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Cronaca Rimini

Estorsione e minacce a connazionale, arrestati sei cinesi

In foto: Arrestati ieri a Rimini sei cinesi per rapina ed estorsione aggravata ai danni di un connazionale. L'uomo avrebbe dovuto consegnare loro 60 mila euro per un debito di gioco in realtà mai contratto. L'operazione, scattata dopo la denuncia a fine giungo della vittima, è stata portata a termine dalla Squadra Mobile di Rimini
Arrestati ieri a Rimini sei cinesi per rapina ed estorsione aggravata ai danni di un connazionale. L'uomo avrebbe dovuto consegnare loro 60 mila euro per un debito di gioco in realtà mai contratto. L'operazione, scattata dopo la denuncia a fine giungo della vittima, è stata portata a termine dalla Squadra Mobile di Rimini
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ven 8 lug 2011 15:18 ~ ultimo agg. 00:00
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Quello che doveva essere un fine settimana di divertimento insieme a connazionali ad Alba Adriatica, per un 50enne cinese residente a Rimini si è trasformato in un incubo fatto di richieste di denaro e minacce, terminato solo con l’arresto di sei connazionali.

L’uomo ha raccontato in una denuncia fiume di essere stato contattato da un conoscente, di essersi recato ad Alba Adriatica e di essersi risvegliato, la mattina seguente dopo essere stato probabilmente narcotizzato, con il portafoglio alleggerito dei 3mila euro che si era portato per il fine settimana di svago.

“Tu non te lo ricordi ma ieri sera hai giocato a poker e hai perso 60mila euro che ci devi restituire”. Con queste parole è iniziata l’attività di ricatto dei sei, tra i 40 e 22 anni incensurati e residenti nel teramano, incastrati grazie alla registrazione video che ritrae due componenti della banda, il piccolo e il grande prete così si fanno chiamare, mentre prendono 10mila euro dalla vittima minacciandolo anche di morte nel caso non avesse saldato il debito.

Una trappola organizzata e filmata dagli agenti grazie alla collaborazione dell’uomo che ha sporto denuncia, fatto questo considerato non usuale per la comunità cinese dagli stessi investigatori. Tutti i componenti dell’organizzazione si trovano ora in carcere a disposizione del pm Paola Bonetti ma l’attività dei sei potrebbe aver avuto precedenti nel territorio riminese. “Una formula cosiddetta pulita – ha sottolineato il capo della Squadra mobile di Rimini Nicola Vitale – di rinvestimento di capitali in altre attività più o meno lecite”

(nella foto Newsrimini.it, la conferenza sull’operazione)