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Attualità Politica

Sindaco Casteldelci: chi investe in montagna viene penalizzato, vanno cambiate leggi

In foto: Il Municipio di Casteldelci
Il Municipio di Casteldelci
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 8 dic 2015 09:45 ~ ultimo agg. 9 dic 10:56
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Un piccolo tesoretto formato dalle indennità che il sindaco Luigi Cappella, e gli assessori Emanuele Burioni e Ilaria Salvatori hanno deciso di lasciare alla comunità di Casteldelci per organizzare iniziative ed eventi.

Un gesto che gli amministratori del più piccolo comune del riminese (appena 400 gli abitanti) non vogliono però enfatizzare più di tanto. I problemi della montagna, ci ha detto il sindaco, sono altri.

“Quando ci siamo insediati abbiamo visto che le risorse erano ridotte all’osso – dice il sindaco Luigi Cappella – e siccome tra gli obiettivi che ci eravamo dati c’era quello di creare eventi per dare ai cittadini la gioia di vivere in una comunità, abbiamo deciso di mettere sul piatto l’indennità.” 

Si tratta di 650/680 euro al mese. Ma il primo cittadino precisa di non voler essere considerato un eroe. “Io posso permettermelo perché comunque sono un medico in pensione – precisa – ma credo che i sindaci di questi tempi meriterebbero lo stipendio di un parlamentare.”

Con le indennità è stato creato un piccolo fondo “a cui all’occorrenza attingiamo. Anche se non si tratta di grandi cifre – prosegue Cappella – ci è molto utile perché di questi tempi è fatica attingere al bilancio comunale anche per farsi portare un camion di breccia per chiudere le centinaia di buche sulle strade, figuriamoci per organizzare un evento culturale o sportivo.”

“Purtroppo i problemi della montagna – continua il primo cittadino – sono molto seri e non si risolvono con l’indennità che il sindaco lascia alla comunità.” Ma Cappella ha le idee chiare su quello che servirebbe: la premialità. “Chi oggi decide di abitare o investire in montagna andrebbe premiato e invece spesso viene punito”

Un esempio su tutti. “A Casteledelci c’è un indice di cementificazione del 2,4% rispetto al 50/60 di Rimini eppure il figlio di un agricoltore che magari vorrebbe ristrutturare il vecchio capanno del padre per andarci a vivere se non ha meno di 40 anni e non è agricoltore non può farlo. E se si va avanti con una legislazione così è logico che una volta morti i vecchi, i giovani se ne andranno. E’ sarà la morte della montagna.”