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Aborto. Papa Giovanni XXIII anche in Italia esiste costrizione

In foto: "Un plauso ai parlamentari dei diversi schieramenti che hanno contribuito con il loro voto all'impegnativa scelta di sostenere in ambito internazionale il diritto di ogni donna a non essere indotta o costretta ad abortire".
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ven 17 lug 2009 12:51 ~ ultimo agg. 00:00
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A rivolgerlo, a nome dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, è il responsabile generale Giovanni Paolo Ramonda.
“La nostra esperienza diretta – si legge in una nota – ci porta a dire che questo non avviene solo nei paesi del terzo mondo ma anche
in Italia. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un continuo aumento di donne indotte o costrette all’aborto fra quelle che
ci contattano al nostro numero verde per chiedere
aiuto”.
A giudizio di ramonda, “la costrizione avviene in genere dai genitori per le minorenni, dal padre del bambino o dal datore di lavoro,
talvolta dai tutori per donne con problemi mentali. L’induzione avviene da parte dei medici quando si sospettano problemi al
bambino, dagli assistenti sociali quando la donna è già da loro seguita, da un contesto sociale in cui per chi vuole abortire tutte le porte sono aperte, ma se vuole tenerlo sono
affari suoi”.
A tale riguardo, prosegue la nota , “ritenendo particolarmente grave e diffuso il fenomeno”, la
Comunità Papa Giovanni sta elaborando una proposta di legge per contrastarlo efficacemente. Se allora ci impegniamo a livello internazionale, bisogna che siamo i primi a dare il buon
esempio con politiche e stanziamenti importanti affinché ogni mamma incinta abbia il diritto di poter accogliere in condizioni dignitose il figlio che già porta in grembo”.