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Oggi Rino Zangheri compie 80 anni, da 40 è alla guida dei Pirati

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Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 5 giu 2012 13:48 ~ ultimo agg. 00:00
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Dice che nella vita conta soprattutto guardare avanti, mai indietro. Del resto, sarebbe altrimenti difficile spiegare i tanti successi messi in bacheca (nello sport come nel lavoro) e tutta quella voglia di vincere che resta sempre la stessa, quando, addirittura, non aumenta, proprio come dimostrato in questo campionato – si legge in una nota del Baseball Rimini -. Quando però si arriva a toccare un traguardo importante come gli ottanta anni, e per di più dopo aver costruito tutto ciò che lui ha saputo costruire giorno dopo giorno, anno dopo anno, buttare uno sguardo al passato e trarre un bilancio, seppur ancora necessariamente provvisorio, diventa pressoché inevitabile. E particolarmente piacevole se a tracciarlo è un personaggio come Rino Zangheri, da ormai quarant’anni numero uno dei Pirati.

“Beh, si tratta di una data molto importante e significativa – confessa il presidente neroarancio – perché mi dà modo di fare una bella riflessione su ciò che è stata la mia vita fino ad adesso, e il bilancio non può che essere positivo. Voglio dire, in quelli che ritengo essere i tre aspetti fondamentali per me, ovvero la famiglia, lo sport e il lavoro, ho raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato e di questo sono molto contento e orgoglioso. Ecco perché non posso che augurarmi di continuare così e di avere altre soddisfazioni da qui in avanti. Qualche giorno fa, un’astrologa mi ha letto la mano e mi ha detto che vivrò fino a 97 anni senza problemi, per cui ho buone prospettive per il futuro!”.

Come festeggerà i suoi ottant’anni?
“In parte l’ho già fatto, nel senso che domenica scorsa mi hanno organizzato una festa di compleanno a sorpresa con parenti e amici. Non me la sarei mai aspettata, anche perché, tra tutti, eravamo in un centinaio. Questa sera, invece, andrò a cena soltanto con nipoti e figli, oltre a mia moglie, naturalmente”.

Nella sua vita, le soddisfazioni e i successi non sono di certo mancati.
“E’ vero. Nel lavoro, per esempio, siamo una delle aziende più importanti nella lavorazione del legno e, lo dico con grandissimo orgoglio, in un periodo di crisi come questo, non siamo dovuti ricorrere alla cassa integrazione neppure per una sola ora.
Nello sport, invece, credo che undici scudetti rappresentino un bottino eccezionale. Il più bello? Io dico sempre l’ultimo, anche se sono stati uno più bello dell’altro. E poi c’è la mia famiglia, che rappresenta la mia soddisfazione più grande”.

Qualche rimpianto, invece?
“Non ne ho, sono sincero. Come ho già detto in precedenza, infatti, ho ottenuto ciò che mi ero prefissato, ho avuto inoltre la possibilità di fare tutto quello che mi interessava e sono contento di averlo fatto. Ecco perché non ho nulla su cui recriminare”.

C’è allora qualcosa di cui si è pentito?
“Beh, di errori ne avrò senz’altro commessi in tutti questi anni, però ho sempre cercato di rimediarvi e credo di esserci riuscito. In fondo ho un carattere un po’ strano io…”.

Lei è uno abituato a vincere: nella vita, ha avuto più amici o nemici?
“Di nemici ce ne sono stati, ma non ho mai dato loro troppa importanza, preoccupandomi piuttosto di seguire la mia strada senza pensare al resto. Gli amici? Ne ho avuti tanti, che mi hanno aiutato e che mi sono stati vicini. Da questo punto di
vista non posso certo dire di essere scontento”.

La partita che non avrebbe mai voluto perdere?
“Sotto la mia presidenza, ne abbiamo giocate più di duemila e ce ne sono state parecchie che sono andate male, per cui non riesco a indicarne una soltanto. E poi preferisco pensare alle vittorie future piuttosto che alle sconfitte passate.
L’ultimo scudetto lo abbiamo vinto nel 2006, di tempo ne è passato troppo ormai per continuare a restare a bocca asciutta. Però sono soddisfatto della squadra che abbiamo allestito in questa stagione, perché ho visto che si è formato un gruppo eccezionale, con bravissimi giocatori allenati da un ottimo manager come Catanoso, al
quale vanno riconosciuti parecchi meriti. E poi quest’anno ha deciso di stare più vicino alla squadra rispetto ai campionati precedenti, e questo nonostante tutti gli impegni di lavoro. Insomma, il presidente è presente, la formazione è competitiva e puntiamo alla finale scudetto”.

A proposito: se il titolo sfugge ormai da sei anni, con la Coppa Campioni siamo messi ancora peggio, con l’ultimo successo che risale addirittura al lontanissimo 1989.
“Già, ne abbiamo messe solo tre in bacheca, ma sarebbero potute essere molte di più se, per una ragione o per l’altra, non ci fosse andato sempre qualcosa storto”.

Quarant’anni da numero uno del Baseball Rimini: la sua formazione ideale?
“E’ impossibile stilarne una soltanto, perché da queste parti di campioni ne sono passati davvero tanti e mi dispiacerebbe nominare qualcuno piuttosto che un altro. C’è stato anche qualche giocatore meno bravo, e forse in quel caso la colpa è stata mia, perché sono stato meno capace di scegliere. Per chi non sta da questa parte della scrivania, però, non è facile capire come sia complicato puntare sempre sugli uomini
giusti”.

Lei è, di fatto, il baseball a Rimini: un peso o un onore?
“Io sono convinto che morto un papa se ne faccia un altro, per cui dopo di me ci sarà sicuramente qualcun altro. Il fatto è che in passato sono stato un po’ egoista, nel senso che in tutti questi anni non ho tirato su gente che mi potesse succedere alla presidenza. Però, ripeto, non credo che il baseball a Rimini finisca con me”.

Ogni anno dice che è l’ultimo, poi però è sempre lì, al suo posto…
“In questo sport ho trovato qualcosa di molto piacevole, perché è un gioco intelligente e che mi dà un grande entusiasmo. Da parte mia, ci ho sempre messo tantissima grinta e ho sempre lottato per vincere, perché altrimenti sarebbe meglio andare a spasso. Quest’anno mi sento molto in forma e carico: come al solito, con la squadra so essere buono e cattivo allo stesso tempo, ma i giocatori hanno ormai imparato a conoscermi e lo accettano… Il giorno in cui non avrò più la forza per arrabbiarmi e urlare, sarà giunto il momento di ritirarmi. Però, per il momento, ho ancora una
grandissima voglia di vincere”.

Lo sappiamo. Auguri Pres.