Dopo l’ennesimo atto persecutorio nei confronti della 33enne, un 61enne riminese è stato raggiunto di nuovo dal provvedimento che lo aveva già colpito qualche mese fa.
La Squadra Mobile ha appurato che l’uomo non aveva capacità di autocontrollo nei confronti della donna, che perseguitava con appostamenti e minacce, di persona e per telefono. Vittime di minacce anche i familiari dell’uomo che, dopo che lui l’aveva cacciata di casa, l’avevano accolta con i due figli minorenni. Vittima delle sue minacce anche la baby sitter della moglie, che ha presto rinunciato all’incarico.
Il tribunale ha comunque affidato i figli all’uomo, che li ha per cinque giorni a settimana. L’uomo, imprenditore, infatti ha maggiori disponibilità economiche (paga per i figli 850 euro di alimenti mensili) e, anche se ai domiciliari, può permettersi una baby sitter. La donna invece è spesso impegnata col lavoro. Il procedimento civile e quello penale viaggiano su binari separati.
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