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Blog/Commenti Rimini

I racconti dai Saluti. A tu per tu con l'anonimo Cattelaniano

In foto: il "frontespizio"
il
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 23 set 2015 12:59 ~ ultimo agg. 24 set 08:52
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Tra qualche giorno i Saluti saluteranno. Il 30 settembre infatti è la data conclusiva delle installazioni a cielo aperto di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari a Rimini.
Pare passata un’eternità da quando, a inizio estate, infiammavano il dibattito cittadino. Censori, difensori e mediatori: tutti abbiamo sparato le nostre cartucce all’inizio e poi, come spesso accade, di quel che un giorno è questione epocale l’indomani non se ne parla più. E oggi noi riminesi ci siamo talmente abituati a quelle immagini che quasi non ci facciamo più caso. Anzi nella luce soffusa di fine settembre suonano quasi come malinconiche, ultimi baluardi di un’estate che ormai è un ricordo.
Stop alla poesia. Anche perché a farci della letteratura non sarei il primo: c’è già chi ci ha pensato. Mentre i riminesi discutevano e si dividevano qualcuno ha infatti pensato di usare i Saluti come ispirazioni per scriverci sopra. In agosto è apparsa su Facebook la pagina “Saluti da Rimini – I racconti”, dove un riminese che per il momento preferisce restare anonimo ha pubblicato di volta in volta dei racconti, ognuno legato a un singolo “Saluto”. Storie a sfondo e a carattere riminese con incursioni dialettali, sprazzi nostalgici (ah, la compianta Dimar), erotismo ma non morboso e qualche tocco onirico, come nel racconto ispirato all’uomo spaghetto.
L’anonimo Cattelaniano ha accettato di raccontarci il suo originale progetto.
A parte il nome, cosa puoi dirci di te?
“Di me potrei dire tante cose, ma sarebbe noioso, la maggior parte di quello che racconterei non interesserebbe neanche al mio cane. Lo stesso mio nome… non vuole essere un mistero, potremmo renderlo noto, ma non servirebbe a nulla, non migliorerebbe la qualità delle parole spese nei miei racconti. Solo per soddisfare la curiosità di chi mai dovesse essere curioso, posso dirvi che sono di Rimini, che in realtà un cane da annoiare non ce l’ho, che in passato a Rimini ho “ricoperto un ruolo”e che scrivere è la mia passione”.
Come è nata l’idea dei racconti?
“A volte scrivere è un’esigenza, perché sgorga da dentro o perché hai bisogno di creare, o ancora perché ti piace manipolare e raccontare la vita. I racconti ispirati ai Saluti da Rimini sono nati da soli in un parto spontaneo e indolore. Il primo personaggio che mi ha parlato è stato Marianne, la ragazza astice. E’ troppo bella, credo di essermi innamorato di lei. Per fortuna non era amore vero perché -ecco un’altra informazione personale – sono felicemente sposato. Le opere di Toiletpaper installate a Rimini questa estate, identificate come “i cartoloni di Cattelan”, mi hanno trasmesso la voglia di entrarci dentro e leggere la loro storia. Ovviamente i miei racconti descrivono solo la visione che io ho avuto di quelle vite, ognuno è libero di coglierne altre e con molta probabilità gli autori avevano intenzioni del tutto diverse dalle mie, ma ho ritenuto che le storie che io ho visto meritassero di essere raccontate”.
C’è qualcosa di autobiografico oppure hai lasciato andare l’immaginazione?
“C’è solo biografia, sono le storie di Francesco, Angelo, Alexia, Benito, Gianluca, Walter, Marianne e Sara. Dove mancava qualche particolare ho attinto alla mia vita, come fanno tutti, ma nel complesso ho solo raccontato quella degli otto personaggi. Sono anche loro riminesi, per nascita o per adozione, anche se a qualcuno non piace credo che raccontino qualche cosa della nostra città. Non potrò mai smettere di ringraziarli, mi hanno raccontato aneddoti che non si rivelano neanche a un confessore, ovviamente io ho trascritto solo quelli che “si potevano dire”.
Che futuro avranno questi racconti?
“Non posso saperlo. Speriamo tutti che vengano letti, li ho messi in rete per questo. Un racconto che rimane chiuso in un cassetto è un coito interrotto”.
Hai avuto qualche contatto con Toiletpaper?
“Nessuno. Mi piacerebbe sapere cosa pensano gli autori delle opere dei racconti che mi hanno ispirato, ma immagino che rispondere alla mia curiosità sia l’ultimo dei loro pensieri”.
Che ne pensi del dibattito che hanno suscitato a Rimini le immagini di Cattelan?
“E’ stato simpatico. Finché non si travalicano i limiti della decenza trovo positivo tutto ciò che suscita un dibattito o un confronto. Credo che le opere che sono state scelte dall’archivio di Toiletpaper e utilizzate per la campagna Saluti da Rimini, rappresentino la riminesità attuale. Non so se la scelta l’hanno fatta Cattelan e Ferrari o se sono stati aiutati o influenzati da qualche intellettuale riminese, ma le trovo azzeccate. Come mi è capitato di sentir dire, penso che l’indignazione dei contrari derivi dal non voler accettare le proprie “debolezze”. Non è facile ridere sopra una gigantografia che ti ritrae mentre tieni un dito nel naso. Siamo una città solare, accogliente, paciosa, divertente, passionale. Se vogliamo fare i fighi ed ergerci a custodi dell’Arte e della Cultura abbiamo un bel po’ di pasta da mangiare…”
Grazie autore anonimo, e in bocca al lupo.
“Grazie a te. Quanto al lupo, crepi o viva, faccia lui”.
Mi è andata bene. Ad analogo augurio uno dei personaggi dei racconti risponde in modo più colorito. Se siete curiosi, i racconti li trovate alla pagina Facebook  “Saluti da Rimini – I racconti” e scaricabili su Dropbox. Resteranno anche quando i “cartoloni di Cattelan” li avranno smontati.