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Riccione Turismo

L'ufo che scatenò una tempesta. Dieci anni fa la campagna 'aliena'

In foto: Dieci anni fa a Riccione sbarcarono gli ufo. O almeno così si disse per qualche giorno. Abbiamo ripercorso la vicenda di una campagna promozionale che fece notizia, ma fece anche arrabbiare qualcuno.
Dieci anni fa a Riccione sbarcarono gli ufo. O almeno così si disse per qualche giorno. 
Abbiamo ripercorso la vicenda di una campagna promozionale che fece notizia, ma fece anche arrabbiare qualcuno.
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mar 26 lug 2011 15:30 ~ ultimo agg. 00:00
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26 luglio 2001, sette del mattino. Ad Aquafan vengono ritrovati strani segni sull’erba: tre cerchi di due metri di diametro disposti ai vertici di un triangolo equilatero cosparsi di una sostanza ignota. Intervengono i Carabinieri e il tratto viene transennato in attesa di accertamenti.
I curiosi accorrono sul posto, la versione di uno sbarco alieno prende subito piede: siamo ancora sull’onda di X Files, telefilm culto che negli anni precedenti aveva rilanciato il filone, e delle leggende dei cerchi nel grano (di qui a poco uscirà “Signs”).
Media locali e nazionali, Ansa compresa, riprendono la notizia. E della vicenda si interessa subito il Centro Italiano di Studi Ufologici, che manda esperti sul posto. Ma la verità viene a galla a stretto giro: una messa in scena per lanciare la campagna promozionale “Riccione: ultimo pianeta della terra” legata a quella regionale “Vacanze da Ufo”. E in giro per la città cominciano a girare figuranti travestiti da alieni. Ma non tutti la prendono bene, a partire dagli stessi ufologi che minacciano un esposto per “diffusione di false notizie suscettibili di turbativa pubblica”.
E mentre la Regione prende le distanze, in città l’opposizione ne fa un caso politico. Ma l’Amministrazione, in primis il sindaco Imola, non si scompone e pochi giorni dopo presenta la campagna in una conferenza stampa insieme all’ideatore, Andrea Pollarini. Poi, come sovente avviene, il caso si sgonfia nel giro di breve. Un’idea nata da privati, in accordo con Aquafan, su cui la stessa Amministrazione giocò. Anche perché, a quel punto, bisognava cercare di riportare nei ranghi una tempesta di reazioni più forti del previsto. Oggi quella campagna è pure studiata come esempio di marketing. Ma per certi versi fu un boomerang, commenta Imola a dieci anni di distanza. A volte smitizzare certi argomenti può anche essere utile, ribadisce l’ex sindaco, lasciando però intendere che all’epoca difendere il finto sbarco non fu poi così semplice.
E infatti, da quella volta, di ufo, veri o finti, a Riccione non ne sono più arrivati.

(Newsrimini.it)