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Rimini

Per i 'Venerdì di Scolca': spettacolo musicale ispirato al Silmarillion

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lun 21 lug 2014 12:49 ~ ultimo agg. 00:00
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La presentazione degli autori:

Tutto è cominciato come una sorta di sfida lanciata fra loro. Accomunati dalla passione per la musica e per la narrativa di J.R.R. Tolkien hanno pensato di tradurre in musica “Ainulindalë”, il capitolo introduttivo del “Silmarillion”. Il corpo di leggende del geniale scrittore inglese comincia con un “mito cosmogonico” (le definizioni fra virgolette sono dello stesso Tolkien) intitolato “la musica degli Ainur”, racconto che precede i primi capitoli del “Silmarillion”; sono pagine straordinarie per la loro attualità senza tempo che narrano dell’inizio della creazione dell’universo e delle tensioni che vi si svilupparono, dove a prendere corpo e ad incontrarsi e scontrarsi tra loro sono temi musicali, masse sonore, timbri e ritmi, insiemi sinfonici nei quali l’autore individua con precisione gli organici (arpe, liuti, flauti, trombe e così via).
Subito la sfida è partita: i quattro, diversi per temperamento e specializzazione, ma usciti tutti dalle aule delle classi strumentistiche dell’Istituto Musicale Pareggiato “G.Lettimi” di Rimini e partecipi da anni alla sperimentazione cameristica e piccolo-sinfonica dell’istituto di via Cairoli che li vede coinvolti in vari ruoli (strumentisti, solisti, direzione), hanno cominciato a comporre le loro musiche originali suddividendosi i compiti fra una decina di snodi del testo tolkieniano.
Nel breve giro di un paio di mesi ha preso forma un’opera a più mani, uno spettacolo multimediale della durata di circa un’ora e mezza, nel quale i brani musicali saranno inframmezzati da brevi letture di parti del racconto, a fare da trama, e da immagini proiettate nell’architettura della chiesa. L’esecuzione è affidata agli stessi autori che guideranno una orchestra d’archi, fiati (legni e ottoni) e percussioni. I risultati sono per ora coperti dal segreto, ma dalle poche note uscite qua e là da dietro le quinte delle serate di prova si indovina che la frequentazione del repertorio classico, romantico e novecentesco si fonde, in questi compositori al debutto, con una particolare attenzione al minimalismo contemporaneo.
Oltre che per mettere alla prova il talento dei quattro autori, la serata sarà l’occasione, per chi non ricordasse o non conoscesse “la musica degli Ainur”, di fare l’incontro con il Tolkien primigenio, quello che ancora prima della saga del “Signore degli Anelli”, già nei primi taccuini del 1917, si incaricava di disegnare i suoi cicli epici, tratteggiando un mondo immaginario fatto a cerchi concentrici. Ma più in particolare “Ainulindalë”, soggetto della serata a Scolca, è la descrizione dell’Essere, del Bene che si impone fin dall’inizio (Eru, l’Unico, chiamato Ilứvatar) creando tutto ciò che esiste dal canto. Un Unico che non è solo, ma convoca all’ascolto una comunità di creati, gli Ainur; essi a loro volta modellano e sviluppano quanto loro donato in una cascata di altre musiche (ecco allegoricamente indicato il tema della relazione fra il creatore e l’uomo). Quasi subito il panorama si complica poiché Melkor ha “l’idea d’interpolare motivi di propria immaginazione che non erano in accordo con il tema di Ilứvatar”, dove a prevalere sono melodie stridenti e dissonanti; in tal modo egli si differenzia dal coro divenendo il principio del male. Ne sorgerà uno scontro fra masse sinfoniche, che per ora lasciamo solo immaginare: per sapere come la storia va a finire, non possiamo fare altro che invitarvi allo spettacolo.