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Economia Provincia

Tranne l'export, tutti segni meno per le Pmi. Innovazione: il turismo latita

In foto: un momento della conferenza stampa
un momento della conferenza stampa
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 9 minuti
lun 15 dic 2014 14:59 ~ ultimo agg. 16 dic 11:41
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Un anno fa ci si attendeva una ripresa ma i dati, purtroppo, sono impietosi. L’unico segno più dei primi nove mesi dell’anno è per l’export. Altri elementi positivi nell’indagine congiunturale della Camera di Commercio è difficile trovarli.

Nel manifatturiero le imprese calano del 2,2% con un calo analogo del fatturato e della produzione (con punte del -3,5% nell’artigianato). Lieve aumento (+0,3%) per gli addetti pari a 21.187 lavoratori.

Nel commercio al dettaglio si contano in un anno l’1,5% di imprese in meno con un saldo di aperture e chiusure nel solo 2014 di -184 (416 cessazioni a fronte di 232 iscrizioni). Gli addetti scendono del 2% attestandosi a 12.396 e le vendite del 4,6%.

Nell’edilizia le imprese calano del 3,5% con un saldo nuove nate/cessazioni di meno 165. Il fatturato cala del 6,5% e gli occupati del 6,6 (sono a quota 11.003).

L’ancora di salvataggio per le imprese resta l’innovazione che fa rima con esportazione. Il rapporto 2014 evidenzia che anche nel riminese qualcosa si sta muovendo visto che il 47,5% delle imprese interpellate ha dichiarato di aver introdotto novità nell’ultimo triennio. Più facile innovare per le aziende grandi. I freni sono invece l’eccessiva fiscalità e il rischio d’impresa. Le piccole e medie realtà che popolano il territorio, spiega Moretti, hanno bisogno di fare rete e di cercare insieme di intercettare i finanziamenti dove ci sono: vale a dire in Regione e ancor più in Europa. Note dolenti arrivano per il turismo riminese: traino economico del territorio che segna il passo in termini di fatturato e fatica a cambiare. In termini di innovazione marketing e di prodotto è più indietro di quello costiero del resto della regione. Nota positiva: aumentano le aziende “green”.

I dettagli dell’indagine a cura dell’Ufficio Stampa della Camera di Commercio

INDAGINE CONGIUNTURALE PMI – 3° trim. 2014

L’indagine congiunturale sulle imprese dei settori del manifatturiero, delle costruzioni e del commercio al dettaglio, realizzata dal Centro Studi Unioncamere Nazionale per conto di Unioncamere Emilia-Romagna, si rivolge trimestralmente ad un campione di imprese con dipendenti, ricavato dal Registro Imprese, integrato con i dati ottenuti da altre fonti (in particolare Inps e Istat). A livello regionale il campione comprende circa 1.320 aziende dell’industria manifatturiera, 180 del settore edile e 800 del commercio al dettaglio, per un totale di 2.300; per ciò che riguarda il manifatturiero e l’edilizia, l’indagine è rappresentativa delle imprese fino a 500 dipendenti, mentre nel caso del commercio al dettaglio, l’indagine è rappresentativa della totalità delle imprese con dipendenti.

MANIFATTURIERO. La congiuntura manifatturiera provinciale risulta peggiore rispetto a quella dei due ambiti territoriali di confronto (Emilia-Romagna e Italia). Al 30/09/2014 la consistenza delle imprese attive ammonta a 2.677 unità, con un calo del 2,2% rispetto al 30/09/2013, mentre nei primi nove mesi dell’anno in corso, le 132 cessazioni hanno superato le 89 iscrizioni, determinando un saldo nati-mortalità negativo (-43); sul versante occupazione, al 30/09/2014 gli addetti risultano 21.187, in lieve aumento dello 0,3% rispetto al 30/09/2013. La produzione registra una diminuzione del 2,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, analogamente a ciò che si rileva in Emilia-Romagna (-1,2%) e in Italia (-0,8%). Il fatturato registra una diminuzione del 2,2%, superiore a quella riscontrata in Emilia-Romagna (-0,9%) e in Italia (-0,5%); la causa del decremento è imputabile al calo della domanda interna, alla quale si contrappone un aumento di quella estera. Il fatturato estero in provincia cresce infatti dello 0,5% rispetto al 3° trimestre 2013, anche se a ritmo inferiore rispetto a quello regionale (+2,7%) e nazionale (+3,4%). Gli ordini mostrano una diminuzione del 2,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; come per il fatturato, il dato provinciale è peggiore di quelli negativi riscontrati in Emilia-Romagna (-1,3%) e in Italia (-0,8%). Riguardo all’artigianato la situazione appare più critica: la variazione percentuale annua della produzione si attesta infatti a -3,5%. Valori negativi, sebbene più contenuti, si riscontrano anche a livello regionale (-3,3%) e nazionale (-2,4%).

