Firmato il protocollo per combattere la violenza sulle donne
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Sono i dati resi noti dal Viminale e risalenti al 2006. Numeri preoccupanti che, purtroppo, si rispecchiano anche nella realtà riminese. Proprio per questo è stato sottoscritto oggi un protocollo d’intesa che coinvolge provincia e comuni ma anche sindacati, azienda sanitaria e associazioni locali.
La nota diffusa dalla provincia
La firma è l’inizio di un percorso che impegnerà Provincia, Comuni, ASL, associazioni sociali, organizzazioni sindacali e di categoria a lavorare insieme attorno ad una serie di iniziative con lo scopo, da un lato, di sensibilizzare l’opinione pubblica e prevenire i fenomeni di violenza, dall’altro, di sostenere e tutelare le vittime.
La violenza – hanno sottolineato sia il presidente Ferdinando Fabbri, che la consigliera provinciale delegata alle politiche di genere pari opportunità, Leonina Grossi, esponendo le finalità ed i contenuti del protocollo – non è soltanto fisica, ma anche psicologica e sociale, e non si arresta davanti alle mura domestiche. Anzi, è sempre più spesso in ambito famigliare che essa esplode con particolare brutalità.
“Gli abusi, le violenze e le sopraffazioni colpiscono i soggetti è più deboli e sono il sintomo di relazioni difficili, squilibrate – ha affermato il presidente Fabbri – Con l’accordo che abbiamo sottoscritto ci proponiamo di costituire una rete di servizi utili e di luoghi capaci di innescare azioni concrete, di contrasto e di aiuto alle persone colpite, contro il fenomeno della violenza alle donne”.
E’ in gioco il livello di civiltà della nostra comunità locale, ha aggiunto Fabbri. E l’adesione al protocollo, promosso da Regione e Provincia, è un segno di partecipazione civile, attenzione e maturità di un importante movimento collettivo.
“Occorre agire ad ampio raggio sul territorio per prevenire e contrastare il grave fenomeno – ha spiegato la consigliera Leonina Grossi – Per dar seguito al protocollo costituiremo alcuni gruppi di lavoro che opereranno in due direzioni: la formazione culturale come strategia di prevenzione, e le relazioni d’aiuto (ascolto, tutela, ecc.)”.