Fusione, convocata V Commissione. Sindaci Acegas auspicano nuovi ingressi

Il secondo gruppo multiutility italiano, il primo gruppo nazionale in materia di ambiente e il secondo per il ciclo idrico integrato. Questo il ritratto del nuovo colosso che nascerà dalla fusione tra Hera e Acegas, che dopo l’approvazione sarà operativa dal primo gennaio. Un’operazione che però nei capoluoghi emiliano romagnoli sta trovando forti resistenze.
Bologna ha approvato la delibera lunedì notte, dopo una maratona di 12 ore e profonde spaccature in maggioranza. Approvazione anche a Modena, ma con quattro consiglieri del PD astenuti. Il caso più eclatante, al di là della ridotta partecipazione azionaria, è quello di Forlì, dove il sindaco Balzani ha convinto il consiglio comunale a un plebiscito per il no, lamentando anche “pressioni incredibili”. Tra gli altri no illustri nei non capoluoghi, Sassuolo.
Divisioni si respirano anche a Rimini, dove in maggioranza Federazione della Sinistra e Italia dei Valori sono intenzionate al no. Ma Rimini arriverà all’assemblea di lunedì solo col passaggio nella quinta commissione consiliare, riconvocata in extremis dopo che le richieste di una seduta del Consiglio sono cadute nel vuoto. Non per volontà del sindaco o della Giunta, ha ribadito ieri Gnassi: la deliberà avrà il suo iter. Fatto sta che Rimini a Bologna non porterà l’espressione del Consiglio, unico capoluogo in Regione ma non solo. Anche Trieste e Padova, serviti da Acegas, hanno votato nelle scorse settimane.
E anche qui con defezioni nelle maggioranze di centrosinistra e con proteste dei comitati referendari. Ai quali il sindaco di Padova ha risposto citando i rischi di perdere il controllo dei servizi senza grandi aziende in grado di competere negli scenari futuri coi colossi europei.
Insieme al collega triestino, si dice fermamente convinto dell’operazione. Tanto da auspicare che alla nuova compagine possano unirsi presto anche altre aziende di servizi del nordest.

(Newsrimini.it)