EDILIZIA. Il settore delle costruzioni continua ad essere uno tra i più colpiti dalla crisi anche nell’anno in corso; basti pensare che in Italia, solo nei primi nove mesi del 2014, vi sono state ben 2.223 imprese entrate in procedura fallimentare (+18,2% rispetto allo stesso periodo del 2013). Al 30/09/2014 in provincia di Rimini la consistenza delle imprese attive nell’edilizia ammonta a 5.299 unità, con un calo del 3,5% rispetto a settembre 2013, mentre nei primi nove mesi del 2014 le 398 cessazioni hanno superato le 233 iscrizioni, determinando un saldo nati-mortalità negativo
(-165); sul versante occupazione, al 30/09/2014 gli addetti risultano 11.003, in diminuzione del 6,6% rispetto al 30/09/2013. Il fatturato mostra una diminuzione del 6,5% rispetto al 3° trimestre 2013, inferiore sia alla variazione che si registra in Emilia-Romagna (-6,7%) che a quella considerevole rilevata in Italia (-8,8%).

COMMERCIO AL DETTAGLIO. Anche il commercio al dettaglio sta tuttora risentendo della crisi in atto. La forte riduzione della domanda interna registrata negli anni passati ha inciso profondamente sul settore, costringendo molte imprese alla chiusura: basti pensare che in Italia, dal 2009 al 30/09/14 vi sono state 370.537 cessazioni a fronte di 262.115 iscrizioni, che in sostanza equivale a dire che, dall’inizio della crisi, sono “scomparse” ben 108.422 imprese commerciali (dati Registro Imprese). I dati di seguito delineati descrivono la situazione del commercio al dettaglio in provincia di Rimini. Al 30/09/2014 la consistenza delle imprese attive ammonta a 5.301 unità, con un calo dell’1,5% rispetto al 30/09/2013, mentre nei primi nove mesi dell’anno in corso le 416 cessazioni hanno superato le 232 iscrizioni, determinando un saldo nati-mortalità alquanto negativo (-184); sul versante occupazione, al 30/09/2014 gli addetti risultano 12.396, in diminuzione del 2,0% rispetto al 30/09/13. Le vendite mostrano una diminuzione del 4,6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; anche in Emilia-Romagna si riscontra una contrazione più contenuta (-3,8%), mentre l’Italia è caratterizzata da un calo maggiore (-5,3%). Analizzando la serie storica trimestrale degli ultimi due anni si osserva come tutte le variazioni siano di segno negativo e che il valore del 2° trimestre 2014 rappresenti la più bassa contrazione percentuale annua. L’anno in corso è caratterizzato da un andamento altalenante.

IMPORT-EXPORT. Le importazioni in provincia di Rimini al 3° trimestre 2014 (gennaio-settembre fonte Istat) sono pari a 555.286.422 euro, mentre le esportazioni risultano essere 1.447.216.994 euro; il saldo della bilancia commerciale è quindi ampiamente positivo (+891.930.572 euro). L’Unione Europea è il principale mercato di interscambio commerciale, con il 51,1% dei prodotti importati e il 52,4% dei prodotti esportati. Effettuando l’analisi per singolo Paese, per l’import i primi Paesi sono: Cina (14,6%), Germania (10,6%), Spagna (6,9%). Per l’export: Francia (9,5%), Stati Uniti (8,9%), Russia (8,8%). Gli articoli di abbigliamento risultano i principali prodotti sia per le esportazioni che per le importazioni. Considerando i primi nove mesi del 2014, rispetto allo stesso periodo del 2013, la provincia di Rimini è stata caratterizzata da un lieve incremento delle esportazioni, pari a +1,9%; l’incremento tendenziale risulta inferiore alla media emiliano-romagnola (+4,2%), ma superiore al dato nazionale (+1,4%).

