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Economia Provincia

E' Maurizio Focchi il nuovo presidente di Confindustria. La relazione di Aureli

In foto: Maurizio Focchi, amministratore delegato della Focchi Spa, azienda del settore strutture architettoniche con 130 dipendenti, è il nuovo Presidente di Confindustria Rimini. www.confindustria.rn.it L'intervista a Focchi nei tg di E' Tv Romagna (19.20, 20.20, 22.20)
Maurizio Focchi, amministratore delegato della Focchi Spa, azienda del settore strutture architettoniche con 130 dipendenti, è il nuovo Presidente di Confindustria Rimini. 
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L'intervista a Focchi nei tg di E' Tv Romagna (19.20, 20.20, 22.20)
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mar 12 giu 2007 19:01 ~ ultimo agg. 30 nov 00:00
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Focchi é anche impegnato nel sociale: nel ’99 ha fondato la Onlus Cittadinanza, che si occupa di disagio mentale in situazioni di disagio, di cui é presidente.

Dopo 8 anni di mandato Adriano Aureli ha passato il testimone. Il presidente uscente, nell’assemblea dei soci che ha sancito il passaggio di consegne, ha presentato il bilancio di 8 anni di attività e ricordato i tasselli necessari alla costruzione del piano strategico per i prossimi 20 anni.

Pubblichiamo il testo integrale della relazione conclusiva di Adriano Aureli, trasmesso da Confindustria Rimini:

Autorità Colleghe e Colleghi,
oggi si compie il mio mandato durato ben 8 anni, durante i quali ho avuto il privilegio è l’onore di essere Presidente di Confindustria Rimini.

In primo luogo desidero ringraziare tutti voi che mi avete sostenuto in questa splendida esperienza con stimoli, consigli e con la vicinanza in occasione di ogni passaggio importante della vita associativa.

Non è un semplice ringraziamento rituale, è invece il sincero saluto e ringraziamento a tutti e a ciascuno di voi nel momento in cui sto passando il testimone al nuovo Presidente, Maurizio Focchi.

Nell’augurargli pieno successo nell’incarico che ha appena assunto gli confermo la mia più ampia disponibilità a collaborare con Lui anche per il futuro come abbiamo fatto finora.

Il momento del passaggio del testimone è anche quello in cui si fanno i bilanci.
Nel 1999 Confindustria Rimini aveva 253 soci oggi ne ha 465. + 84% in 8 anni.
Per questo Confindustria ci ha assegnato il premio nazionale “marketing” per la nostra categoria.

In quello stesso anno non era ancora nato il nostro servizio export e internazionalizzazione e il volume dell’export nella provincia era 800 milioni di euro.
Oggi il nostro servizio è uno dei più attivi della regione e l’export provinciale ha raggiunto 1.400 milioni di euro con un incremento del 75%.

Il merito di questi risultati è tutto vostro. Va tuttavia ricordato che la struttura di Confindustria Rimini ha dato un notevole contributo, “prendendo per mano le aziende” nel processo di internalizzazione.

Nel 2005 abbiamo festeggiato i primi 60 anni della nostra associazione e abbiamo lanciato 4 sfide:
– Export- Internazionalizzazione
– Scuola, Formazione, Innovazione
– Business community
Ruolo sociale dell’impresa

Da allora su ciascuno di quei quattro temi ci siamo fortemente impegnati e saranno la bussola per orientare il nostro cammino anche per il futuro come decidemmo tutti insieme in quella assemblea.

In un anno come il 2006 in cui abbiamo visto il turnaround di moltissime imprese il PIL è risultato in crescita del +1,9% e questo è uno stimolo in più per parlare delle prospettive per le nostre aziende.

Il fondo monetario dà ancora in crescita l’economia mondiale intorno al +5%.
L’asse dello sviluppo si è spostato dall’Atlantico al Pacifico e le migliori performance saranno ancora dei paesi asiatici India e Cina in testa.

Anche i paesi dell’America latina sosterranno la crescita, primo fra tutti il Brasile, con un PIL stimato del +5%.

L’America e il Giappone sono in rallentamento, mentre l’Europa avrà due andamenti.

Il primo, quello dell’est trainato dalla Russia in forte crescita del PIL +6,2%, l’altro quello dell’area Euro con una crescita del PIL intorno al +2,3%.
La vera novità è che l’economia Europea, per la prima volta dopo molti anni, crescerà più dell’America.
In questo quadro l’Italia ha una previsione di crescita del PIL 2007 intorno al +1,7% inferiore alla media europea, ma notevolmente superiore a quella degli anni passati.

I segnali che si intravedono per l’Italia trovano una conferma anche nella nostra provincia.

Il 2006 è stato chiuso con una crescita della produzione del +9,40%, del fatturato dell’+11,40% e dell’export del +17% circa.

Le previsioni per il 1° semestre 2007 confermano che la produzione è data in crescita dal 49,4% delle aziende che hanno risposto alla nostra indagine semestrale.

Cari colleghi lasciatemi comunque affermare con orgoglio che questi risultati non sono dovuti alle azioni né del governo nazionale, né locale, ma sono dovuti esclusivamente all’azione di noi imprenditori dei nostri manager e dei nostri collaboratori.

