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Rimini Social

L’Associazione Rione Montecavallo: un “frullatore” di arte, cultura e storia in chiave sociale

di Stefano Rossini   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
mar 2 set 2014 16:25 ~ ultimo agg. 3 set 12:15
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Il Rione Montecavallo è il primo rione riminese che ha deciso di costituirsi in associazione e dare vita a un progetto di riscoperta della storia del quartiere con uno sguardo anche al presente e al futuro. Un’iniziativa a forte valenza sociale, perché la storia è un forte collante. Ci racconta questo primo anno di attività il Presidente dell’Associazione Rione Montecavallo, Marco Sanchini, che ci anticipa anche un evento che si intende realizzare ad Ottobre per l’anniversario del ricollocamento in via Garibaldi di Porta Montanara, il monumento romano più antico della città.

 

montecavallo social1Sembra di tuffarsi nelle atmosfere del Bar Sport, descritto da Stefano Benni nei suoi romanzi. Gli elementi ci sono tutti: il biliardo, le carte, anziani che litigano tra loro per il gioco e le donne che li guardano un po’ perplesse, il bancone di legno, il cortile interno dove riposarsi al fresco.

Il Circolo Montecavallo è nato nel 1949 (ma per alcuni addirittura prima della Seconda Guerra Mondiale) per l’aggregazione degli anziani, uno dei tanti circoli della nostra città nel circuito nazionale Ancescao (Associazione Nazionale Centri Sociali, Comitati Anziani e Orti).

Oggi conta circa 300 soci, di tutte le età, ed è presieduto da Lucia Lamarra.

Nel 2006 anche Marco Sanchini, ingegnere riminese, si trasferisce per caso in questo quartiere e decide di diventare socio del Circolo.

Dopo qualche tempo, i due, che inizialmente battibeccavano per via dell’allegro baccano prodotto qualche volta dai frequentatori del Circolo, cominciano a pensare che sarebbe stato bello organizzare qualcosa che potesse coinvolgere tutto il quartiere, e non solo i soci del circolo stesso.

E così viene messa in piedi una festa alla quale sono invitati tutti gli 8.000 abitanti del quartiere, nasce un gruppo Facebook e si scopre una passione sempre più forte per l’interessante storia del Rione, approfondita e raccontata in modo accattivante e creativo. Il Rione infatti, compreso tra via Garibaldi, i Bastioni Meridionali e il Corso d’Augusto racchiude molta della storia di Rimini.

Nel marzo 2013 nasce l’Associazione Rione Montecavallo, di cui oggi Marco è Presidente e che annovera tra i soci fondatori abitanti e persone che lavorano nel rione, tra questi Giuseppe Marino Surdich, che svolge la funzione di segretario.

E’ il primo rione, tra i quattro riminesi (oltre al Montecavallo esistono il Rione Clodio, il Rione Pataro e il Rione Cittadella) che ha deciso di organizzarsi e dare vita a un’esperienza davvero coinvolgente.

Un vero e proprio frullatore, ben rappresentato dalla fotografia di Anna Banchetti, uno dei soci fondatori, che mescola insieme diversi ingredienti: storia, cultura, partecipazione attiva, sociale, arte, incontro tra generazioni…che danno vita a una miscela potente e inaspettata.

Un’esperienza molto simile a quella delle “social street” (www.socialstreet.it) che, a partire da via Fondazza a Bologna, si stanno diffondendo in tutto il territorio nazionale.

Chiediamo a Marco Sanchini di raccontarci meglio questo primo anno di attività dell’Associazione e i progetti per il futuro.

 

montecavallo social2Quali attività ha realizzato l’Associazione Rione Montecavallo in questo primo anno di vita?

Tutto è nato spontaneamente, in maniera assolutamente informale, a partire da un gruppo di persone che hanno iniziato insieme a fare un percorso di riscoperta del quartiere in cui vivevano. All’inizio si trattava di un comitato spontaneo di persone che qui nel quartiere abitavano o lavoravano, poi abbiamo deciso di costituirci in una Associazione per fare insieme un percorso culturale: non inteso però come qualcosa di astratto e lontano, ma piuttosto come occasione di arricchimento e scambio reciproco, alla portata di tutti.

Un primo passo è stato l’allestimento di una mostra fotografica (a maggio 2013) con le foto storiche raccolte dagli abitanti del rione e una prima festa sperimentale dove mi sono cimentato come guida storica del quartiere.