IN SINTESI. L’andamento complessivo della Congiuntura del terzo trimestre 2014 non mostra segnali positivi a Rimini ad eccezione del fatturato estero del Manifatturiero. In generale tutti gli indicatori sono peggiori di quelli emiliano-romagnoli, sia nelle intensità negative che positive. Mentre in Emila-Romagna e in Italia il fatturato e gli ordini esteri sono tendenzialmente in crescita, a Rimini gli ordini esteri sono tendenzialmente in calo e il fatturato estero in crescita, ma molto lieve. Per quanto riguarda le variabili a livello nazionale, sono peggiori per Costruzioni e Commercio, mentre per la Manifattura sono più contenuti i cali di ordini, produzione e fatturato, ma più ampi gli incrementi di fatturato e ordini esteri, come è successo per il 2013.

RAPPORTO 2014 SULL’INNOVAZIONE – FOCUS PROVINCIA DI RIMINI

Il primo Rapporto sull’Innovazione nella provincia di Rimini, trae i dati da diverse fonti, fra le quali soprattutto dall’Osservatorio Innovazione Unioncamere Emilia-Romagna, strumento progettato e realizzato per rilevare il grado di innovazione delle imprese emiliano-romagnole, studiandone i punti di forza, le aree di miglioramento e altresì le criticità e volto, più in generale, a cogliere le esigenze delle imprese del territorio

Come è stata realizzata l’indagine. L’indagine è stata realizzata tramite un questionario strutturato (attivato a livello regionale per la prima volta nel 2006 e nel corso degli anni via via integrato ed arricchito), sottoposto fra maggio ed agosto 2014 a un campione di 141 imprese riminesi. Si sottolinea il fatto che questa edizione dell’indagine ha coinvolto imprese più strutturate rispetto ai campioni degli scorsi anni: si è voluto andare ad analizzare il fenomeno dell’innovazione nei contesti in cui è più alta la probabilità che si manifesti. I risultati delle precedenti rilevazioni hanno infatti mostrato che l’innovazione viene più di frequente introdotta dalle imprese più strutturate, di maggiori dimensioni e con più potere di investimento, oltre che dalle società di capitali. Il campione. Resta comunque, a livello sia provinciale che regionale, una netta prevalenza di piccole imprese, che costituiscono l’80,6% del campione provinciale. Le imprese riminesi del terziario coinvolte nell’indagine sono 66, pari al 47,5% del campione provinciale (contro il 24,8% medio regionale). Ciò a causa della maggiore propensione ai servizi del territorio riminese e anche della volontà di avere una numerosità più consistente per le realtà costiere in modo da rendere possibile, a livello provinciale, un approfondimento sui servizi e in particolare sul comparto del turismo (22,7%).

INNOVAZIONE: 2011-2013. Guardando all’ultimo triennio, il 47,5% del campione riminese dichiara di non aver introdotto alcuna innovazione (il dato medio regionale indica poco più del 39% di imprese non innovative, anche se in miglioramento rispetto al 55,8% del 2013). Tipologia di innovazione. Fra le imprese che hanno innovato nell’ultimo triennio, il 15,6% ha introdotto innovazioni di prodotto di tipo incrementale ed una percentuale pari al 14,9% ha introdotto innovazioni di processo, sempre di tipo incrementale. Ha realizzato innovazione radicale di prodotto il 6,4% delle imprese del campione riminese e il 9,7% di quelle del campione emiliano-romagnolo, mentre l’innovazione radicale di processo ha interessato una quota ancor più ridotta di casi: il 2,8% a Rimini e il 5,5% a livello regionale. Si nota una quota più elevata di imprese non innovative nella carta/editoria, nel terziario (compreso, nel caso di Rimini, il commercio e il turismo), mentre si rilevano situazioni più soddisfacenti per le imprese dei settori dell’elettronica/elettricità (poco numerose nel campione riminese), della meccanica, del legno/mobili. Le differenze non riguardano soltanto il settore produttivo bensì la dimensione di impresa, con le imprese più grandi che si dimostrano maggiormente in grado di innovare.

Una relazione nitida emerge inoltre con riferimento al grado di apertura al mercato internazionale dell’impresa: fra le imprese con mercati di sbocco collocati esclusivamente a livello locale non ha innovato il 54,7% dei casi, mentre fra quelle con un maggior grado di apertura, che presentano dunque tra i propri clienti soggetti collocati in paesi esteri del mercato globale, tale percentuale scende al 26,1%. Si può ritenere che la relazione tra grado di internazionalizzazione dell’impresa e innovazione realizzata sia di tipo bi-direzionale. Dall’analisi dei dati dell’Osservatorio emerge infatti che tra le imprese riminesi che hanno introdotto almeno un’innovazione nell’ultimo triennio, ben il 42,4% ha accresciuto le proprie esportazioni mentre fra le imprese non innovative quelle che hanno aumentato le proprie esportazioni sono appena il 4,5%.

