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Politica Riccione

Davide Grassi sul TRC: non è un'alternativa praticabile

In foto: un tratto del tracciato
un tratto del tracciato
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
dom 21 feb 2016 22:50 ~ ultimo agg. 23:00
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Dopo un accenno nella conferenza stampa di presentazione della sua candidatura Davide Grassi, candidato “certificando” del Movimento 5 Stelle, articola in un lungo post su Facebook il suo pensiero sul TRC, oggetto in questi anni di una delle battaglie storiche del 5 Stelle di Rimini ma ormai arrivato a compimento.

“Il TRC è stata una delle battaglie più sentite dal Movimento di tutta la provincia riminese e questo è avvenuto per diversi motivi. Già il fatto che sia un mostro di cemento ed asfalto, che passa a 50 cm dalle case, è di per sé una motivazione più che sufficiente. Esistono però altri fattori in ordine alla proporzione tra la spesa sostenuta e i risultati che si pretende di ottenere. Il punto è proprio qui.
Cento e passa milioni di euro sarebbero stati una manna dal cielo per la mobilità riminese se si fosse pensato ad un sistema diffuso, dinamico ed ecologico, che avesse permesso ai cittadini di lasciare l’auto a casa. Invece questi soldi sono stati spesi per coprire un percorso già servito dall’unica linea d’autobus di Rimini, che può vantare un bilancio in attivo, e poi giustificati con un business plan creato su dati obsoleti”.

“Quando affermo che (sempre che il Movimento riesca ad andare al governo di questa città) vorrei verificare a bilancio la sostenibilità di questo progetto, non parlo certo di una sua redenzione. Dico solo che se dovessimo ereditare quest’ennesimo consumo del territorio, perché di questo si tratta, prima di farlo diventare un altro buco gestionale (ho un ricordo limpido della vicenda dell’aeroporto riminese) ci sarebbero da fare delle serie considerazioni a riguardo.
Esiste anche un altro problema. L’attuale ramo del TRC non è la fine dei giochi. Esiste ed è attualmente depositato al Comitato Interministeriale di Programmazione Economica un secondo ramo del TRC, quello che va dalla Stazione alla Fiera. Come da copione: tratta già coperta e lavori che creerebbero disagi incredibili per la sua costruzione. Cui prodest?”
“Il tema della viabilità, assieme a quelli di lavoro, sicurezza, emergenza casa e degrado sono le sfide del futuro di Rimini. Se vi fosse chiesto di immaginare la nostra città a cento anni da oggi (estremizzo per definire) sono sicuro che la immaginereste totalmente pedonalizzata. In quel senso la Vision dell’attuale Primo Cittadino non è sbagliata, quello che non funziona è che le abitudini delle persone e l’organizzazione della loro vita non si cambiano nell’ultimo anno di un mandato comunale. Quei cento milioni, più altri centinaia in previsione, andavano spesi per un’alternativa praticabile. Faccio un esempio più spiccio: una famiglia, due genitori, due lavori, due figli e tutto ciò che questo comporta, inclusi imprevisti. Se pedonalizzi senza dare loro un’alternativa dinamica e più economica della macchina, hai solo complicato loro la vita. Il TRC è quest’ alternativa? Secondo me no. Le biciclette? Per chi abita e lavora in centro sicuramente, ma ricordo che Rimini ha anche periferie sulle quali si distribuiscono una gran parte dei suoi 150 mila (circa) abitanti.
Per portare avanti progetti reali di pedonalizzazione e trasporto pubblico, così efficienti da farsi preferire alle automobili, servono progetti che passano una singola legislatura. Quello che può fare un Sindaco nei cinque anni che gli sono concessi, a dispetto di una riconferma, è quello di costruire un ponte per il futuro con progetti largamente condivisi ed evitare che siano buttati soldi in opere insostenibili”.

E il TRC diventa spunto per parlare di altro: “non posso fare a meno di pensare agli amici di via Venerin, 89 famiglie e circa cento minori, che chiedono una semplice fermata d’autobus, ma non possono avere neanche la risposta dell’Assessore competente in Consiglio Comunale”.