'Il corpo dell'Uomo della Sindone' in mostra alla Basilica del Santo



l’evento, reso possibile grazie alla Segreteria di Stato alla
Pubblica Istruzione, l’Università e gli Istituti Culturali del Titano e a
Gammarà Production permetterà a tutti di ammirare l’opera che
ricostruisce nei minimi dettagli, tridimensionalmente, le fattezze dell’uomo
la cui immagine è impressa da secoli sul lino sindonico, dopo un lungo
peregrinare oggi definitivamente conservato a Torino.
L’artista bolognese, Docente all’Accademia di Belle Arti ed autore anche
della Porta Santa di Santa Maria Maggiore a Roma, ha dato un volume ed uno
spessore alla forma umana rappresentata nel lenzuolo, dopo anni di accurate
ricerche scientifico-tecniche. Il risultato è un’opera di grande suggestione
in cui si incontrano la sensibilità religiosa e il talento dell’artista,
fedele al dato storico-scientifico.
La scultura del peso di 120 chili, è lunga 181 cm, larga 53 e profonda 26 ed
ha suscitato grande emozione ed ammirazione sia a Bologna, nella Basilica di
Santo Stefano sia a Torino dove è stata esposta nel Centro Internazionale di
Sindonologia del Vaticano.
L’Evento che caratterizzerà la primavera
sammarinese sarà preceduto, il 22 marzo, giorno dell’ inaugurazione
ufficiale, da uno speciale incontro di esperti che si incontreranno nel
Monastero di Santa Chiara. La Sindone nel nuovo millennio: questo il tema
del convegno che porterà a San Marino l’autore dell’opera, il professor
Mattei, Bruno Barberis, Presidente del Centro Internazionale di Sindonologia
ed il prof. Francesco Cavazzuti e tenterà di fare il punto sulle novità
della ricerca sindonica grazie anche al supporto di materiali audiovisivi
inediti.
L’esposizione del Corpo dell’Uomo della Sindone nella piccola Cripta di San
Pietro, proprio a latere della Pieve di Città, sarà aperta al pubblico alle
17,30 del 22 marzo. Per chiudere la giornata di studi e di lancio del
prestigioso progetto la proiezione,alle ore 21, al Cinema Teatro Turismo del
film “I cavalieri che fecero l’impresa” diretto da Pupi Avati, con Raoul Bova
ed Edward Furlong tra i protagonisti, nelle vesti dei cavalieri Crociati che
portarono la reliquia in Italia, nel 1271.