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Cattolica

Consiglio dedicato a Micucci: il ricordo di Pazzaglini e Campolucci

In foto: Gianfranco Micucci, per 14 anni sindaco di Cattolica, è stato ricordato con affetto e gratitudine questa mattina durante il consiglio comunale a lui dedicato. Riportiamo le riflessioni del presidente del consiglio Roberto Campolucci e dell'attuale sindaco Pietro Pazzaglini.
Gianfranco Micucci, per 14 anni sindaco di Cattolica, è stato ricordato con affetto e gratitudine questa mattina durante il consiglio comunale a lui dedicato. Riportiamo le riflessioni del presidente del consiglio Roberto Campolucci e dell'attuale sindaco Pietro Pazzaglini.
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sab 25 feb 2006 13:58 ~ ultimo agg. 00:00
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“A Gian Franco Micucci, vogliamo rivolgere in questa mattina il nostro pensiero,
il ricordo alla persona, al Sindaco.., all’amico.
Rendiamo il nostro omaggio in questa sede, con questa seduta straordinaria del Consiglio comunale, in rappresentanza di una intera città unita nel dolore per la drammatica perdita di Gian Franco e che si stringe attorno alla sua
famiglia.
…in un abbraccio ideale che ripercorre tutti e 14 gli anni che lo hanno visto Sindaco di Cattolica, in quanto oggi insieme a tutti noi, agli attuali consiglieri ed amministratori in carica, sono presenti i consiglieri e gli
amministratori di quelle tre legislature, e ai quali rivolgo un particolare e sentito ringraziamento.
Allora divisi tra questi banchi, tra maggioranza e opposizione; divisi da confronti spesso accesi, duri; divisi tra chi sosteneva la linea di governo e chi la osteggiava, in quello che è il normale e passionale -permettetemi- “gioco” della politica in un libero confronto sempre rivolto all’interesse ed al benessere della comunità cui apparteniamo.
Allora divisi.., oggi uniti, senza bandiere, in una grande e bella testimonianza di affetto verso di Lui, verso quel Sindaco che ha saputo suscitare tanti sentimenti, tranne quello dell’indifferenza, perché era impossibile rimanere indifferenti – in ogni senso – a tanto dinamismo, inventiva, estrosità, con cui
ti sapeva coinvolgere e travolgere.
La politica ha i suoi tempi, Gian Franco aveva i suoi, insieme alle sue tante idee; e a volte era veramente difficile stargli dietro, lo sappiamo bene tutti quanti qui, o quasi tutti.
Questo suo modo di essere, la capacità di rompere quegli schemi nei quali spesso
chi fa politica rimane imprigionato, hanno segnato la sua azione di governo.
Aveva la sua idea di città, una città dinamica, un passo e anche due davanti agli altri, una città che ha saputo comunque trasformare portandola in auge, in un diffuso e generalizzato riconoscimento che va ben oltre i nostri confini. Un merito che gli va riconosciuto.
Ma vado a terminare, perché al di là delle considerazioni che ciascuno può fare
e delle tante parole che si possono dire, che si sono dette e che si diranno in questi giorni e nei prossimi giorni, col rischio – come del resto è normale che succeda quasi sempre in queste circostanze, e come sto rischiando di fare io a mia volta – di scivolare poi nelle ovvietà condite da un pizzico di retorica,
alla fine sono i ricordi personali che ognuno di noi porterà nella sua mente e nel suo cuore la cosa che conta più di ogni altra, il ricordo che ognuno di noi avrà di Gian Franco.
Così come io ricorderò quei dieci anni, dal ’95 quando entrai nel partito e nell’amministrazione come consigliere, al 2004, e che ho trascorso facendomi una esperienza con un grande sindaco – di cui all’inizio e anche per un certo tempo a dire il vero ho avuto una certa soggezione – ma che stavo imparando a conoscere sempre più, anche se è stato un percorso non sempre lineare e facile, a volte segnato da contrasti e incomprensioni, soprattutto quando ho ricoperto
la carica di segretario, ma questo è nelle cose. Pur tuttavia, sempre nel rispetto, nel rispetto per quest’uomo che ci mancherà. E che ha segnato un pezzo di storia importante in questa città e in ciascuno di noi.
Ma, e concludo permettetemi con questa citazione dell’Ecclesiaste, “per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per piangere e un tempo per ridere; un tempo per amare e un tempo per odiare; un
tempo per nascere e un tempo per morire; un tempo per gettar via pietre e un tempo per raccoglierle; un tempo per tacere e un tempo per parlare..”.
…E’ stato un tempo che Cattolica ha avuto Sindaco Gian Franco Micucci”.
Roberto Campolucci

Gian Franco Micucci
1946 -2006 1990-2004
14 anni della tua vita con Noi, per Noi.
Sei arrivato e fra invenzioni e copiature,genialità e ovvietà,simpatia e
provocazioni,battutine,critiche e spinte ci hai dato quel sano orgoglio di chiamarci “cattolichini”.

E oggi ogni “cattolichino” vero piange.
Caro Gian Franco, ci lasci con un forte dolore. Cosi come sappiamo essere straziante la sofferenza della tua famiglia,dei tuoi cari, degli amici: siamo vicini ad ognuno di loro.
Quello che hai saputo darci ha lasciato un indelebile segno. Ci siamo incontrati mille volte nei bar,per strada,sulle piazze,nel tuo strano ufficio senza scrivania, ovunque nella tua, nella nostra Cattolica, perché la
tua curiosità e la tua voglia di scoprire erano il “motore” della tua capacità di fare Politica.
Partire dalle persone, dai loro bisogni per arrivare a dare risposte, concrete, reali, umane.
E’ questo il regalo più grande che ci lasci,questa necessaria e potente voglia
di ascolto,questo smisurato e maniacale amore per i nostri luoghi, la nostra gente, per noi, il nostro passato e soprattutto il nostro futuro.
Il mondo intorno a noi è cambiato tanto e intanto, con il tuo modo di dialogare
e di “fare”, Cattolica è diventata un punto di riferimento per molti. Abbiamo ritrovato il gusto di incontrarci, di giocare, di lavorare con gioia ed entusiasmo. Tutti ci siamo sentiti parte essenziale di questo tuo sogno di una
città più bella, di una bellezza concreta.
Le cose fatte, le opere, le invenzioni sono state tante, tutte lucidamente pensate e caparbiamente volute, tutte sognate e progettate in qualche bar con gli amici, nella hall di un’albergo, in orari improbabili. Come un bambino con il suo giocattolo nuovo, il suo tesoro,così hai amato questa città. I ricordi,
gli aneddoti, le situazioni vissute da raccontare sarebbero una interminabile
storia, e ognuno di noi potrebbe aggiungere altri dettagli, altre esperienze.
Lo faremo, parleremo di te negli anni a venire e sarai comunque un “metro di paragone” con quello che sapremo inventare e con ciò che costruiremo; perché fare l’amministratore in questa città, vorrà dire essere comunque un po’ di quello che sei stato Tu, insomma dovremo fare ancora i conti con Te, misurarci con ognuno dei nostri cittadini partendo proprio dal tuo modo di essere stato Sindaco. Ma questa sfida ci inorgoglisce, perché andremo avanti spinti anche
dall’orgoglio cattolichino che tu ci hai dato.
Grazie Gian Franco”.
Pietro Pazzaglini