Gli investimenti realizzati. I dati rilevati quest’anno segnano una positiva, seppur debole, inversione di tendenza, sia a livello provinciale che regionale. Il 16,7% delle imprese riminesi ha proceduto all’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature (prima delle voci di spesa seppur in controtendenza rispetto al 17,8% registrato nel 2013).

Gli ostacoli all’innovazione. La principale criticità, indicata da oltre sette imprese su dieci, così come già nelle tre precedenti indagini dell’Osservatorio Innovazione, è l’eccessiva pressione fiscale. Secondo principale ostacolo all’innovazione è il rischio d’impresa percepito come troppo elevato, in particolare dalla piccola impresa, seguito dalle difficoltà nel reperire personale qualificato.

I fattori favorevoli all’innovazione. I fattori che hanno favorito i percorsi innovativi secondo le imprese intervistate sono la collaborazione con i propri clienti (per il 72,6%), il trasferimento tecnologico da altri settori (63,3% – che a livello regionale occupa la quarta posizione con il 57,6%) e le conoscenze apportate dal personale (59,7% – che a livello regionale occupa la quinta posizione con il 56,2%). I benefici dell’innovazione introdotta. Il principale beneficio dell’innovazione è stato individuato dalle imprese nel miglioramento della qualità dei prodotti/servizi (88,9%), mentre al secondo posto si trova il miglioramento del risultato economico (72,6%). Circa un terzo delle imprese del campione riminese ritiene che le innovazioni introdotte in azienda abbiano portato a benefici anche per la collettività e il territorio di riferimento. Si tratta di benefici che riguarderebbero in primis l’eco-sostenibilità ed in seconda battuta ricadute socio-occupazionali.

L’innovazione e i dati di bilancio. Il primo dato interessante che emerge dall’analisi dei dati di bilancio per il quadriennio 2010-2013 delle società di capitali è una forte crescita del fatturato registrata per le imprese che nel triennio sono riuscite ad innovare (+25%), ed un decremento per le imprese riminesi che non hanno generato alcuna innovazione (-10%). Stesso trend per quanto riguarda il valore aggiunto, aumentato nell’ultimo triennio del 18,3% nelle imprese innovative, mentre solo del 5,5% in quelle non innovative.

FOCUS ICT. Fra i servizi e le funzioni resi possibili online dall’evoluzione delle Ict, quello maggiormente utilizzato dalle imprese intervistate (più dell’80%) è l’e-banking. L’89,9% delle imprese del campione riminese possiede un proprio sito web, contro l’86,8% della media regionale e fra queste risultano sensibilmente più diffusi siti web ad alta interazione con l’utente (26,4% dei casi a fronte del 13,3% medio regionale).

FOCUS GREEN ECONOMY. I benefici attesi dello sviluppo sostenibile sono soprattutto legati alla riduzione dei consumi di energia (giudicata “molto” o “abbastanza” importante da oltre 7 imprese su 10 intervistate, 72,1%), seguiti dall’aumento dell’efficienza energetica impianti, macchinari, edifici (59,4%) – entrambi i valori superiori alle medie regionali che si attestano rispettivamente a 66,9% e a 53,2%. Le imprese del campione riminese che dichiarano di aver già seguito un processo di conversione alla green economy sono il 14,9% in aumento rispetto al 2013 (12,3%).

FOCUS TERZIARIO – TURISMO. Sia a Rimini che nel resto della regione, le imprese del terziario risultano leggermente meno innovative: a Rimini il 51,5% contro il 54,8% del manifatturiero; a livello regionale 53,9% contro 63,2%. A Rimini e nel resto dell’Emilia-Romagna, le imprese del terziario (compreso turismo) hanno introdotto più di frequente innovazione organizzativa. Nell’ultimo triennio il comparto del turismo riminese ha innovato meno di quello costiero regionale nel suo insieme (43,8% contro 57,3%), soprattutto in termini di innovazione di marketing e di prodotto. Fra le imprese del manifatturiero di Rimini, siti web ad alta interazione con l’utente sono esibiti da meno del 19% dei casi (e addirittura dal 10,5% a livello regionale), da oltre il 35% di quelle dei servizi (valore decisamente superiore al 21,1% medio regionale per questo macro-settore) e addirittura dal 53,6% di quelle operanti nel turismo, valore a sua volta significativamente più elevato del 42,0% registrato per il comparto turistico costiero della regione Emilia-Romagna.