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Basket. Nasce la prima squadra femminile della storia del Titano

In foto: Le Titane
Le Titane
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
mar 17 nov 2015 09:21 ~ ultimo agg. 09:23
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BASKET. NASCE LA PRIMA SQUADRA FEMMINILE DELLA STORIA DEL TITANO

L’umiltà di chiamarsi Minors è una pagina Facebook da 23.471 “mi piace” che si propone, riuscendoci egregiamente, di dare visibilità al basket che non entra dalla porta principale, ma da quella magari scassata delle palestre di periferia in cui si gioca per un ideale supremo, l’amore per la pallacanestro fine a se stesso.

Questa foto è leggendaAd oggi sono circa 750 i like raccolti dal selfie che Fernando Paccagnella, il coach 21enne, ha scattato durante un allenamento della prima squadra femminile della storia della serenissima Repubblica di San Marino e che “L’umiltà di chiamarsi Minors” ha pubblicato commentandola così: “questa foto è leggenda”.

Se l’immagine sarà davvero consegnata agli annali è presto per dirlo; quel che è certo è che l’avventura portata avanti da “Pacca” merita un approfondimento, per l’entusiasmo che sta generando e perché potrebbe rappresentare l’inizio di qualcosa di importante. E del resto lo sviluppo di una squadra femminile è uno degli obiettivi cardine su cui il Direttivo della Federazione Pallacanestro Sammarinese ha improntato il proprio programma quadriennale.

Fernando, quando e come è nata l’idea di creare una squadra femminile?
“In realtà l’idea è nata lo scorso anno: ho iniziato come assistente allenatore con i ragazzi del 2000 e mi sono reso conto che, per aumentare la mia confidenza col lavoro in palestra, mi sarebbe piaciuto fare qualcosa in più. Ho avuto la possibilità di collaborare anche con coach Fabio Podeschi, che seguiva un piccolo gruppo di ragazze: quando Fabio è passato ai Villanova Tigers mi ha proposto di continuare il lavoro. Il gruppo è andato disperdendosi, ma con alcune di ragazze superstiti, approfittando dell’entusiasmo generato dalla vittoria degli Europei U16, abbiamo riproposto la cosa. La risposta è stata veramente sorprendente”.

Come avete fatto “reclutamento”?
“Inizialmente ho postato un invito su Facebook: grazie al passaparola la Federazione ha cominciato a ricevere tante telefonate, poi una ragazza magari lo ha detto ad un’amica e così ci siamo trovati in palestra con circa trenta potenziali giocatrici. Dopo 2/3 allenamenti qualcuna ha abbandonato, ma ne sono rimaste circa 25 e difficilmente ci alleniamo in meno di 20”.

Che età hanno le ragazze? In prospettiva a che campionato potreste partecipare l’anno prossimo?
“Il gruppo al momento è estremamente eterogeneo: la più grande è una ragazza dell’87, la più piccola è del 2003. Questa “forbice” generazionale non rappresenta però un problema, perché quasi tutte hanno appena cominciato, quindi sono tecnicamente su livelli simili. La maggioranza è costituita comunque da ragazze under 18”.

Attualmente, come detto, non partecipate ad un campionato: alle ragazze basta allenarsi, o vorrebbero giocare almeno qualche partita amichevole?
“Anche in questo caso c’è molta eterogeneità: c’è chi vuole solo divertirsi in palestra, perché non ha nessun interesse a diventare giocatrice di basket, e chi invece, soprattutto le poche con un’esperienza precedente, vorrebbe avere una squadra competitiva per iscriversi ad un campionato. Intanto, per cominciare, mi sto muovendo per organizzare qualche amichevole in primavera con squadre giovanili maschili della Federazione”.

Da che livello partivano le ragazze?
“Il 95% partiva praticamente da zero, un paio hanno giocato nell’Happy Basket Rimini ed una ha fatto minibasket con Oscar Valentini. Poi ci sono quelle che hanno il moroso che gioca e che quindi conoscevano le basi. In allenamento lavoriamo soprattutto sui fondamentali: passaggio, palleggio, tiro, arresto e tiro, terzo tempo. Fisiologicamente credo assisteremo ad una scrematura ed il mio scopo è di arrivare in primavera con un gruppo affiatato, in grado di stare in campo senza commettere infrazioni con un’idea basilare di gioco”.

