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Attualità Provincia

Area vasta delle Camere di Commercio, la CISL contro ostacoli politici

In foto: una manifestazione CISL
una manifestazione CISL
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 24 ott 2015 13:32
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Le resistenze alla nascita di un’area vasta romagnola anche per le Camere di Commercio rischiano non solo di far perdere una grossa opportunità, ma anche di creare ricadute negative sulle imprese. Lo afferma la CISL Romagna con una lettere aperta in cui, ricordando le importanti esperienza di area vasta già avviate, il sindacato invita a un dialogo costruttivo che metta da parte gli ostacoli di natura politica.


 

L’intervento della segreteria della CISL Romagna:

“DIMENSIONE ROMAGNOLA, UNA OPPORTUNITA’ DA NON PERDERE”

Il dibattito che anche in questi giorni si sta sviluppando sul futuro assetto dimensionale delle Camere di Commercio delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, ha indotto la Cisl Romagna ad esprimere alcune valutazioni di merito.

L’esperienza consolidata nel Trasporto Pubblico Locale con la fusione in un’unica Azienda gestore del servizio, nonché nella Sanità con la costituzione dell’Ausl Romagna in luogo delle quattro Ausl prima esistenti, ha rappresentato un importante passo verso l’identificazione di un’Area vasta Romagnola, le cui caratteristiche socio economiche comuni ai territori che la compongono, consentono di poter superare gli attuali confini provinciali, in una dimensione più ampia e sicuramente più funzionale a favorire uno sviluppo omogeneo dell’intera area.

Anche il confronto politico in essere sul riordino istituzionale, connesso alla riduzione del numero delle Province attraverso un processo di aggregazione di quelle esistenti, sembra caratterizzarsi sempre più verso una comune volontà di individuare una struttura di secondo livello, che incorpori le tre province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini in un’unica Area vasta Metropolitana, capace di mettere in sinergia tutte le potenzialità esistenti, per determinare quelle condizioni di competitività ed attrattività territoriale, indispensabili per cogliere tutte le opportunità di crescita.

Anche sul versante dell’associazionismo, volendo tralasciare la scelta fatta già all’inizio del 2013 dalla Cisl, costituitasi in Cisl Romagna, superando la dimensione delle attuali tre province, il percorso di aggregazione si sta orientando nella medesima forma. Lega Coop prima e Confindustria dopo, hanno assunto un assetto in ambito romagnolo e, a quanto risulta, altri corpi intermedi hanno iniziato a sviluppare ragionamenti analoghi.

Non si comprende invece come mai il processo di accorpamento delle Camere di Commercio, sembra prefigurare un percorso avulso da tale contesto. Per il ruolo che le Camere svolgono, per le risorse di cui dispongono e potranno disporre, ma soprattutto per l’area geografica di riferimento, qualsiasi assetto futuro, che non veda la partecipazione congiunta delle attuali strutture di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, ad oggi risulta immotivato e non può che essere interpretato come la perdita di una grossa opportunità, con ricadute non positive per le aziende romagnole e per lo sviluppo di un territorio così come identificato dalla realtà dei fatti.

Per questo la Cisl Romagna auspica che il dibattito tuttora in corso affronti seriamente, con trasparenza e nel merito, quegli ostacoli di natura politica, che rischiano di pregiudicare un percorso che deve avere come unico interesse la reale individuazione ed il concreto perseguimento del miglior vantaggio per i nostri territori.

In tal senso impegna tutti i soggetti interessati, affinché si produca il massimo sforzo per determinare quelle condizioni necessarie ad un dibattito davvero costruttivo e volto al conseguimento del miglior risultato utile per la Romagna e per i suoi cittadini.