dialogo per la disponibilità dello stadio. Avevamo parlato anche della mia idea di coinvolgere le aziende per riportare lo stadio agli antichi fasti. Brasini mi aveva detto che si poteva attivare anche il bonus art, quindi il 65% di sgravio sulle tasse per gli interventi effettuati. Avevo immaginato un coinvolgimento della Confindustria. Questo recupero strutturale, architettonico dello stadio sarebbe stato il regalo per la tifoseria.

Ammiro l’amministrazione Gnassi perché ha dato un’attività inimmaginabile. Io lo vedo come un signore rinascimentale perché la città sarà diversa rispetto a quando ha iniziato il primo mandato. Lo ammiro, lo rispetto e sono convinto che lui ami Rimini più di qualunque altra entità e senta che il suo destino sia legato a questa città. Questo appuntamento per vederci alla Grabo non c’è mai stato. È stato annullato. Io i numeri di cellulare di Gnassi e di Brasini li ho, ma non li ho mai chiamati. Non posso decidere i tempi o le modalità con le quali mi possono ricevere e l’amministratore possa decidere. Non ce la faccio, è più forte di me. Se questi incontri non ci sono stati vuol dire che c’erano cose più importanti. Ora la situazione non è semplice perché noi siamo arrivati alla conclusione che sul progetto Rimini Football Club si possa ormai mettere una pietra sopra. Sul progetto com’era nato questa estate. Lo si evince dalla lettera ricevuta il 14 dicembre dopo un incontro svoltosi il 4.

Il 4 novembre era stata presentata una relazione con degli allegati depositati con un elenco delle opere da realizzare. In questo documento c’è il totale di opere che il Rimini FC che avrebbe eseguito, pari a 433.480 euro in migliorie. Quest’operazione ci è costata 3mila euro.

Vi vorrei leggere quello che abbiamo scritto noi all’amministrazione. L’amministrazione ne è informata da stamattina”.

Grassi legge la lettera inviata all’amministrazione, nella quale definisce lo stadio “una discarica”.

“L’amministrazione ha scritto che va distinta la gestione dello stadio dalla gestione dal bar. A me non interessa, io un bar ce l’ho già. Sarebbe improbabile che il Rimini FC possa aggiudicarsi un bar in un bando.

Arriveremo al 7 di maggio, finiremo questo campionato, lo finiremo in bellezza, tutto quello che potevamo fare lo avremmo fatto. Poi si vedrà. Io mi sento un uomo fortunato, gestire il Rimini è un onore, un privilegio. Ho conosciuto persone bellissime. Sono orgoglioso di quello che ho fatto. Ribadisco il mio rispetto. Non dirò mai una parola che non sia dimostrata dai fatti. Il calcio a Rimini attraverserà di nuovo momenti non facili, non belli. Io mi ero assunto l’impegno di riportare la squadra in D. Quello che succederà non lo so”.

È una decisione irremovibile?

“La vita mi ha insegnato a non contare troppo sulle cose che non dipendono da noi stessi. Se l’amministrazione non vuole legarsi le mani per quel comparto io dico che fa bene. Se questi soldi che avevo proposto di investire nello stadio non interessano a me va bene”.

“L’amministrazione dovrà essere responsabile e trasparente. Io chiederò se si farà un incontro che assieme a noi partecipino anche i rappresentati della tifoseria, uno degli Amici del Rimini, uno del Collettivo Riminese e uno della Curva. Che ci spieghino perché Anthea non ha i soldi per le reti”.

Perché non è stato presentato prima?

Risponde il vicepresidente Andrea Boldrini: “Perché ci sono dei tempi. Fino al 4 agosto noi non siamo mai entrati nello stadio”.

Torna a parlare Grassi: “Fosse dipeso da me secondo voi con l’urgenza, con il progetto, se ci fossero state le condizioni non avrei fatto le corse? Andrea non sarebbe stato dalla mattina alla sera in Comune a vedere cosa si può fare? È una questione di volontà. Secondo voi la volontà da parte nostra non c’era?”

“Non c’è stato nessun imprenditore che sia venuto qui in sede a chiedere quanto costa acquisire delle quote per entrare in società. Non c’è il prodotto adeguato neanche per le sponsorizzazioni”.

“A questa parola: pietra tombale, ci sono arrivato solo questa mattina” chiosa Grassi, che conclude facendo gli auguri di Natale a tutti!

La conferenza stampa di Giorgio Grassi sarà trasmessa in replica su Icaro TV (canale 91) mercoledì sera alle 23:15 circa, subito dopo la presentazione (alle 23) della nuova maglia a scacchi del Rimini FC.