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Politica Rimini

Arlotti (PD): Gnassi e liste civiche hanno 'stravinto' ma non sottovalutare influenza di 'patto civico'

In foto: L'on. PD Tiziano Arlotti
L'on. PD Tiziano Arlotti
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 21 giu 2016 11:44
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Le elezioni comunali 2016 svolte qualche settimana fa hanno sancito a Rimini una vittoria netta, al primo turno, del sindaco uscente Andrea Gnassi, con il 57% dei consensi. A fronte di tale vittoria, che si è collocata in un quadro nazionale di “luci” e “ombre” per le forze di centro-sinistra, si è sviluppato un dibattito che ha toccato diversi aspetti, fra cui anche il forte risultato raggiunto da una delle liste civiche di supporto al candidato Gnassi. In particolare la lista “Patto Civico e Città Metropolitana con Gnassi”, che con il 13,84% dei consensi è risultata determinante per il superamento al primo turno della tornata amministrativa.

Sulla questione pubblichiamo l’analisi politica del deputato PD Arlotti: 

Secondo alcuni osservatori, il risultato di “Patto civico” andrebbe inquadrato in specifiche “congiunture politiche” favorevoli. In primo luogo si fa riferimento al posizionamento del simbolo della lista all’interno della scheda elettorale che, essendo vicino a quello del candidato sindaco, avrebbe favorito “Patto Civico”. A ciò si sarebbe aggiunto il richiamo a caratteri cubitali, all’interno del simbolo della lista stessa, del cognome del candidato sindaco Gnassi. Quest’ultimo elemento, peraltro, avrebbe determinato un certo disorientamento degli elettori PD (es. voti dati sia a “Patto civico” che al PD; preferenze PD espresse sotto il simbolo di “Patto Civico”) con un conseguente impatto in termini di schede annullate. In secondo luogo il dato dell’incidenza delle preferenze sui voti raccolti dalla lista (un’incidenza non particolarmente significativa, ancor più in riferimento a quelle raccolte tradizionalmente dai partiti di centro-destra, di cui “Patto Civico” cercava di intercettarne l’elettorato), porterebbe ulteriore conferma della rilevanza che le specifiche “congiunture” politiche hanno avuto nel successo di “Patto civico”.

In direzione opposta, i principali promotori della lista hanno criticato duramente l’ipotesi delle “congiunture politiche”, nei termini del presunto vantaggio di posizionamento nella scheda elettorale, nonché delle problematiche di annullamento del voto (stessa cosa avrebbe riguardato, infatti, anche “Patto Civico”). Inoltre il 38% di voti di preferenza raccolto da “Patto Civico” costituirebbe un indubbio successo politico, data l’estrema novità della lista anche dal punto di vista del profilo dei candidati. A ciò si aggiungerebbe, infine, la capacità di “Patto Civico” di trainare nell’orbita di governo blocchi sociali che tradizionalmente i partiti di centro-sinistra hanno avuto difficoltà ad intercettare. 

Considerazioni finali.  Arlotti riconosce il valore politico di Gnassi ma, accanto a questo, anche la debolezza/assenza di attori alternativi credibili (es. mancato valore aggiunto “Pecci”: solo “254” voti aggiuntivi rispetto alle liste di supporto; mancata presentazione lista e candidato 5 Stelle:). In tale quadro, che ha visto anche un forte aumento dell’astensione al voto, l’apporto di “Patto Civico”, è stato cruciale per il superamento al primo turno delle elezioni amministrative. Presumibilmente “Patto civico” può essere stato avvantaggiato da alcune “congiunture” politiche. Tuttavia i dati sulla % di schede nulle o contestate, non sembra aver registrato una soglia particolarmente anomala rispetto ad altri territori (peraltro rispetto al 2011 risulta in calo a Rimini).

Inoltre, attraverso un’analisi più disaggregata del voto a livello territoriale, sono emersi due elementi importanti. Il primo riguarda presumibilmente un certo “radicamento” territoriale della lista civica in zone specifiche del territorio riminese: in altre parole, il consenso raccolto da “Patto Civico” non sembra essersi, dunque, formato nel “vuoto”. Dall’altro lato, il raffronto fra le mappe del voto nelle due tornate 2011 e 2016 sembra mettere in luce una certa sovrapposizione delle aree a maggiore consenso di “Patto Civico” con le aree in cui l’allora centro-destra, cioè il Pdl, è risultato più forte nel 2011. Da questo punto di vista, pertanto, un’interpretazione del fenomeno “Patto Civico” schiacciata unicamente sull’ipotesi delle “congiunture politiche” può avere un duplice rischio: quello di sottovalutare “politicamente” il fenomeno e di trascurare una comprensione più attenta delle dinamiche profonde che possono aver investito – o meno – la società riminese e il cambiamento del comportamento di voto (congiunturale/strutturale?) di specifici gruppi sociali”.