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Rimini

I manager Hera guadagnano più di Obama. Vitali lancia crociata anticasta su Fb

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gio 18 ott 2012 08:26 ~ ultimo agg. 00:00
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La pagina si chiama “Devono prendere meno di Obama”.
Se lo stipendio dell’uomo più potente del mondo è di 285mila euro l’anno, quello del presidente di Hera e del suo amministratore delegato è ben più alto: il primo, Tomaso Tommasi di Vignano, prende 467mila euro l’anno, il secondo, Maurizio Chiarini, ancora di più, 469mila.

Per Vitali una situazione inaccettabile soprattutto se si considera la struttura societaria di Hera: a maggioranza pubblica, con capitale misto pubblico-privato.

Il tema era già stato toccato da Vitali nei mesi scorsi, quando, insieme ai sindaci di Rimini, Forlì e Cesena, aveva chiesto ad Hera di abbassare gli stipendi dei manager.

La pagina aperta su Facebook in poche ore ha già raccolto un po’ di commenti sulla proposta. Alcuni positivi, altri scettici. C’è chi chiede che la proposta non si fermi alla provocazione ma si traduca in una petizione, e chi critica le azioni definite da “pseudo-indignatos” che servirebbero solo a dare visibilità a chi le propone.

E sul tema interviene con una nota anche il consigliere comunale di Sel Fare Comune Fabio Pazzaglia. “La volontà politica di ridurre le retribuzioni nel sistema pubblico”, scrive, “incluse le aziende come Hera i cui ricavi sono costituiti in prevalenza da tariffe pagate dai cittadini in regime di monopolio naturale, impone agli Enti Locali di allineare gli emolumenti dei dirigenti di Hera con quelli percepiti dai dirigenti di Comuni e Province, soci di Hera”. Allora le istituzioni locali si impegnino “a presentare insieme al maggior numero di soci di Hera la proposta di allineare i compensi del Presidente e dell’AD di Hera alla retribuzione dei Dirigenti degli Enti pubblici, attestandoli ad un livello non superiore a 200 mila euro lordi annui, e di ridurre i compensi degli altri membri del CdA, portandoli ad un livello non superiore ai 30 mila euro lordi annui”.