Va in archivio un'estate con molte ombre, ma la crisi è generalizzata
Crisi, passaggio di fase, sostanziale tenuta. Termini diversi per definire una stagione, l’estate 2004, difficile per il turismo riminese ma non solo. I dati nazionali raccolti da Astoi, Ciset e Federalberghi, parlano di una flessione del 3,4% delle presenze in hotel (- 6,2% gli arrivi italiani, più 1,7 quelli stranieri) pari a 4 milioni di pernottamenti in meno.
Numeri preoccupanti che non trovano però totale riscontro nell’estate della riviera. Come spiega Ferdinando Fabbri, presidente della Provincia Rimini.
Crisi o non crisi, il turismo non sembra navigare comunque in buone acque come emerge anche dai dati forniti dal Sindacato Italiano Balneari: nelle prime stime della stagione appena conclusa, le spiagge dell’Emilia Romagna hanno fatto segnare un calo di presenze del 20%.
Le cause della flessione non sono però imputabili tanto a problemi strutturali quanto ad una situazione generalizzata che ha colpito tutta l’Europa. Come conferma Guido Pasi, assessore al turismo dell’Emilia Romagna.
A dispetto dei risultati incerti, il turismo continua però a creare occupazione. Da un indagine di Unioncamere e Ministero del Lavoro il settore prevede, nel 2004, 54mila nuove assunzioni. Di queste il 35% in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Oltre la metà dei nuovi addetti dovrà essere però laureata o avere una specifica formazione.