Lì ci siamo accorti che lo studio della storia può essere un fortissimo collante sociale perché la storia aggrega le persone nel ricordo, fa superare barriere e apre al confronto con gli altri.

 

Cosa è cambiato con la nascita dell’Associazione per gli abitanti del Rione?

Prima non ci conoscevamo, adesso davvero ci conosciamo quasi tutti. È più facile così contare l’uno sull’altro, aiutarsi a vicenda, fidarsi dei propri vicini. Le attività che realizziamo non sono però circoscritte solo a chi abita nel Rione. In questi mesi abbiamo ad esempio avviato una forte collaborazione con l’Associazione universitaria Slash, che sin da subito mi aveva colpito perché aveva tra i suoi scopi l’interazione con il territorio. Con loro abbiamo trasformato la mia presentazione del Rione in un piccolo spettacolo teatrale (“Rione Montecavallo Story”). Per noi l’aspetto della contaminazione con altre associazioni e diverse realtà è fondamentale. Ci vorrebbe un altro articolo solo per nominarle e ringraziarle tutte. In questi mesi hanno dato il loro contributo istituzioni importanti che hanno sede nel Rione come la Scuola, in particolare l’Istituto Maestre Pie, Il Circolo Montecavallo, l’Archivio di Stato. Vogliamo davvero che il territorio si organizzi e partecipi attivamente.

 

Un altro principio fondamentale dell’Associazione è infatti proprio quello della partecipazione attiva…

Esatto, desideriamo che le persone che abitano il Rione si sentano libero di esprimersi e dare vita alle proprie passioni, che siano esse il disegno, la fotografia, la musica, la lettura… Una signora che abita nel Rione, Donatella Di Cicco Naldini, ad esempio ha sempre avuto una passione per la storia e per la scrittura, è diventata socia dell’Associazione e l’abbiamo incoraggiata a realizzare un suo sogno. È nato così: “L’Etrusco del Rione Montecavallo”, un libro che racconta la storia di Arnth, un etrusco che l’autrice immagina muoversi proprio tra le vide del Rione. Paola Minicozzi, che abita e lavora nel rione, ama dipingere e i suoi quadri raccontano di se stessa e della sua visione della vita che forse nasce anche da quello che succede tutti i giorni in via Garibaldi, una delle strade più singolari della nostra città. Ma il vero boom è arrivato con il Rione Montecavallo Festival, gli scorsi 30-31 Maggio e 1 Giugno. Musica, poesia, teatro, arte, fotografia…ognuno ha dato il suo contributo, sentendosi libero di esprimere se stesso e le proprie passioni e abbiamo messo in piedi un evento che ci ha riempito di orgoglio e incoraggiato a proseguire nelle nostre attività. Artista per me è colui che fa, non un personaggio lontano e mitizzato. Tutti possiamo in qualche modo esprimere la nostra arte: penso ai bambini del Rione che si sono auto-organizzati e durante il Festival hanno allestito a sorpresa una mostra dei loro bellissimi disegni.

 

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

A ottobre verranno celebrati i dieci anni dal ricollocamento di Porta Montanara in via Garibaldi. Porta Montanara aveva un ruolo importante, di contatto tra l’entroterra e la città. Vorremmo valorizzare questo aspetto e abbiamo un’idea che vi riveliamo in anteprima: realizzare un evento che sia ovviamente di rievocazione storica ma che permetta anche alle persone di incontrarsi oggi e riscoprire il valore e la bellezza di stare insieme.

Vogliamo che nella nostra Associazione si possa promuovere il valore di co-progettare e soprattutto siamo convinti di una cosa: dallo studio del passato si possono ricavare spunti importanti per la costruzione del futuro. Per questo il “frullatore” della nostra Associazione contiene tanti elementi che si mescolano insieme e che ci aiutano a riscoprire la storia ma anche a guardare al futuro con uno sguardo originale e creativo.

Sono convinto che l’Associazione Rione Montecavallo in questo senso abbia anche una forte valenza sociale, perché dimostra che è possibile ritrovarsi insieme tra persone molto diverse per un obiettivo comune, mettendosi gratuitamente a disposizione. E abbiamo un sogno grande: un Ecomuseo che valorizzi al massimo il patrimonio artistico e culturale del Rione.

Speriamo così di poter essere d’esempio e incentivare anche gli altri rioni della città a organizzarsi e condividere un percorso simile al nostro e a quello dei già più famosi Borghi riminesi.

 

Silvia Sanchini

Per maggiori informazioni

Gruppo Facebook: Associazione Rione Montecavallo

rionemontecavallo.rn@gmail.com