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Contestatori all'incontro con Alfano. Presidio Fiom e Cgil

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 8 nov 2014 17:00 ~ ultimo agg. 9 nov 12:10
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Un presidio con le bandiere Fiom e Cgil è stato organizzato stamane davanti all’albergo che ha ospitato una iniziativa Ncd-Udc con il ministro dell’Interno Angelino Alfano, a Rimini per sostenere il candidato alla presidenza regionale, Alessandro Rondoni. Tra bandiere e striscioni, distribuito un volantino della lista di sinistra L’Altra Emilia-Romagna: tutti contro le botte delle forze dell’ordine agli operai della manifestazione a Roma, il Jobs Act e le politiche di austerità in Europa.

Le ragioni dei contestatori:

Tra bandiere e striscioni è stato distribuito un volantino della lista contro le botte delle forze dell’ordine agli operai della manifestazione a Roma, contro il Jobs Act e le politiche padronali del governo Renzi e dell’Unione Europea.  Il ministro Alfano ha perso una bella occasione. Invece di uscire dall’albergo, fare due passi e scusarsi con gli operai per le aggressioni che hanno subito a Roma, li ha ignorati completamente. D’altro canto è lo stesso ministro che in queste ore ha fatto istituire le nuove regole di ingaggio per gli agenti in servizio durante le manifestazioni: ammanettamento, spray al peperoncino, fasce in velcro per immobilizzare, sfollagente, taser (pistola elettrica) e per finire manganello e lacrimogeni. Ovviamente di numero identificativo sulle divise neanche a parlarne. Alfano è venuto a Rimini e anzichè parlare della crisi, del lavoro che non c’è, del jobs act che rischia di togliere a quattro mila lavoratori riminesi gli ammortizzatori sociali e le tutele economiche previste dall’attuale ordinamennto. Invece di parlare della piaga che da sempre colpisce il nostro territorio e i lavoratori stagionali, e cioè il Lavoro Gravemente Sfruttato nel settore del turismo. Invece di affrontare questi temi fondamentali per il destino di migliaia di persone che vivono e lavorano a Rimini, si è messo a parlare solo ed esclusivamente di abusivismo commerciale. Se Alfano fosse venuto da noi a scambiare due parole gli avremmo suggerito cosa fare: 1.cestinare il jobs act. 2.allargare le tutele previste dallo statuto dei lavoratori e gli ammortizzatori sociali a precari e disoccupati (arti.18, reddito minimo, ecc.) 3.varare un fondo governativo ad hoc per l’assistenza economica ai lavoratori che denunciano le illegalità subite. 4.isitituire un marchio nazionale di qualità per le aziende rispettose del contratto nazionale. 4.creare una white list pubblica delle imprese italiane rispettose della legalità nei rapporti lavorativi. Ma Alfano ha preferito restare acquattato dentro l’albergo a guardarci dalla finestra. La cosa non ci sorprende visto che il ministro e il suo premier hanno fatto una scelta netta: colpire gli operai (anche fisicamente). Ma questo accanimento sortisce l’effetto opposto e il presidio di stamattina ne è la riprova.