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Rimini

'Ritratta la tratta': alla Casa della Pace il cinema senegalese

In foto: La Casa della Pace di Rimini all'interno dell'iniziativa "Ritratta la tratta" per commemorare sul territorio l'abolizione della tratta degli schiavi e promuovere la lotta alle nuove schiavitù indetta dall'Unesco per il 2004, propone da martedì 14 settembre una rassegna di cinema senegalese all'aperto:
La Casa della Pace di Rimini all'interno dell'iniziativa
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dom 12 set 2004 16:10 ~ ultimo agg. 00:00
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Le proiezioni inizieranno alle 21.30, nel cortile esterno. In caso di maltempo si terranno nella sala interna. L’ingresso é gratuito.
A seguire incontri con alcuni rappresententi delle comunità senegalesi presenti a Rimini.

L’iniziativa é promossa in collaborazione con Casa Pomposa e Arci.
Il programma e le trame:
MARTEDI’ 14 SETTEMBRE
FRANC, di Djibril Diop Mambety
Nei quartieri popolari di Dakar, Maringo vive alla giornata suonando il suo congoma. Un giorno vince una grossa somma alla lotteria ma non riesce a riscuoterla perché il biglietto è stato incollato sulla porta di casa per paura di perderlo: con la porta sulle spalle attraversa la città fino al mare, dove con l’aiuto dell’acqua riuscirà a liberare il prezioso pezzetto di carta, ma….

MARTEDI’ 21 SETTEMBRE
KEN BUGUL: LA REPUBLIQUE DES ENFANTS / LA REPUBBLICA DEI RAGAZZI, di Moussa Sene Absa
Ken e Jeeli sono due ragazzini di 12 anni desiderosi di conoscere il mondo. Abbandonano l’isola di Gorèe, dove vivono con la famiglia, e scappano a Dakar. La città li accoglie impietosa e i due si trovano ben presto ad ingrossare le fila dei ragazzi di strada. Espulsi tutti quanti da Dakar, i piccoli vagabondi si dirigono verso un villaggio abbandonato dove fondano, sotto la guida di un pastore, la “repubblica dei ragazzi”.

MARTEDI’ 28 SETTEMBRE
N’DIANGANE, di Mahama Traorè Johnson
Il padre del piccolo Mame decide, contro la volontà della moglie, di affidare il bambino ad un marabout (capo religioso) per farne un soldato “dell’armata di Dio”. Mame, sottoposto alla brutalità dei sorveglianti, costretto a mendicare e a lavorare duramente nei campi, fugge a casa, ma il padre lo riporta alla scuola coranica.
Il film è una severa requisitoria contro il potere dei marabutti e, più in generale, mostra il duplice ruolo svolto dalla religione islamica durante il periodo coloniale.