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Politica Provincia

Referendum: presidente Fabbri accoglie responso, ma con distinguo

In foto: Sul referendum con cui Montecopiolo e Sassofeltrio hanno espresso la volontà di passare dalla Provincia di Pesaro alla Romagna, il presidente della Provincia di Rimini, Ferdinando Fabbri, invita a distinguere:
Sul referendum con cui Montecopiolo e Sassofeltrio hanno espresso la volontà di passare dalla Provincia di Pesaro alla Romagna, il presidente della Provincia di Rimini, Ferdinando Fabbri, invita a distinguere:
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mar 26 giu 2007 17:03 ~ ultimo agg. 30 nov 00:00
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Pur prendendo atto della volontà popolare, il referendum che lo scorso dicembre ha coinvolto sette comuni della Valmarecchia, spiega Fabbri, era figlio di una relazione più diretta.
Pubblichaimo l’intervento di Fabbri:

“L’esito del referendum svolto nei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio ha espresso in maniera chiara la volontà di quei cittadini. Ritengo che occorra prendere atto della decisione popolare e muoversi con attenzione, partendo da programmi di governo che vedano l’ integrazione delle politiche territoriali delle due province e delle due regioni.
Nel contempo, proprio per dare un quadro preciso dello stato dell’arte sul fronte della modifica dei confini regionali, voglio ricordare che il referendum di domenica si colloca su un piano diverso rispetto a quello dello scorso anno effettuato nei sette comuni dell’Alta Valmarecchia. Qui, infatti, l’esito popolare è figlio di una relazione diretta, fisica, oggettiva di tutta la Vallata: dall’Appennino alla Costa. Il fiume Marecchia lega in un’unica storia la vita delle comunità della nostra terra: dall’economia alla viabilità, dal turismo all’utilizzo dei servizi pubblici. Stringe Novafeltria e gli altri sei Comuni in un’unica trama con Rimini e la sua provincia.
Non solo, sotto il profilo del percorso istituzionale, il referendum dei sette comuni svoltosi il 17 e 18 dicembre 2006, anticipa la proposta del governo di modificare le regole (art. 132 della Costituzione) per il cambiamento dei confini regionali e dunque deve poter seguire un suo iter senza aspettare l’eventuale riforma. D’altronde il Parlamento con le proposte di legge già presentate, anche a firma dei parlamentari locali, si sta apprestando entro il mese di luglio a discuterle nel merito.
In conclusione perciò bisogna saper distinguere il contesto e le procedure a cui di due referendum si richiamano. Essi dovranno procedere su due piani distinti.
Mi attiverò nei prossimi giorni per provocare una riunione, ormai non più rinviabile, fra le due Regioni e le due Province per concordare un atteggiamento comune sull’intera materia sollevata, giustamente e democraticamente, dalla due iniziative popolari.”