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Lavoro Provincia

La Fiat come la Riviera. CGIL a giovani Meeting: non a chi calpesta diritti

In foto: La Fiat rischia di diventare un modello negativo di impresa come quello che la Riviera romagnola conosce già. Lo afferma la CGIL di Rimini in una lettera rivolta ai giovani del Meeting che sar consegnata domani in occasione dell'incontro con l'amministratore delegato FIAT Sergio Marchionne.
La Fiat rischia di diventare un modello negativo di impresa come quello che la Riviera romagnola conosce già. Lo afferma la CGIL di Rimini in una lettera rivolta ai giovani del Meeting che sar consegnata domani in occasione dell'incontro con l'amministratore delegato FIAT Sergio Marchionne.
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mer 25 ago 2010 09:53 ~ ultimo agg. 00:00
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Nella lettera, dal titolo “no ad una strada individualista, di mercato e di consumo”, la CGIL non va tanto per il sottile: “la Riviera fonda il suo dumping (politica del sottocosto, ndr) d’impresa non solo chiedendo ai lavoratori di rinunciare ai diritti fondamentali – si legge nella lettera della CGIL – ma anche sull’evasione fiscale e contributiva e sul lavoro nero e irregolare”.

la lettera:

LETTERA APERTA AI GIOVANI DEL MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI

No ad una strada individualista, di mercato e di consumo

Ora che la crisi evidenzia tutta la sua gravità, Governo e Confindustria, che in maniera colpevole
hanno sempre minimizzato sulla sua reale portata, cercano di scaricarne tutto il peso sul mondo
del lavoro, sui pensionati, sui disoccupati, sui territori più poveri del Paese.

E’ in atto un cambiamento di sistema che mira ad annientare lo Stato Sociale e a comprimere i diritti e le tutele delle persone. L’attacco al Contratto nazionale, l’arbitrato, lo Statuto dei lavori rientrano in questo progetto. Così come fa parte di questo disegno, da vera capofila di larga parte delle imprese, la scelta della Fiat di imporre deroghe al contratto nazionale e chiedere ai lavoratori di rinunciare ai diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione, arrivando addirittura ai licenziamenti per rappresaglia come negli anni ’50.

Ci rivolgiamo ai tanti giovani che partecipano al Meeting per la l’Amicizia tra i popoli, a tutti coloro che ascolteranno i rappresentanti del Governo che qui sono stati invitati, o che
parteciperanno all’incontro con l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, dal titolo
emblematico “saper scegliere la strada”, per invitarli ad una riflessione: non porterà, la strada che ci propongono, verso un futuro senza diritti, una società individualista, di mercato e
di consumo? I fatti che stanno avvenendo ci fanno pensare di sì. La crisi economica, politica,
culturale e sociale del nostro Paese è sotto gli occhi di tutti.

Ai visitatori del Meeting, ai nostri concittadini, a tutti coloro che in questi giorni d’estate guardano la riviera nelle vetrine del divertimento, vogliamo dire che il modello FIAT che si sta prospettando, noi, della turistica costa romagnola, purtroppo, lo conosciamo già. Conosciamo la brutalità dello sfruttamento, le innumerevoli deroghe, di fatto, al contratto nazionale, la frammentarietà e la precarietà del mercato del lavoro che mortificano le aspettative dei giovani, la scarsa, per non dire nulla, attenzione alla salute e alla sicurezza nei posti di lavoro. La riviera non delocalizza, ma fonda il suo dumping d’impresa non solo chiedendo ai lavoratori di rinunciare a diritti fondamentali, ma anche sull’evasione fiscale e contributiva e sul lavoro nero e irregolare.

I fatti accaduti recentemente in alcuni hotel riminesi, dove i lavoratori, tra l’altro, non hanno ricevuto alcun compenso economico, sono solo la punta di un fenomeno largamente esteso che la crisi non ha fatto che esasperare.

La CGIL, che poggia le sue radici sulla tutela dei lavoratori e delle fasce più deboli della
popolazione, non intende sacrificare la dignità delle persone in nome del profitto, di un
mondo con disuguaglianze e povertà sempre più diffuse.

La CGIL continuerà la sua mobilitazione consapevole che l’attacco ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori è parte di una più vasta aggressione ai diritti sanciti dalla Costituzione e alle regole democratiche conquistate così duramente dal secondo dopoguerra ad oggi.

Per la CGIL chi ritiene importanti la solidarietà, la giustizia, la democrazia, il diritto al lavoro e alla salute, non può farsi complice, anche se indirettamente, di quel blocco politico – economico – finanziario che di questi principi e di questi valori si fa beffe ogni giorno.