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Rimini Scuola

Studenti in piazza contro la riforma Moratti. L'appoggio dell'assesore Pironi

In foto: Due volti per la stessa manifestazione. Tanti gli studenti riminesi che questa mattina hanno partecipato al corteo partito alle 8 dall’Arco d’Augusto, molti meno quelli che si sono poi fermati in piazza Ferrari per la riunione finale.
Due volti per la stessa manifestazione. Tanti gli studenti riminesi che questa mattina hanno partecipato al corteo partito alle 8 dall’Arco d’Augusto, molti meno quelli che si sono poi fermati in piazza Ferrari per la riunione finale.
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gio 20 dic 2001 11:56 ~ ultimo agg. 00:00
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Gli studenti protestano contro la riforma della scuola presentata dal ministro alla Pubblica Istruzione Letizia Moratti, riforma che ha portato quasi tutte le scuole superiori di Rimini ad entrare in autogestione, anche se nessuna è stata occupata.
Questa mattina si è tenuta a Roma una grande manifestazione di studenti contro gli stati generali voluti dal ministro. Ed è proprio per solidarietà alla manifestazione capitolina che gli studenti riminesi sono scesi in piazza, come ci dice Chiara Casadei, rappresentante d’Istituto del Perito Turistico di Rimini.

Anche l’assessore provinciale alla Scuola e alla Formazione Massimo Pironi si schiera dalla parte degli studenti, che hanno, a suo parere, il diritto di chiedere una scuola capace di interpretare i loro bisogni educativi senza preconcetti ideologici.

Solidarietà agli studenti arriva anche dalla segreteria della Cgil Scuola che, attraverso una nota, critica le dichiarazioni del dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Geometri di Rimini di cui abbiamo parlato ieri, definendo il pensiero espresso dal dirigente strumentale e superficiale.
“L’affermazione del dirigente scolastico che esista un rapporto forte di causa ed effetto tra l’adesione allo sciopero di un’ora del 14 dicembre e l’adesione alla riforma Moratti da parte dei docenti ci appare alquanto azzardata e discutibile – si legge nella nota – perché non tiene conto della particolare modalità di tale sciopero e, soprattutto, trascura che le valutazioni generali di carattere didattico, culturale e politico sulle riforme scolastiche proposte dall’attuale governo non si concretizzano da parte dei docenti solo in termini sindacali con l’adesione o meno ad uno sciopero di un’ora”.
La Cgil Scuola denuncia il tono, definito intimidatorio, della circolare nel punto in cui il dirigente scolastico “ipotizzando un’eventuale collaborazione costruttiva dei docenti al dibattito in corso tra gli allievi sulla riforma, parla di collusione e collateralismo. Per la Cgil Scuola questo è un momento molto qualificante del rapporto educativo e di confronto tra insegnanti e studenti” continua la nota.