Indietro
menu
Politica Rimini

Il Pdl lancia la campagna elettorale di Lombardi. Porta aperta alla Lega

In foto: Presentazione ufficiale questa mattina a Rimini per il candidato sindaco del Pdl, Marco Lombardi. A lanciarne la campagna elettorale avrebbe dovuto essere il capogruppo del Pdl alla camera, Fabrizio Cicchitto, che invece non c'era per problemi di salute.
Presentazione ufficiale questa mattina a Rimini per il candidato sindaco del Pdl, Marco Lombardi. A lanciarne la campagna elettorale avrebbe dovuto essere il capogruppo del Pdl alla camera, Fabrizio Cicchitto, che invece non c'era per problemi di salute.
di    
Tempo di lettura lettura: 6 minuti
sab 26 mar 2011 16:14 ~ ultimo agg. 00:00
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 6 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Dopo mesi di guerra intestina, il Pdl ha scelto. Sarà Marco Lombardi il candidato sindaco di Rimini per le comunali del 15 e 16 maggio. Una decisione – sottolinea il direttivo riminese – presa dall’ufficio di presidenza nazionale, su indicazione del coordinatore regionale Berselli e di gran parte dei consiglieri comunali e provinciali.

“Visto il tempo perso e i contrasti che hanno reso impossibile la scelta di un candidato civico sopra le parti – ha spiegato il deputato Pdl Sergio Pizzolante – abbiamo scelto il candidato migliore al nostro interno, per tentare di vincere questa scommessa e recuperare il tempo perduto. La decisione è stata presa da Berlusconi ed è irreversibile”.

“Avrei preferito che la scelta rimanesse in ambito locale ma così non è stato – ha detto marco Lombardi. – Ringrazio il direttivo nazionale per aver creduto in me. Gioenzo Renzi si giocherà la sua partita all’interno della lista, e in base al risultato e soprattutto all’atteggiamento potrà avere un posto nell’eventuale squadra del sindaco”.

Tra le priorità del programma, il recupero di 20 milioni di euro dalla rinuncia al trc e di 40 milioni dalla vendita di azioni hera e una riorganizzazione della macchina amministrativa basata sul metodo Toyota, con decurtazioni agli stipendi dei dirigenti inadempienti.

Sul piano delle alleanze, già certa l’adesione de La Destra. Porta spalancata invece alla lista dei cattolici e alla Lega, che proprio ieri ha annunciato la candidatura a sindaco di Marco Casadei.

“Non ci sono state fornite ragioni per uno strappo così grave – ha detto Pizzolante. – Se l’alleanza di governo a Rimini si presenta divisa e il centrodestra arriva al ballottaggio con una distanza difficile da colmare da Gnassi, la responsabilità sarà tutta della Lega. La nostra porta sarà spalancata per tutta la prossima settimana: siamo disposti anche a trattare su punti del programma come aeroporto, fiera e partecipazione in Hera”.

(Newsrimini)

L’intervento di Marco Lombardi

Ringrazio Berlusconi ed i vertici regionali e nazionali del PDL per l’onore che mi hanno riservato.

E ringrazio mia moglie per avermi incoraggiato a buttarmi in questa nuova sfida.

Per chi come me considera la politica un servizio, fare il Sindaco della propria città è la massima aspirazione possibile.

Ho resistito alle pressioni locali per candidarmi subito, perché mi rendevo conto che in effetti tre competizioni elettorali in tre anni sono pesanti e per questo assieme al direttivo del PDL di Rimini avevamo individuato un’altra soluzione che ancora oggi reputo assai valida.

Ma quando il Coordinatore Regionale Berselli mi ha proposto ed il Comitato di Coordinamento Nazionale con l’approvazione di Berlusconi mi ha indicato come candidato Sindaco, non ho certo potuto sottrarmi.

Del resto, come ho detto, la mia linea era già stata ampiamente approvata nel direttivo provinciale del PDL Rimini.

Io sono nato con Forza Italia , poi ho contribuito alla formazione del PDL che a Rimini gode di ottima salute, al di là di legittime ambizioni personali di qualcuno, proprio per la fattiva convivenza tra la componente ex AN ed ex FI.

A tal proposito voglio ricordare che siccome siamo tutti artefici di una fusione, non mi pare un difetto quello di essere stato capace già dalle ultime regionali di coagulare attorno a me moltissimi dei nomi storici del centro destra riminese indipendentemente dalla loro provenienza.

Un ultimo accenno sul passato.
Qualcuno osserva che sono sempre candidato io.
La storia recente è lì a dimostrare che io sono stato candidato Presidente della Provincia nel 1995 quando difficilmente si poteva pensare a qualcun altro e ben si sapeva che non c’era alcuna speranza.

Poi recentemente sono stato ricandidato nel 2009 ed anche in quella occasione solo in seconda battuta perché l’ipotesi principale, da me condivisa, era un’altra. Le altre candidature, se permettete sono candidature alle Regionali che mi sono ampiamente guadagnato sul campo con grandi successi personali e per il partito che ho negli anni rappresentato.

Definire poi l’ultima candidatura alla Provincia come una sconfitta vuol dire volersi fare del male da soli e non avere rispetto di quelle centinaia di persone che hanno partecipato attivamente alla campagna elettorale e delle decine di migliaia dei nostri elettori che ci hanno spinto per la prima volta al ballottaggio e che senza “ il tradimento” dell’UDC, ci avrebbero consentito di governare già da due anni la Provincia.

