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Brevi alla vigilia di Rimini-Ancona: "chi non ci mette cuore se ne può andare"

In foto: Oscar Brevi alla vigilia di Rimini-Ancona
Oscar Brevi alla vigilia di Rimini-Ancona
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 18 dic 2015 15:10 ~ ultimo agg. 19 dic 13:42
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BREVI ALLA VIGILIA DI RIMINI-ANCONA: “CHI NON CI METTE CUORE SE NE PUÒ ANDARE”

Duro sfogo del tecnico del Rimini, Oscar Brevi, alla vigilia del delicato match interno con l’Ancona, in programma sabato alle ore 14,00 allo stadio “Romeo Neri”. Il condottiero dei biancorossi non vuole sentire parlare di ultimatum ai suoi giocatori (“sono cose che sto dicendo da quando sono arrivato”) ma il suo monito è perentorio: “dentro o fuori, ci sono tantissimi giocatori che vorrebbero venire a giocare nel Rimini”.
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Ma andiamo con ordine. Com’è ormai consuetudine si parte dagli indisponibili: “Ricchiuti e Pedrelli oggi dovrebbero essere disponibili – attacca Brevi. Solo Signorini è out per squalifica”.

Il rammarico per aver conquistato solo un punto tra Savona, Santarcangelo e L’Aquila è tanto: “nelle ultime tre partite al di là delle sconfitte la prestazione perlomeno a tratti c’è stata. Forse per questo c’è più rammarico perché avremmo potuto fare punti”.

Poi, quando si punta l’obiettivo sulla gara con l’Ancona, arriva lo sfogo: “sono convinto che al di là dei moduli, tutti hanno avuto la possibilità, chi più chi meno, di dimostrare il proprio valore. Quando hai qualità e non riesci a fare risultato bisogna capire perché. La squadra deve avere senso di appartenenza, cuore, cattiveria agonistica. Prima del calciatore è la persona a fare la differenza. Se qualcuno pensa di essere venuto a Rimini perché c’è il mare sbaglia, il nostro è un mestiere di rabbia. Non voglio parlare di sistemi di gioco, è un momento importante, non servono le chiacchiere ma i fatti. Voglio vedere chi è disposto a lottare fino alla fine con il Rimini, chi non vuole farlo vada in società…”

Il tecnico è un fiume in piena: “è ora che tutti si prendano le proprie responsabilità: il sottoscritto, i giocatori, la società. Tutto lo scetticismo che c’era attorno quando sono arrivato è stato smentito dai fatti”.

Brevi non vuole parlare, come detto, di ultimatum ai giocatori: “non è un ultimatum, queste cose le ho dette nello spogliatoio da quando sono arrivato. Se qualcuno non è disposto a lottare, a mettere tutto in campo e vuole stare a Rimini, ci venga in vacanza a luglio e agosto, perché la società ci sta dando il massimo e pretende il massimo da tutti. Sono sereno, tranquillo e lucido. È ora che le chiacchiere finiscano. Il risultato è poi una conseguenza, si può vincere, perdere o pareggiare, non è questo il punto. Il calcio è cambiato da quando lo praticavo io. Ma il cuore o ce l’hai o non ce l’hai. Ce ne sono mille di giocatori che verrebbero di corsa a giocare a Rimini”.

A chi gli fa notare che delle ultime gare quella con l’Ancona sia la più difficile, perlomeno sulla carta, Brevi risponde con una domanda: “per noi quale partita è stata facile? Adesso è il momento del dentro o fuori. Mancano 19 partite, chi vuole restate deve lottare, per chi se ne vuole andare non c’è problema”.

In questo momento è difficile rinunciare in attacco a Ragatzu e Polidori, i due “bomber” del Rimini: “faccio le scelte in base alla condizione dei giocatori e in questo momento dal punto di vista fisico stiamo bene. La squadra è più aggressiva, più dinamica. I nostri problemi li abbiamo ben chiari”.

Sull’Ancona, che è riuscita a mantenere inviolata la propria porta in 7 occasioni (su 15 partite di campionato): “è una squadra cinica, è brava a difendere ed è brava a ripartire. Anche con la Lupa Roma ha fatto una partita accorta. Sta facendo un campionato importante”.