Da troppi anni a questa parte si ha il vezzo di dire che sull’economia influisce direttamente l’azione del governo che quando va bene è merito suo, mentre quando va male, è colpa delle imprese che non sanno innovare a sufficienza o che non hanno saputo fare investimenti.

Lo smentisco nella maniera più categorica.

La dimostrazione che sappiamo innovare sta nella ripresa del 2006, che continua anche nel 2007, proprio in quei settori del manifatturiero, che molti soloni ritenevano maturi e senza prospettive, data la pressione dei paesi emergenti.

Abbiamo investito eccome! E come risulta dalla ricerca di Confindustria Emilia Romagna recentemente presentata l’85% degli imprenditori riminesi effettueranno investimenti anche nel 2007.

Gli imprenditori, e specialmente le P.M.I., devono avere successo “a prescindere” ovvero indipendentemente dal quadro normativo, economico finanziario e di contesto entro cui operano.

Ma fino a quando questo sarà possibile?

E’ una domanda legittima che ci dobbiamo porre perché la competizione è sempre più dura.

Noi abbiamo una infinità di quei famosi “lacci e lacciuoli” di carliana memoria che in alcuni casi ci impediscono perfino di andare al passo, mentre i nostri concorrenti stanno già correndo.

A livello Paese dobbiamo ricostruire una gerarchia di valori condivisi a cui tutta la società deve guardare affinché diventino patrimonio di tutti e non solo di noi imprenditori.

Sintetizzo questo concetto con quattro parole: leadership, merito, rischio e responsabilità.

La macanza di questi valori condivisi generano, fra le altre, alcune preoccupazioni che trovano conferma in due fatti oggettivi recentemente venuti all’attenzione dell’opinione pubblica:

– L’Istat ha comunicato che la spesa pubblica ha ormai superato il 50% del PIL prodotto.
Ma quel che è più grave riguarda la parte risibile di quell’importo destinata agli investimenti, rispetto all’enormità della spesa corrente.
– Nel 2008 raggiungeremo il non invidiabile primato di essere la nazione con il più alto regime di tassazione a carico delle imprese.
Ciò contribuirà ad avere un duplice effetto negativo :
Sottrarre risorse alle imprese che potrebbero destinarle agli investimenti per essere più competitive
Disincentivare gli investimenti esteri. L’Italia in Europa figura come fanalino di coda con solo il 5,8% del totale contro il 20% della Gran Bretagna, il 14% della Francia e l’11% dell’Olanda. Mentre uno studio europeo dimostra che basterebbe una semplice diminuzione dell’1,00% della pressione fiscale per far crescere di un 6% gli investimenti esteri.
L’argomento tassazione mi dà l’opportunità di fare due piccoli flash:
Finalmente sul cuneo fiscale è stata messa la parola fine a vari rimbalzi tra autorità italiane e Bruxelles con la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del provvedimento attuativo;
L’Irap, quella tassa iniqua, che grava sulle imprese e con la quale si finanzia la sanità, deve essere abolita o quanto meno ridimensionata.

Desidero qui richiamare alcune priorità a cui il governo dovrebbe guardare per porre mano finalmente a quelle riforme strutturali che auspichiamo da tempo.

Dobbiamo riformare la macchina dello Stato e la sua burocrazia.

Insomma abbiamo uno Stato troppo complicato, con procedure pensate quando il mondo andava più lentamente.

Siamo ancora legati al bicameralismo perfetto!

Abbiamo troppi centri di potere a cui assoggettare qualsiasi iniziativa o progetto che debba ottenere una autorizzazione.

Non ce lo possiamo permettere per due ragioni:
– perché è troppo costoso
– perché invece di fornire servizi ai cittadini e alle imprese è auto-referenziale e molto spesso crea ostacoli invece di aiutarci a superarli.

Il Paese ha urgente bisogno di infrastrutture moderne, dalle strade ai porti, dalle reti informatiche e per l’energia, alle ferrovie, dalle centrali elettriche ai gasificatori.

Occorre, inoltre, adottare una politica in campo energetico che faccia diminuire il costo della bolletta alle imprese per renderle competitive.

Dobbiamo invertire la tendenza in atto all’ampliamento del neo statalismo municipale nel campo dei servizi, dell’acqua dell’energia e del gas al fine di inserire una giusta dose di concorrenza.

Si è infatti passati da un monopolio statale ad una sorta di strisciante monopolio dei poteri pubblici locali.

Dobbiamo porre mano ad una riforma delle regole sulle relazioni industriali sottoscritte nel ’93.

I due livelli di contrattazione, così come strutturati, creano duplicazioni in molte materie e sono difficilmente sopportabili economicamente e riducono la competitività dei prodotti italiani sui mercati internazionali.

E’ necessario sgravare da tasse e contributi la parte di salario legato alla produttività e agli straordinari per ridare slancio ai consumi interni e rendere più appetibili i nostri prodotti sui mercati esteri.

Dobbiamo, infine, fare in modo che scuola e università trasmettano la cultura dell’innovazione e il gusto di intraprendere.

