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Economia Provincia

La Provincia si prepara ad alzare l'addizionale rc auto: in arrivo 1,2 milioni

In foto: L'Amministrazione provinciale proporrà al Consiglio di aumentare l'addizionale sull'rc auto dal 12,5% al 16%, come consentito dalle nuove norme sul federalismo fiscale. Per i cittadini si tradurrebbe in un aumento tra i 7 e i 15 euro in base all'ammontare della polizza.
L'Amministrazione provinciale proporrà al Consiglio di aumentare l'addizionale sull'rc auto dal 12,5% al 16%, come consentito dalle nuove norme sul federalismo fiscale. Per i cittadini si tradurrebbe in un aumento tra i 7 e i 15 euro in base all'ammontare della polizza.
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mer 22 giu 2011 16:23 ~ ultimo agg. 00:00
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Un aumento della tassazione locale che secondo l’assessore provinciale al Bilancio ha una “giustificazione etica”: “Non applichiamo una gabella per autoalimentare una struttura burocratica – spiega Carlo Bulletti in una lunga nota – ma per dare una risposta concreta e immediata ad azioni e servizi irrinunciabili”.

Secondo Bulletti, l’adeguamento dell’addizionale rc auto porterebbe nelle casse della Provincia 1 milione 200 mila euro. Questa la distribuzione dei fondi ipotizzata dall’assessore al Bilancio: 200.000 euro per il sostegno all’handicap, 200.000 per la manutenzione delle strade e la sistemazione di frane a seguito dei danni del maltempo durante l’ultimo inverno, 350.000 euro per i rimborsi per le spese elettorali sostenute per legge dai Comuni, e 420.000 euro per compensare i tagli dei trasferimenti statali e regionali.

La nota stampa della Provincia di Rimini

“Il Decreto Legislativo 68/2011, in vigore dal 27 maggio, ha disegnato il quadro fiscale di riferimento del federalismo regionale e provinciale. Molte le novità per gli enti di cosiddetta area vasta: soppressione dei trasferimenti statali e regionali, compartecipazione a tributi regionali, rimodulazione dei tributi propri. Modifiche sostanziali del quadro delle risorse finanziarie che si incroceranno con i risultati dell’analisi dei costi standard e la successiva armonizzazione dei sistemi contabili delle amministrazioni pubbliche per la concreta applicazione del federalismo.
Tra le novità introdotte dal decreto sul federalismo quella di più immediata applicazione riguarda la possibilità data ai Comuni di ritoccare l’addizionale Irpef e per le Provincie (che non hanno tassazioni dirette sui cittadini) di adeguare l’addizionale alla rc auto. Attualmente l’ammontare dell’addizionale alla rc auto, uguale per tutte le Provincie d’Italia, è pari al 12,5%; entro l’estate ciascun ente avrà la facoltà di arrivare fino ad un massimo del 16%. Su una polizza media di 500 euro, ad esempio, si verificherebbe un aumento della spesa per l’assicurato di circa 15 euro oppure di 7 euro per una polizza media di 350 euro. La possibilità di modificare la misura dell’irpef e dell’rc auto interrompe il cosiddetto blocco che a partire dal 2007 ad oggi ha mantenuto sostanzialmente invariata la pressione fiscale degli Enti locali e nel caso dei comuni riducendola drasticamente in seguito alla soppressione dell’ici. L’effetto del blocco si è sommato in senso negativo per le finanze provinciali al progressivo taglio dei trasferimenti statali e regionali (che di fatto saranno azzerati nel 2012) e alla riduzione delle entrate proprie legate al mercato dell’auto (ipt e rc auto) e dei consumi (addizionale energia elettrica) in dipendenza della fase recessiva delle economie registrata a partire dal 2008.
Dal 2006 al 2011 la compartecipazione irpef trasferita dallo Stato alla Provincia è stata sostanzialmente dimezzata, passando da 3 milioni e 600 mila euro a 1 milione e 900 mila. Le entrate proprie sono passate da 29 milioni e 800 mila del 2007 a 28 milioni e 400 del 2010, una riduzione ulteriormente pesante se si considera che a partire dal 2010 è affluito nelle casse della Provincia il gettito del territorio dell’Alta Valmarecchia. Ridotti anche i trasferimenti regionali per le spese generali dell’Ente, passati dai 3 milioni del 2006 ai 2,6 del 2010. Complessivamente il confronto fra le risorse disponibili nel 2006 rispetto al 2011 evidenzia una riduzione di circa 3 milioni di euro. Si tenga conto che, per quanto riguarda la Provincia di Rimini, la contrazione delle risorse nello stesso periodo è stata in parte tamponata sul versante del risparmio dei costi della politica (- 32 per cento nel 2010 rispetto alle spese del 2006) e degli incarichi e consulenze (- 20 per cento).
In questo quadro si è inserita per la Provincia di Rimini l’estensione delle proprie competenze al territorio di sette Comuni. L’accorpamento amministrativo da 20 a 27 Comuni, ad esclusione di trasferimenti regionali per viabilità e edilizia scolastica, non è stato accompagnato- nonostante una quantità industriale di impegni e promesse- da alcun trasferimento statale straordinario ed è stato pertanto gestito con le medesime risorse di cui l’Ente disponeva ma fronteggiando richieste di un territorio raddoppiato nella sua estensione, viabilità in primis.
Il difficile quadro finanziario è stato, se possibile, ulteriormente e definitivamente aggravato dall’inasprimento, registrato a partire dal 2007, del patto di stabilità che ha bloccato la possibilità per l’Ente di realizzare investimenti. Il maggior gettito dell’rc auto rappresenta per le Provincie, sotto questo aspetto, un’opportunità per allentare i vincoli del patto e mantenere gli impegni assunti sul fronte degli investimenti strategici (scuole e strade soprattutto).
L’incertezza del federalismo a partire dal 2012, la soppressione dei trasferimenti statali e regionali e sostituzione con compartecipazioni dal contenuto ancora incerto, completano il quadro attuale.
Quello che emerge, in sintesi, è una trasformazione profonda della fiscalità in ambito comunale e provinciale (e degli stessi trasferimenti statali) che nel 2012 andrà a comporre un panorama così riassumibile:

