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IEG disarma la Fiera

Hit show. Gianfreda: ordine del giorno ignorato da IEG

Hit Show

L’editoriale del nuovo numero del settimanale “Il Ponte” da oggi in edicola, a firma del direttore Giovanni Tonelli, è dedicato alla notizia della rinuncia di IEG a riproporre la manifestazione “Hit show” organizzata da IEG a Vicenza (vedi notizia). La manifestazione, dedicata alla caccia, era stata contestata da molti per la presenza di armi in esposizione.


Nell’ambito “delle manifestazioni del tempo libero, IEG ha deciso, coerentemente ai valori ambientali e alla mission della SpA, di non riproporre HIT Show, la fiera della caccia”.

La notizia è quasi solo sussurrata, ma il suo significato è davvero importante e positivo, soprattutto per quella parte di società civile che negli ultimi anni sul tema si era mobilitata.

IEG, la società proprietaria delle fiere di Rimini e Vicenza, ha cancellato dal suo programma di manifestazioni 2022-2023 la Hit Show. Già annullata a inizio 2022 – ma allora per Covid ora va verso una rinuncia definitiva.

Hit show, che IEG si era trovata in eredità nell’unione con la Fiera di Vicenza, era dedicata alla caccia, al tiro sportivo e alla vita all’aria aperta, ma nascondeva anche l’intero campionario delle cosiddette “armi comuni”: non solo armi per la caccia e per il tiro sportivo, ma anche armi per la difesa personale e per corpi di sicurezza, insomma tutto l’armamentario delle armi e munizioni, tranne quelle “appositamente sviluppate e progettate per la guerra”.

Nei padiglioni c’era di tutto: dai revolver alle pistole, dai “black rifles” (ovvero i fucili d’assalto sviluppati per il “mercato civile” sul modello delle armi da guerra, tipo gli AR-15, i fucili semiautomatici prediletti dai mass-shooters, legali detentori di armi, per fare stragi dalla Norvegia agli USA alla Nuova Zelanda) agli snipers (fucili per cecchini), dalle carabine ai fucili a pompa, dalle doppiette ai fucili per la caccia grossa. Il tutto mescolato tra canoe, kayak, canne da pesca per trote e storioni, tende da camping e scarponi da trekking.

Quel che aveva innescato la protesta era la presenza di minori, che potevano, di fatto, imbracciare tranquillamente armi di ogni tipo. Hit Show si caratterizzava nel panorama delle fiere di armi nei paesi dell’Unione Europea per essere l’unica manifestazione fieristica che associava tre peculiarità: l’esposizione di tutte le “armi comuni” (da difesa personale, per il tiro sportivo, per la caccia, ecc.), l’accesso consentito al pubblico generalista e l’ingresso anche ai minorenni, purché accompagnati. Proprio quest’ultimo aspetto era stato quello che aveva innescato la protesta di una parte della società civile sensibile a problemi educativi, oltre che contraria all’uso personale delle armi. Documentate foto, scattate in fiera, di bambini con in braccio fucili di precisione, erano girate un po’ ovunque sui social e sulla stampa. Anche la comunità cristiana riminese era più volte intervenuta chiedendo almeno il divieto di ingresso ai minori. IEG, che ha come azionista di maggioranza il Comune di Rimini, non nascondeva il suo imbarazzo di fronte ad una denuncia così diretta e forte.

Il Vescovo stesso ha più volte segnalato il tema e lo ha fatto anche nel momento più importante del suo rapporto con l’amministrazione riminese, quando il 19 maggio ha ricevuto la cittadinanza onoraria. In quell’occasione ha detto: “Sogno una Rimini, Città di pace. In questo tempo di guerra, ancora di più ci rendiamo conto che la buona politica deve essere al servizio della pace. Ma non si può costruire la pace senza una effettiva ed efficace educazione, a partire dalle generazioni più giovani, ad una «vita buona», alla nonviolenza, ad una esistenza che punti sulla relazione positiva con l’altro. Pertanto non possiamo non ritornare con il pensiero alla Fiera Hit Show.

In essa vengono esposte tutte le tipologie di armi, escluse quelle definite «da guerra». Ma con una possibilità di accesso consentito a tutti, minori compresi, invece che ai soli operatori di settore. Permettetemi di incoraggiare i responsabili a ricondurre tale delicata questione nel filone della buona politica che non educa all’idea del nemico e non apre a forme di giustizia privata con l’utilizzo delle armi”.

Ora IEG, con un chiaro riferimento a valori etici (“ coerentemente ai valori ambientali e alla mission della SpA”), ha deciso di dare un taglio ad ogni polemica rinunciando all’iniziativa. Merita applausi. L’impegno contro chi questo metodo continua a perseguirlo però non finisce. La Fiera di Verona (anch’essa a maggioranza pubblica), con un potente gruppo di transfughi da Hit, ha infatti creato EOS, che di Hit show ha “ereditato” anche tutti i difetti.