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Cronaca Rimini

Frode all'IVA. Sequestri per due milioni, 55 denunce

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 12 nov 2015 14:22 ~ ultimo agg. 13 nov 14:53
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Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo “per equivalente”, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Rimini, per un ammontare complessivo di circa 2 milioni di euro. Il sequestro è stato eseguito dopo indagini che hanno condotto a segnalare un’associazione per delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni false: la cosiddetta “frode carosello”.

Gli accertamenti, eseguiti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Rimini hanno coinvolto 55 persone fisiche, che sono state denunciate, e oltre 40 società.

La complessa attività di polizia giudiziaria, svolta su delega della locale Procura della Repubblica nella persona del P.M Davide Ercolani, ha fatto emergere elementi che hanno permesso di accertare l’attività illecita degli indagati in Italia, San Marino, Germania, Austria e Olanda. I vari sistemi di frode all’iva utilizzata vedevano, a seconda della convenienza, l’interposizione di uno o più schermi fittizi tra il venditore e il reale acquirente.

L’organizzazione era dedita alla cessione sul mercato nazionale di prodotti e componenti fotografici a prezzi ridotti, pratica commerciale resa possibile attraverso l’interposizione di società “cartiere” e di meri “prestanome” che omettevano il pagamento dell’Iva con conseguente evasione delle imposte e sleale concorrenza nei confronti degli operatori corretti.

A reggere le fila della frode erano cinque imprenditori bolognesi ed un sammarinese che secondo le indagini hanno accumulato nel tempo un profitto complessivo quantificato in 7.436.025 euro, pari all’IVA evasa a fronte di operazioni imponibili per circa 40 milioni di euro.

I finanzieri di Rimini, con l’ausilio dei colleghi del Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna,, hanno dato esecuzione al sequestro di 19 immobili tra residenziali e autorimesse tra le province di Bologna e Rimini, quote societarie di tre società di capitali con sede a Bologna e Bergamo, nonché i saldi attivi di una trentina di conti correnti avvalendosi anche di una rogatoria internazionale accolta dall’Autorità Giudiziaria della Repubblica di San Marino.