Dobbiamo avvicinare la scuola e l’impresa, colmando il divario tra ciò che si insegna e ciò che serve nel mondo del lavoro.

Molti di noi si sono recati nelle scuole per trasmettere ai giovani e ai docenti questi messaggi.

Siamo alla ricerca di talenti, soprattutto nel campo scientifico tecnico.

L’industria ha bisogno di informatici,ingegneri,progettisti,operatori a tutti livelli se vuol mantenere il primato in molti campi della meccanica strumentale.

* * *
Come a livello nazionale vi sono delle priorità, più volte evidenziate, così nella nostra provincia vi sono dei problemi irrisolti da molti anni sui quali non si può tacere.

Sappiamo che la vocazione che più caratterizza il nostro territorio è quella turistica.

Ma ciò nonostante in questi ultimi decenni si è affermato sempre più un forte tessuto di grandi, ma soprattutto piccole e medie imprese manifatturiere, anche artigianali.

Molte sono conosciute non solo a livello locale, ma anche all’estero perché hanno saputo internazionalizzarsi conquistando importanti mercati diventando in alcuni casi leader mondiali.

E’ da più di un decennio che chiediamo aree per lo sviluppo produttivo, ma siamo ancora al palo.

Nessuna delle aree di riconcentrazione industriale previste dal PCTP, giunto ormai alla sua scadenza decennale, ha visto ancora la luce.

Tutto ciò scoraggia non solo il radicamento delle imprese esistenti, ma tiene lontano anche nuove iniziative.

Basta invece percorrere l’A14 verso Bologna e appena usciti dai confini provinciali vi è tutto un fiorire di nuove aree produttive.

Molto opportunamente infatti le altre provincie hanno concentrato le aree di espansione produttiva lungo le reti autostradali dove i marchi possono avere una giusta evidenza.
Un’altra questione irrisolta da decenni è quella della viabilità.

Siamo rimasti col fiato sospeso per la vicenda 3° corsia dell’A14 per la quale rischiavamo di farci male da soli per alcune incomprensibili azioni tendenti a porre ulteriori vincoli fino al punto di rendere impossibile la sua realizzazione.

Ora tutto ciò pare scongiurato, ma rimane pur sempre il problema della variante della SS16 da Cattolica a Rimini Nord e il superamento dei famosi punti neri sull’attuale sede della SS16.

E’ inutile dire che una provincia come la nostra, vocata al turismo, debba porsi come priorità assoluta quella della sua facile raggiungibilità.
Attendiamo anche su questo tema delle risposte finalmente risolutive confermando la nostra disponibilità e impegnarci per trovare soluzioni condivise.

Desidero invece spendere alcune parole su Aeradria che con il bilancio 2006 ha raggiunto l’equilibrio economico e ha aperto interessanti prospettive di crescita.

Anche Fiera Spa, di cui siamo soci come di Aeradria, sta continuando il suo percorso di crescita raggiungendo gli obiettivi prefissati e in molti casi migliorandoli.
La Fiera e l’Aeroporto devono diventare sempre di più i motori dello sviluppo del nostro territorio.

Noi come Confindustria Rimini continueremo a dare il nostro supporto e il nostro contributo per sostenere questa tendenza.

Registriamo con piacere la notizia di oggi dell’aggiudicazione dell’appalto del nuovo Palacongressi di Rimini e quella che entro l’inizio del 2008 dovrebbe essere ultimato il Palacongressi di Riccione.
Quelli che ho illustrato finora sono tutti tasselli che si inseriscono in quel più ampio mosaico che si chiama “Piano Strategico”.
L’anno scorso con il convegno “Rimini e i Creativi” abbiamo voluto porre all’attenzione di tutta la provincia la questione del nostro futuro.

Come saremo posizionati fra vent’anni?

Dove ci porterà il nostro sviluppo e quindi quale piano strategico dovremo elaborare per raggiungerlo?

A distanza di più di un anno da quell’evento ci sono sorte non poche perplessità.
A nostro avviso prima di arrivare alla stesura del Piano strategico, che non può avere una valenza territoriale inferiore a quella dell’intera provincia, è necessario stimolare tutti i creativi a dare un contributo così come ha fatto la città di Barcellona.

Alla base della condivisione sta il fatto che tutti possano partecipare con i loro contributi di idee, e che poi le scelte delle priorità, tra tutte quelle idee, vengano spiegate e accettate.
Il Piano strategico è una grande opportunità per il nostro territorio a cui Confindustria Rimini crede e si impegna a dare il proprio contributo di idee.

Sono certo che lavorando tutti insieme centreremo l’obiettivo.

Confindustria Rimini, così come Assoform e Assoservizi è condotta come un’impresa.
Le numerose iniziative e l’efficienza della gestione vengono seguite con interesse da molte Associazioni e da Confindustria.
Per questo voglio complimentarmi con l’Ing. Raffi e con tutta la struttura ringraziandoli per il contributo al servizio degli associati.
Ringrazio ancora tutti voi per la splendida avventura che mi avete consentito di vivere e cedo il testimone e la parola al Presidente Maurizio Focchi.