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Calcio. La Cocif lascia il Rimini. Il commento di Walter Nicoletti Dovesi

In foto: E' vice-presidente provinciale ASI e responsabile regionale settore calcio.
E' vice-presidente provinciale ASI e responsabile regionale settore calcio.
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dom 7 mar 2010 10:34 ~ ultimo agg. 00:00
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Nonostante responsabile di un Ente di promozione sportiva, mi sento obbligato ad esprimere un’opinione oggettiva sulla vicenda Rimini calcio.

Come in molte occasioni la responsabilità va addossata anche all’altra parte; infatti, anche se viviamo in un comune che negli ultimi dieci o venti anni non ha investito quasi nulla negli impianti sportivi; anche se l’operazione “sosteniamo lo sport” va a toccare solamente una parte di tutte le realtà esistenti e sembra più una propaganda elettorale; anche se non ci sono, da parte del comune, delle vere iniziative concrete ed efficaci per la crescita dello sport. Alla fine, molte società sportive sono veramente in difficoltà con la gestione in sè; non hanno nemmeno la preparazione adatta, infatti spesso si richiede la collaborazione del CONI per fare corsi di formazione (ma anche da questo lato si trovano grosse difficoltà), per dare una preparazione base a molti aspetti che ci sono nel mondo sportivo. Questa cosa viene fatta in molte realtà italiane e sembra assurdo che in una piazza come Rimini non ci siano certi progetti di crescita e formazione a livello sportivo.

Insomma, non possiamo trascurare il fatto che all’interno della Rimini calcio ci sono dirigenti e professionisti che hanno (o comunque avrebbero) il compito di gestire una società sportiva a 360°. Siamo sicuri che è stato fatto bene?

Anche in questo caso, la memoria storica ci ricorda delle scelte infelici riguardo acquisti, cessioni, allenatori, responsabili settori importanti. Non trascuriamo nemmeno il settore giovanile, forza fondamentale per la crescita societaria sia sotto l’aspetto calcistico sia sotto l’aspetto delle finanze. Squadre importanti ci insegnano proprio questo, crescere giovani che puoi inserire in prima squadra oppure cedere per sistemare i bilanci societari. Senza trascurare il fatto che ogni anno ci sono almeno centinaia di giocatori svincolati con voglia di riscatto da poter contattare per migliorare l’organico e a costo zero. Senza considerare che se si riescono a fare certi colpi di mercato invogli il pubblico a sostenere la propria squadra.

Dunque le alternative ci sono e potevano essere prese in considerazione, senza concentrarsi solamente sullo stadio. Infatti negli ultimi anni sembrava la cosa fondamentale, avere questo stadio era la priorità assoluta. Ma se dopo non hai nessuno da farci giocare dentro a cosa ti serve? Non è forse meglio strutturare una società sportiva in modo che sia sempre in crescita e ben organizzata sotto tutti gli aspetti? Non è forse fondamentale organizzare il contorno dei restanti sei giorni alla settimana piuttosto che quel giorno allo stadio? Sono d’accordo che la partita è la partita, ma come ci si arriva? Con chi ci si arriva? Quale società dietro tutto questo?

Alla fine dei giochi ci troviamo impreparati su molti fronti e questa cosa la dice lunga sulla situazione sportiva che ci circonda. Anche se si trovano i soldi per portare avanti ad alti livelli lo sport non sempre si trovano gli attori giusti per far sì che lo sport cresca in tutti i suoi aspetti.

Mi auguro fortemente che l’amministrazione presente o quella che verrà pensi bene (e non solo a dirlo sotto propaganda elettorale) di trovare una soluzione reale e concreta per lo sport sul nostro territorio.

Walter Nicoletti Dovesi
Vice presidente provinciale ASI
Responsabile Regionale settore calcio