Ma scordiamoci il passato e guardiamo al futuro!

Io ho l’indole dello sportivo e quindi farò una gara al limite delle mie possibilità per vincere e dare una svolta a questa città.

Non sono per nulla preoccupato per le questioni interne al PDL perché oggi a differenza delle ultime provinciali, chi vuole essere eletto in Consiglio Comunale deve dare il massimo per sé stesso e quindi indirettamente anche per me.

Il fatto che ci siano molte liste lo considero un vantaggio perché dimostrano tutte, sia a destra che a sinistra, la diffusa volontà di cambiare il modo di amministrare questa città.

Siccome l’unico antagonista di Gnassi sono io perché tutti gli altri candidati a Sindaco in realtà si candidano semplicemente per andare in consiglio comunale, la partita si giocherà tutta al ballottaggio dove non contano più i partiti ma le persone e la capacità di rimobilitare il proprio elettorato.

Ed a proposito di Gnassi ci tengo a dire che lo considero un candidato molto forte, il migliore che la sinistra poteva mettere in campo, non assimilabile alla estrema sinistra e quindi assai trasversale. Sarà certamente una sfida bella e difficile.

Deve essere evidente però che non può essere lui ad interpretare il nuovo in questa città perché oltre alla sua storia personale tutta all’interno dell’”apparto” è ormai evidente che la strategia della sinistra di candidare facce nuove per coprire nefandezze vecchie, non funziona più.

Ci ha provato a Cattolica ed è finita miseramente, ha tentato a Coriano e tutti sappiamo come è andata, persino a Santarcangelo questa ipotesi vacilla ma il fallimento completo è emerso a Riccione dove il buon Pironi che aveva alimentato speranze anche in parte del centro destra è ostaggio delle logiche correntizie del PD.

Gnassi non potrà fare quello che promette perché il meccanismo di cui fa parte è incrostato e incapace di rinnovarsi.
Certamente la sinistra è più brava di noi nel nascondere le divisioni interne, ma noi siamo folcloristici loro fanno scontare ai cittadini ed alle imprese l’incapacità di scegliere e quindi di amministrare.

Non è il momento di scendere nei dettagli del programma, che dovrà riguardare anche le buche le lampadine e i marciapiedi , tanto è vero che faro un programma specifico per ogni quartiere, ma alcune linee strategiche fondamentali possono essere lanciate.

In ossequio al Piano Strategico, condiviso da una così larga parte della città, bisognerà guardare al futuro ma agire da subito perché quel futuro sia reale e non una libro dei sogni.

Dovremo affrontare con decisione il problema della burocrazia e della macchina amministrativa, perché se non funziona questa il Sindaco è un sindaco dimezzato. Ed allora chi nella pubblica amministrazione vorrà riacquistare dignità di ruolo e considerazione nei cittadini farà parte del mio progetto di modernizzazione chi tirerà a campare o peggio userà la burocrazia per giustificare il suo ruolo e la sua presenza, dovrà prendersi le sue responsabilità nei confronti del Sindaco e dei cittadini utenti.
Propongo un patto tra la burocrazia e i cittadini e le imprese. Chiarezza e trasparenza su cio che si può o non fare e tempi certi per realizzarlo

Tratteremo con grande attenzione il fenomeno delle infiltrazioni malavitose. Non dobbiamo chiudere gli occhi e pensare di vivere in un’isola felice. La sicurezza della nostra città è una precondizione per poter vivere lavorare ed ospitare gli altri., e la simbiosi tra Comune e Forze dell’Ordine dovrà essere totale.

Lo sviluppo della città in tutti i sensi, non può essere visto come freno o peggio come il frutto di speculazioni. Il tema non è quanto si può ancora fare ma come si può fare. Avendo riguardo al lato estetico fondamentale per una città bella per i residenti e per i turisti ed alle novità in tema di risparmio energetico e di materiali ecocompatibili. Sfruttando tra l’altro le riconosciute capacità di aziende locali leader nel mondo in questi settori.

Da ultimo ma non per ultimo due questioni per così dire culturali che però hanno anche molto a che fare con la buona amministrazione.

La sinistra ha governato per sessant’anni secondo il motto “dividi et imperat”. Io vorrei ricostruire una coscienza comune di questa città. Guadagnando la fiducia dei cittadini, delle imprese e degli altri soggetti del sociale, vorrei che non si ragionasse più come siamo stati abituati fino ad oggi in termini di “furbizia” ma secondo un disegno unitario di città che ci guidi poi verso il bene comune.
Per fare questo bisogna essere credibili per trovare consenso sulla proposta e nuovi per avere la possibilità di ripartire con tutti da zero e non da compromessi precedenti.

L’ultima questione riguarda un mio pallino.
La sfida più grande che un amministratore pubblico può tentare.
L’applicazione pratica del principio di sussidiarietà.
Far diventare il principio di sussidiarietà un metodo per l’amministrazione pubblica significa non solo riconoscere ciò che dalla società emerge in termini di risposte ai bisogni “pubblici”, non significa solo avere la possibilità di razionalizzare al meglio le risorse pubbliche a disposizione ma vuole anche dire liberare la società dal giogo clientelare.
E qui sta la sfida che mi sento, assieme a tutti voi di accogliere con convinzione ed entusiasmo. Amministrare bene persone libere che mi diano il consenso per convinzione e non per convenienza.