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Violenza: il calcio si ferma, troppo tardi. Incidenti anche a Cesena

In foto: Avrebbe dovuto essere il giorno di Juventus-Rimini. Una data importante per la storia del calcio riminese. E invece è il giorno della riflessione.
Avrebbe dovuto essere il giorno di Juventus-Rimini. Una data importante per la storia del calcio riminese. E invece è il giorno della riflessione.
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sab 3 feb 2007 14:41 ~ ultimo agg. 00:00
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Il calcio italiano si ferma contro la violenza, com’è riportato su tutti i canali Sky dedicati al gioco più bello del mondo.
Uno sport che purtroppo troppo spesso viene usato come pretesto da veri e propri delinquenti mascherati da tifosi che riversano tutte le loro frustrazioni attorno ad un innocente pallone. Le scene di guerriglia viste ieri a Catania, in occasione del derby tra gli etnei ed il Palermo, nulla hanno a che fare con lo spirito sportivo. Oltre cento i feriti. Ed un morto: l’ispettore capo del reparto mobile della questura di Catania Filippo Raciti, di 38 anni, colpito al viso da una bomba carta mentre cercava, insieme ai colleghi, di sedare gli scontri tra le due tifoserie, venute a contatto fuori dallo stadio. Raciti lascia moglie e due figli.
Dopo l’annuncio della morte del poliziotto da parte dell’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, e la conferma ufficiale, la decisione della Figc, per bocca del commissario straordinario della Federcalcio, Luca Pancalli: “Il calcio si ferma a tempo indeterminato”. Bloccati quindi tutti i campionati. Non si giocheranno neanche le amichevoli della Nazionale maggiore e dell’Under 21 previste la prossima settimana. Lunedì a Palazzo Chigi si terrà un tavolo d’emergenza con il Ministro dell’Interno Giuliano Amato ed il ministro dello Sport Giovanna Melandri per superare una volta per tutte il fenomeno della violenza nel calcio. Anche il Coni ha convocato per lunedì pomeriggio una Giunta straordinaria per fare il punto sulla situazione.
E dire che la partita, come tutte quelle in programma in questo fine settimana, era iniziata con un minuto di raccoglimento per la morte del dirigente della Sanmartinese Ermanno Licursi, ucciso la settimana scorsa in Calabria su un campo di Terza Categoria.
E gli incidenti non sono mancati neanche al Manuzzi, dove ieri sera si gicava l’anticipo Cesena-Spezia (terminato 1-0).
Le forze dell’ordine sono dovute intervenire, caricando i supporters spezzini sia prima della gara (due ultras ospiti volevano entrare nello stadio con petardi ed una bomba carta, ma sono stati bloccati e i loro colleghi hanno pensato bene sputare, scalciare e tirare di tutto contro le forze dell’ordine), sia dopo il triplice fischio, quando il lancio di fumogeni, sassi, cinghie e quant’altro è continuato sia nel parcheggio retrostante il settore ospiti che nell’area di servizio Bevano dell’autostrada. Almeno tre pseudo-tifosi liguri sono stati identificati, per loro dovrebbe scattare la denuncia.
Nel dopogara il presidente del Cesena, Giorgio Lugaresi, chiede leggi speciali per contrastare la violenza: “Credo che attualmente le pene siano troppo morbide – ha detto – ci vuole la mano pesante, anzi pesantissima con questi delinquenti”.
E’ la seconda volta che la partita del Cesena è l’unica della B giocata in un fine settimana. Era già accaduto il 1 aprile del 2005, quando dopo l’anticipo Cesena-Arezzo del venerdì tutto lo sport si fermò per la morte di Papa Giovanni Paolo II.
Il Ravenna a Lanciano ha colto il quinto successo lontano dal “Benelli”, staccando momentaneamente di tre punti l’altra capolista, l’Avellino. La partita del “Biondi” è stata decisa dalla seconda rete stagionale di Volpe, arrivata alla mezzora della prima frazione. I giallorossi hanno chiuso in dieci per l’espulsione, al 25′ della ripresa, di Calzi, reo di aver messo una mano in faccia a La Camera.

La squadra di Acori ha appreso la notizia in albergo, a Torino, dov’era sbarcata attorno alle 20. “La decisione di fermare tutto è giustissima” è stato il commento a caldo del tecnico biancorosso. Attorno alle 14,30 di oggi il Rimini è rientrato, all’aeroporto di Miramare.
Diversi tifosi riminesi, andati a letto presto in vista della levataggia di questa mattina, si sono presentati ai punti di ritrovo, pronti a partire, per poi apprendere che invece il viaggio era rinviato a data da destinarsi. Disagi anche per i club che avevano organizzato il trasferimento in pullman.
Fatalità, anche Juventus-Cesena del 15 dicembre scorso era stata rinviata, per la morte avvenuta poche ore prima della partita dei due giovani della Berretti dei piemontesi Riccardo Neri e Alessio Ferramosca, scivolati nell’acqua gelida del laghetto del nuovo centro sportivo bianconero di Vinovo. Ma questa volta il fato non c’entra niente. Questa volta entriamo nel campo dell’assurdo.