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Cronaca Provincia

Traffico opere d'arte, perquisizioni a Rimini. Recuperati Picasso, Basquiat e un Burri da 10mln

In foto: carabinieri in servizio - foto di repertorio
carabinieri in servizio - foto di repertorio
di Andrea Polazzi   
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gio 10 set 2015 11:11 ~ ultimo agg. 11 set 08:53
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Perquisizioni anche in provincia di Rimini (dove sono due le persone coinvolte) nell’ambito dell’operazione dei carabinieri di Reggio Emilia che ha permesso di recuperare refurtiva per circa 20 milioni di euro. Nove le province interessate (anche in Lombardia e Calabria) e 52 gli indagati (15 di etnia sinti, 33 italiani, 2 albanesi, 1 marocchino ed 1 nigeriano) ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, ricettazione e riciclaggio di beni e denaro provento di furti e truffe, traffico di opere d’arte false, illecita detenzione di armi. Nelle 40 perquisizioni avvenute oggi sono stati recuperati numerosi elettrodomestici (oltre 400 pezzi per un valore di 1 milione di euro) ma anche materiale archeologico (2 daghe e due monete di epoca romana), storico (una statua di un aquila romana risalente al ventennio fascista) e tre testi antichi. Ritrovate anche opere arte di grande pregio: un dipinto di Picasso che se originale varrebbe circa 3 milioni di euro, un quadro autentico del pittore Alberto Burri (10 milioni di euro), tre opere di Basquiat (delle quali si sta verificando l’autenticità), un quadro del Melloni (30.000 euro) ed uno di De Boucher (1 milione). Recuperati dai carabinieri anche assegni contraffatti per oltre 100 mila euro, 10.000 euro in contanti, due Bob Cat e numerose carte postepay.
I militari sono risaliti anche a molte fidejussioni bancarie assicurative e lettere di credito false, necessarie per il riciclaggio di macchine operatrici all’estero. Non sono mancate le armi, due carabine ad aria compressa, e diversi quantitativi di droga.
L’operazione ha permesso di sgominare la rete di ricettatori che si occupavano di reimpiegare la refurtiva rubata.
A dare l’avvio all’indagine nel maggio 2014 erano state le denunce presentate da numerosi cittadini che dopo aver versato anticipi per l’acquisto online di beni non si erano visti recapitare nulla.