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Referendum acqua. Hera: tariffe e investimenti garantiti solo fino al 2012

In foto: "Per il 2011, Hera ed Ato di Rimini hanno già programmato tariffe ed investimenti. Ma dal 2012, si apre un nuovo scenario". Il direttore di Hera Rimini, Edolo Minarelli, anticipa le possibili conseguenze dei referendum sul servizio idrico riminese.
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mer 15 giu 2011 17:45 ~ ultimo agg. 00:00
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Dopo la vittoria dei sì nei referendum sull’acqua, cosa cambierà nel servizio idrico sul territorio di Rimini?
“Il Gruppo Hera e l’Ato hanno già programmato per il 2011 investimenti e tariffe – risponde Edolo Minarelli, direttore di Hera Rimini. – Non credo che il referendum abbia effetti retroattivi sui contratti già in essere, che prevedono investimenti importantissimi per il nostro territorio. In realizzazione o in appalto per il 2011 abbiamo la riqualificazione dei depuratori di Cattolica e di Riccione e il raddoppio di quello di Santa Giustina, per una decina di milioni di euro.

Fortunatamente il 2011 è programmato e stabilito in tutta la sua attività. Ma dal 2012 si apre un nuovo scenario, non tanto per Hera quanto per le istituzioni democratiche del Paese.

L’articolo 23-bis che stabiliva le modalità per l’affidamento dei servizi tramite gara è stato abolito. E’ ovvio che dovrà essere sostituito da un nuovo provvedimento a livello nazionale, perchè la normativa europea va rispettata.

Con l’abolizione dell’articolo che garantiva l’adeguata remuneratività dei servizi, è evidente che il sistema tariffario va rivisto. Per il 2011 noi lavoreremo con quello definito insieme all’Ato, poi aspettiamo i provvedimenti per il 2012”.

C’è da aspettarsi un abbassamento delle tariffe per l’eliminazione del 7%, o una riduzione degli investimenti?
“Credo che il buon senso prevarrà e riusciremo a raggiungere una soluzione equilibrata che consenta da un lato di mantenere la giusta redditività per l’attività aziendale, dall’altro di adeguare il metodo tariffario all’esito dei referendum”.

Prima del voto, l’amministratore delegato di Hera, Chiarini, aveva detto che se fossero prevalsi i sì, gli investimenti sarebbero stati a rischio. Secondo lei, c’è questa possibilità?
“Aspettiamo un nuovo provvedimento nazionale sull’affidamento dei servizi tramite gara. Il rischio c’è se il parlamento non riscrive l’articolo abolito sulla giusta remunerazione che è un diritto per tutte le aziende che operano nel settore dei servizi pubblici”.

(Newsrimini.it)