– azzeramento dei trasferimenti da parte dello Stato
– soppressione dell’addizionale Enel e sostituzione del gettito all’interno della compartecipazione Irpef
– modifica della modalità di calcolo IPT sui veicoli alla prima immatricolazione (la cui entrata in vigore, prevista da luglio, è in via di rinvio)
– soppressione dei trasferimenti regionali “generici” (vedi personale per funzioni trasferite ecc.) e sostituzione con compartecipazione alla tassa regionale sul bollo auto

Le problematiche sopra evidenziate stanno orientando la maggioranza delle provincie italiane ad adeguare l’aliquota dell’rc nella misura massima consentita. In Emilia Romagna già diversi Enti provinciali hanno deliberato l’incremento.
Con questo senso di responsabilità addosso, ritengo che anche noi dobbiamo procedere ad un’applicazione dell’aliquota addizionale sulle polizze rc auto.

Dobbiamo farlo per non condannare i nostri bilanci a dover stare solo dietro agli impegni che derivano dall’infrastrutturazione del nostro territorio attraverso le cosiddette partecipate (sulle quali peraltro porteremo nei prossimi mesi all’attenzione del Consiglio una proposta di razionalizzazione e di riduzione dell’impegno in quelle meno strategiche), rischiando di dovere mettere in discussione livelli di servizio essenziali o di non poter effettuare investimenti che rientrano nei nostri compiti di istituto (la prioritaria partita dell’edilizia scolastica) o in necessità primarie del territorio (gli interventi sulle strade e sulla mobilità in generale).

Con gli effetti sul nostro attuale bilancio dell’adeguamento (circa 1,2 mln euro) si darà una risposta concreta e immediata ad azioni e servizi irrinunciabili: sostegno all’handicap (200 mila euro), interventi per la manutenzione delle strade e la sistemazione di frane a seguito dei danni del maltempo durante l’ultimo inverno (200 mila euro), rimborsi per le spese elettorali sostenute per legge dai Comuni (350 mila euro), tagli dei trasferimenti statali e regionali (420 mila euro).

Investimenti essenziali per il territorio, servizi essenziali che dobbiamo mantenere se lo Stato continua a ridurre i trasferimenti.
E penso anche che, oggi come domani, dobbiamo fare una scelta netta di privilegio dei piccoli e medi comuni quelli che, per intenderci, non possono utilizzare la leva fiscale della “nuova tassa di soggiorno” di cui dispongono ‘in potenza’ i comuni della fascia costiera.

Credo che questi siano gli indirizzi che consentano alla nostra proposta di adeguamento di ‘reggere eticamente’: non applichiamo una gabella per autoalimentare una struttura burocratica (i cui costi, come spiegato più sopra, continuiamo a ridurre) ma per corrispondere alle esigenze della comunità provinciale.

Ed è su questa base, di massima trasparenza e sincerità, che dobbiamo affrontare il confronto consiliare”.