Una scrematura del gruppo è inevitabile?
“Credo di sì, abbiamo perso alcune ragazze nei primi due mesi e già adesso il gruppo è diviso tra chi vorrebbe fare 2/3 allenamenti la settimana e chi per impegni vari fatica a farne uno. Molte di loro non hanno mai fatto sport, non sono abituate. La speranza è che le ragazze più motivate riescano a “tirare dentro” le indecise per avere il giusto numero di giocatrici. La cosa importante è che chi resta abbia davvero voglia di fare sport e divertirsi. Proprio per queste differenze in questo momento il mio lavoro consiste soprattutto nel far giocare, chiedendo impegno e rispetto, ma mettendo pochissima pressione; più avanti, quando il gruppo avrà una fisionomia definita, comincerò a mettere delle regole e ad allenare in maniera più compiuta”.

Oltre a te chi fa parte dello staff?
“Oltre a me c’è il vice-allenatore Nicola Borello, una ragazzo del ’97 che gioca anche in C e nel Basket 2000: mi sta dando una grande aiuto (sua l’idea di mandare il famigerato selfie a L’umiltà di chiamarsi Minors), perché è un ragazzo serio che crede in quello che fa e che vuole intraprendere il percorso di formazione per allenare”.

Come si lavora in palestra con un gruppo così numeroso?
“Frequento la Facoltà di Scienze Motorie e quindi l’impostazione è quella dal lavoro con classi numerose ed in più ho fatto esperienza di supergruppo con coach Luca Liberti. Con Nicola formiamo piccoli gruppi ognuno dei quali lavora su un fondamentale diverso: le ragazze ruotano, lavorando così a turno in ciascuna “stazione”. Nella seconda parte dell’allenamento lavoriamo con trecce, passaggi tic-tac, esercizi che uniscano la corsa al trattamento di palla, dividendoci in due gruppi, uno su ciascuna metà campo”.

Che soddisfazioni vi sta dando questa esperienza?
“Le soddisfazioni sono tante, perché il feedback è immediato: un terzo tempo che da goffo e meccanico si trasforma in un movimento automatico dà senso al nostro lavoro. E poi è bellissimo vedere la voglia delle ragazze di divertirsi, di buttarsi su un pallone, di imparare e la loro soddisfazione nel riuscire a mettere in pratica quello che stanno imparando, nel segnare un canestro o nell’eseguire correttamente un movimento che all’inizio sembrava troppo ostico”.

Domanda classica: quali le differenze rispetto al lavoro con i maschi?
“Per quella che è la mia esperienza le ragazze sono più timide e all’inizio fanno più fatica a buttarsi, temendo di sbagliare. Allo stesso tempo però sono molto positive come atteggiamento: non si lamentano e cercano di trovare sempre il lato positivo delle cose. Dal punto di vista del basket giocato le differenze sono ovviamente di carattere fisico/atletico, ma la pallacanestro femminile mi sembra più tecnica e più organizzata”.

Pensi di continuare a fare l’allenatore?
“Spero di sì, perché è una grande passione. Ma sono realista e so che, soprattutto oggi, è molto difficile potersi mantenere ed eventualmente mantenere una famiglia con un lavoro del genere. Finché sono giovane cercherò di sfruttare ogni opportunità non importa se con la maschile, o la femminile”.

Avete scelto un nome per la squadra?
“Non ancora: ci sono proposte e idee, ma nessuna per ora ha avuto l’avvallo unanime di staff e giocatrici. Ci stiamo lavorando…”

Massimiliano Manduchi
Ufficio Stampa Federazione Sammarinese Pallacanestro

Questa, al momento, la rosa:

1. Ailen Righetti
2. Alessia Sarti
3. Alice Ciacci
4. Annalisa Taddei
5. Chiara Luchetti
6. Chiara Mazza
7. Chiara Morri
8. Chiara Renzi
9. Dalila Lazzari
10. Elena Toccaceli
11. Elisa Fiorini
12. Francesca Taddei
13. Giada Rendine
14. Giorgia Tessarollo
15. Ilaria Toccaceli
16. Lia Gasperoni
17. Lucrezia Calzolari
18. Lucrezia Castellani
19. Maddalena Bianchi
20. Mariana Giardi
21. Marinella Broccoli
22. Pacelli Ludovica
23. Sara Beccari
24. Sheila Canuti