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Valmarecchia

Chiesa Santa Chiara a Verucchio: la Diocesi precisa dopo lettera

In foto: In riferimento alla lettera pubblicata su alcuni quotidiani riguardo alla Chiesa di Santa Chiara a Verucchio, la Diocesi di Rimini con una nota formula alcune osservazioni:
In riferimento alla lettera pubblicata su alcuni quotidiani riguardo alla Chiesa di Santa Chiara a Verucchio, la Diocesi di Rimini con una nota formula alcune osservazioni:
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lun 25 giu 2007 17:44 ~ ultimo agg. 30 nov 00:00
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La Diocesi di Rimini ama le sue chiese: ne fanno fede i milioni di euro spesi solo in questi ultimi due decenni per restaurare antiche chiese, alcune di grande rilievo e importanza, altre di fama più modesta, ma tutte fruite dai fedeli. L’elenco è lunghissimo; basterà citarne alcune: il Tempio Malatestiano, S. Agostino, S. Rita, S. Cristina, S. Leonardo di Montetiffi, S. Salvatore, S. Lorenzo in Correggiano, S. Agata di Montalbano, S. Fortunato, S. Lorenzo a Monte, S. Maria di Spadarolo, S. Maria della Neve a Vergiano e a Montefiore, S. Martino di Verucchio, S. Cristoforo di Borghi, ecc.

Per quanto riguarda le chiese che non sono di proprietà della Diocesi, pure si ha il vivo desiderio di conservarne la destinazione esclusiva all’uso sacro. Per questo, di fronte alle richieste di proprietari che intendono farne un uso diverso, la Diocesi non è entusiasta. Ma se la richiesta appare motivata, un diniego della Diocesi apparirebbe arbitrario, specialmente nel caso in cui la chiesa in oggetto non venga mai usata per il culto, sia vicina ad altre chiese regolarmente officiate, si proponga di destinarla ad un uso degno (come un museo o un luogo di cultura).

Nel caso in questione riguardante la chiesa di S. Chiara, già delle Monache di Verucchio, la Diocesi non era e non è proprietaria. Quando le Monache vendettero tutto il Monastero, il Vescovo, per quanto di sua competenza, aveva autorizzato nel 2001 tale vendita, apponendo la clausola tendente a salvaguardare l’esclusivo uso sacro della chiesa, in favore della Parrocchia per le sue attività di culto.

Alla richiesta della nuova proprietà di potere utilizzare la chiesa per attività sociali e culturali (convegni e simili), la Diocesi ha interpellato il Parroco. Questi ha fatto presente che la Parrocchia ha già due chiese nel centro di Verucchio (la Collegiata e la chiesa del Suffragio) e altre due nel territorio parrocchiale (la Pieve e la chiesa di Ponte Verucchio); che la chiesa di S. Chiara, dopo il passaggio di proprietà, non era stata mai usata né richiesta per il culto, né vi erano previsioni di usarla, vista la citata presenza di altre chiese vicine. L’Autorità diocesana pertanto ha ritenuto di accedere al desiderio della proprietà per un uso consono, togliendo la dedicazione esclusiva all’uso sacro.

Si noti che la Diocesi ha fatto una concessione di fatto analoga, “per finalità artistiche e culturali”, su richiesta del Comune di Verucchio per la chiesa del convento di S. Agostino, dove ora ha sede il Museo.

Per la chiesa di S. Chiara il Vescovo si è premurato di garantire l’uso sacro di tutti gli arredi della chiesa, trasferendoli in altre chiese dello stesso territorio di Verucchio.
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Nella lettera, firmata dai cittadini verucchiesi Agostino Franzolini e Luciano Santolini, si leggeva:

“Sembravano i timori di pochi ostinati. Invece i fatti degli ultimi giorni confermano ipeggiori pensieri: il convento delle monache di Verucchio non è più nella disponibilità del suo legittimo proprietario, vale a dire i cittadini e i fedeli del paese. La vendita al privato nel 2002 era già stato un passo discutibilissimo ma le prescrizioni date allora dalla Soprintendenza regionale per i beni culturali parevano aver salvato la fruibilità degli spazi a beneficio della collettività.
Adesso con una mossa cinica, un vero e proprio schiaffo a Verucchio e ai verucchiesi, la Diocesi di Rimini è venuta in soccorso dell’acquirente sconsacrando l’edificio religioso e di fatto liberando il privato da qualsiasi incombenza nei confronti del paese”