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Rimini

Ballando sul fondo del bicchiere

In foto: Musica spacca timpani, alcool come se piovesse, droghe: ma è proprio possibile ridurre le discoteche a queste immagini stereotipate, scaricando le responsabilità degli incidenti del sabato sera sui locali da ballo? È un afoso sabato di fine luglio e, per toccare con mano questa realtà, mi reco in una discoteca di Milano Marittima. Non sono solo, bensì al seguito di un’ambulanza della Croce Verde (Pubblica Assistenza) di Cesena e il camper degli Operatori di Strada dell’Ausl.
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Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 30 ago 2001 17:46 ~ ultimo agg. 00:00
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Parto da casa verso mezzanotte e imbocco la via Cervese temendo di incontrare traffico. Invece tutto è tranquillo e anche sulla Statale Adriatica il traffico è sì sostenuto ma scorrevole. Qualche disagio lo creano i clienti delle prostitute che rallentano all’improvviso. Conto almeno sei ragazze ai margini della strada lungo i tre chilometri di statale che percorro per giungere a Milano Marittima. Per la Croce Verde sono quattro i volontari (tre ragazzi e una ragazza) che ’sacrificano’ volentieri una serata, o forse sarebbe il caso di dire un’intera notte, per prestare eventualmente soccorso a qualche coetaneo in difficoltà. Gli Operatori di Strada invece si occupano di una campagna a favore dei giovani che mira a informare sui danni provocati dall’alcool e dalle droghe. Molti giovani si fermano incuriositi nei pressi dell’etilometro che hanno gli Operatori. La prova è gratuita e ai ragazzi è spiegato che il limite oltre il quale viene ritirata la patente è pari a 0,5 grammi di alcool etilico per litro di sangue. Il limite è stato abbassato di recente, prima era pari a 0,8 per mille.

Un “popolo” di giovanissimi

L’età media dei frequentatori di questa discoteca è sui 17- 18 anni. Non mancano comunque i giovanissimi, dai 13 anni in su, mentre i più ’attempati’ non superano i 22 anni. All’una di notte ormai tutti sono entrati. Decido di entrare pure io assieme ad un volontario della Croce Verde. La temperatura è apocalittica – si è rotto l’impianto dell’aria condizionata, spiegherà poi uno degli addetti del locale – e l’interno, suddiviso in un ambiente più grande e in una sala più piccola, è stracolmo. Il dj alterna sui ’piatti’ musica rock molto gradevole.

“Ma dov’è la musica spacca timpani da 180 battute al minuto di cui si sente parlare?” penso fra me e me.
Boccheggiando, riacquisto l’uscita e anche i 26 gradi afosi della calda notte mi paiono temperature alpine, rispetto alla discoteca- forno.

Uno su quattro è “alticcio”

Ogni tanto qualcuno esce per una boccata d’aria e molti si avventano
sull’etilometro. Diversi giovani superano il limite, almeno un 20-25 per cento. “Ma non tocca a me guidare”, precisa un ragazzo che sfiora l’1 per mille di alcool nel sangue. Tanti ragazzi fanno la prova, pochissime le ragazze, due o tre su oltre 100 test effettuati. “Le ragazze sono più timide – spiega Lidia Agostini, coordinatrice degli Operatori – e si avvicinano meno al nostro camper. Proporzionalmente comunque bevono molto meno dei ragazzi”.

I giovani la mettono sul ridere. Si avvicinano a gruppetti e allora uno alla volta chiedono se possono fare la prova. Risatina generale da parte degli amici di turno, che osservano curiosi incalzando: “E lasciami passare…”. “Oh, ti scavi”? (ti sposti, ndr). Quasi c’è la ressa e le Operatrici a fatica riescono ad accontentare tutti. Per un ragazzo, vent’anni presumibili, romagnolo, la lettura dello strumento non lascia dubbi: “0,9: non puoi guidare”. Pacche sulle spalle da parte degli amici e futili giustificazioni del ragazzo tipo: “lo strumento è rotto”, oppure: “ho bevuto solo un litro di birra e tre wodka”. Ma si vede che va orgoglioso di aver superato il limite, come se fosse un biglietto di visita della propria presunta, assurda superiorità.

E i genitori stanno a guardare
Sono passate le due e fuori dal locale ci sono almeno cinque o sei adulti. Sono i genitori di qualche giovane, per lo più ragazze, che non si fidano di far tornare in auto con gli amici i propri figli. Un padre si avvicina al camper e esprime soddisfazione “perchè qualcuno sta vicino ai nostri figli durante le ore della discoteca”.
Ad un certo punto un ragazzo esce dal locale. Barcolla e si sdraia sul marciapiede. “Fa sempre così”, dice l’amico che l’accompagna. I volontari della Croce Verde gli si avvicinano e constatano che ha alzato parecchio il gomito. Poco dopo, gli stessi volontari soccorrono una ragazza che lavora nel locale: il caldo asfissiante le ha causato un abbassamento di pressione, ma basta un po’ di acqua zuccherata e l’aria fresca per farle riprendere i sensi in fretta.

Alle tre i ragazzi escono a frotte e si lanciano sul negozietto di piadina che sorge, in modo strategico, proprio lì a fianco. Si siedono ai tavolini e si rifocillano con piadina, salsiccia, birra e coca-cola.

60mila lire col pub

“Una sabato sera tipo – spiega Mattia di Cesena – viene a costare dalle 40 alle 60 mila lire. Compreso anche il giro al pub, ovviamente”. C’è chi si avvicina al camper e molti parlano con le Operatrici di Strada anche per delle mezz’ore intere, come se cercassero in una figura più grande, ma ugualmente giovane, un approdo dove scaricare le proprie ansie e i propri problemi.

L’orologio segna le quattro e mi avventuro ancora all’interno. C’è meno gente e la musica è, stranamente, più ’pompata’, più forte, dal ritmo più frenetico. Nella saletta addirittura si ’poga’, cioè si balla spingendosi e dandosi spallate. Per tenersi svegli, immagino.

Verso le cinque c’è ancora qualcuno, ma anche i volontari e gli Operatori levano le tende. Ormai albeggia: da un lato sulle saline cervesi si specchia ancora la luna, dall’altro, verso il mare, la luce del giorno pare affrettarsi ad illuminare il ritorno a casa di tanti ragazzi.

Cristiano Riciputi