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Provincia

Antenne radiotv: per il piano Provinciale, é questione di mesi

In foto: Nel maggio dello scorso anno, l'abbattimento di alcuni ripetitori sul Colle di Covignano portò alla ribalta la necessità di riorganizzare gli impianti radiotelevisivi nel territorio riminese. A un anno di distanza, Rimini è ancora in attesa del nuovo piano provinciale.
Nel maggio dello scorso anno, l'abbattimento di alcuni ripetitori sul Colle di Covignano portò alla ribalta la necessità di riorganizzare gli impianti radiotelevisivi nel territorio riminese. A un anno di distanza, Rimini è ancora in attesa del nuovo piano provinciale.
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mer 9 mag 2007 19:21 ~ ultimo agg. 30 nov 00:00
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Era l’8 maggio del 2006 quando il proprietario di un terreno a Covignano passò alle vie di fatto, armato di ruspe, contro le antenne che ostacolavano i suoi progetti. Impianti di emtittenti radiofionche nazionali che non risultavano ancora autorizzati e che non possono godere di autorizzazioni provvisorie come avviene invece per quelli di telefonia mobile.
Mentre la querelle tra le radio sfrattate e il privato dalla ruspa facile prosegue per vie legali, le autorizzazioni future sono subordinate al nuovo piano provinciale di localizzazione di emittenza radiotelevisiva, il cui iter è ancora in corso. Il piano è stato sottoposto alla Regione, che non ha presentato riserve, mentre la Provincia sta valutando le osservazioni presentate dai privati. Dopodiché il piano dovrà passare una prima volta in Consiglio Provinciale, per poi tornare in Regione per l’intesa, altri 90 giorni, e di nuovo in Provincia per l’approvazione definitiva. A Covignano, sito delicato per l’alta concentrazione di antenne, è previsto un nuovo scenario, già delineato alcune settimane fa dal settimanale Il Ponte: l’antenna Rai dovrebbe restare nell’attuale sede, mentre per le altre è previsto un arretramento all’altezza dell’acquedotto di Hera, di fianco alla torre Telecom. Bisognerà ovviamente tener conto delle distanze dalle abitazioni: almeno 300 metri, dice la legge. Fatto sta che, come ha concluso una ricerca dell’Università di Bologna, nel Comune di Rimini non ci sono altri siti in grado di poter ospitare una simile quantità di impianti.