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Microaree, i commenti post assemblea. Lisi: “un punto di svolta”

Microaree, lunedì se ne parla in commissione consiliare

un esempio di modulo abitativo (dalle slide)

Per il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi oggi la situazione è “a un punto di svolta”. Ieri sera, nel non facile clima della sala gremita alle Celle (vedi notizia), la Lisi ha spiegato con l’ausilio di alcune slide il progetto che prevede l’integrazione di sei famiglie riminesi di etnia sinti: 32 persone, di cui 7 bambini – in cinque microaree famigliari distribuite sul territorio comunale. la Lisi ha ricordato anche le caratteristiche del “contratto” che prevede, in caso anche di singola violazione, la risoluzione del contratto di locazione della soluzione abitativa. C’è anche chi stigmatizza, come un volontario attivo nei campi nomadi, il clima che si è respirato ieri sera.

Alcuni momenti dell’incontro:

[fvplayer src=”https://youtu.be/b0Y1spjD3Ys” splash=”https://i.ytimg.com/vi/b0Y1spjD3Ys/hqdefault.jpg” caption=”Icaro Tv. Alle Celle l’incontro pubblico sulle microaree”]


Il commento del vicesindaco Lisi:

“E’ stata un’occasione di discussione e confronto molto interessante che ci ha permesso di riepilogare il lungo e articolato lavoro portato avanti negli ultimi mesi, rappresentando il quadro normativo e amministrativo nel quale ci stiamo muovendo. Abbiamo spiegato l’evoluzione delle leggi in materia, sia europee sia italiane e regionali, partendo da un presupposto da cui non si può prescindere, per ragioni amministrative ma anche e soprattutto di civiltà: il superamento della vergogna di via Islanda. Siamo partiti dalla fotografia scattata dai sopralluoghi dell’Ausl del febbraio 2016, dal quale emergevano le gravi situazioni igienico sanitarie dell’insediamento e i gravi rischi per la sicurezza e l’incolumità dei suoi abitanti. Una situazione che si protraeva da troppo tempo e che oggi è arrivata ad un punto di svolta che impone di intervenire. Oggi l’Amministrazione è chiamata a dare una risposta altrettanto decisa e dignitosa per la comunità e per le persone ad una vicenda che coinvolge poco più di trenta cittadini riminesi, gran parte dei quali nati e cresciuti nel nostro territorio.

Del resto il compito di chi ha la responsabilità di guidare una città è quello di rispondere ai problemi della sua comunità, sulla base delle leggi vigenti, anche quando la strada appare complessa per un lungo e travagliato trascorso. Anche ieri sera infatti c’è stato chi, per contrastare il progetto, ha ricordato che sono più di 20 anni che la situazione è quella attuale; questo per l’Amministrazione è un ulteriore stimolo ad essere coerenti ed intervenire. Coerenza tra il dire e il fare che in alcuni casi ieri sera è mancata; se è vero infatti che tutti o quasi sono d’accordo che l’insediamento di via Islanda debba essere chiuso una volta per tutte, non si può dire che ieri da parte di chi contesta le scelte dell’Amministrazione – e mi riferisco in particolare ai rappresentanti politici – siano arrivate proposte alternative, idee, contributi. A meno di considerare come ‘seria proposta alternativa’ quella esplicitata dal consigliere comunale della Lega che testualmente ha detto ‘lasciamo tutto come sta in via Islanda, poi ci penserà Salvini in futuro a dare soluzioni e strumenti’”.

Il programma coinvolge 6 famiglie per un totale di 32 persone, che saranno dislocate in 5 microaree pubbliche, attrezzate per ospitare moduli abitativi, distribuite omogeneamente sul territorio comunale e scelte al termine di una articolata di ricognizione tecnico-amministrativa. I moduli abitativi saranno assegnati attraverso un contratto di locazione, che prevede il pagamento di un canone e una serie di obblighi a carico dei contraenti. La proposta di programma è pubblicata in albo pretorio allo scopo di raccogliere contributi e osservazioni di cittadini, prima del passaggio in Consiglio Comunale a cui spetta l’approvazione definitiva. 


Il commento di Matteo Drudi, della Papa Giovanni XXIII, attivo come volontario nel campo nomadi.

“La scorsa sera tra le tante persone accorse all’incontro sulle micro aree, ero presente anche io con altri amici insieme ad alcune famiglie Sinti di Via Islanda. Sono state dette tante cose inesatte soprattutto da quelle persone che accusano le famiglie di agire scorrettamente sul piano delle regole sociali; questo, per chi come me conosce le famiglie, è inaccettabile perché è un modo di generalizzare che non rende giustizia. Una giustizia che i più dei presenti chiedono di far rispettare ma che per primi non rispettano raccontando situazioni spesso lontane dalla verità.
Mi è dispiaciuto molto dover salutare anzi tempo le famiglie Sinti di Via Islanda che erano venute all’incontro e che hanno scelto di abbandonare la sala per evitare di continuare a sentire le tante cattiverie che, anche lontane dai microfoni, si dicevano sul loro conto.
Durante la serata ho chiesto tramite una domanda scritta, se qualcuno tra i relatori avesse mai conosciuto personalmente le famiglie di Via Islanda e se quindi avesse potuto condividere la sua opinione a proposito di queste persone; a parte l’Assessore Gloria Lisi che ha avuto modo anche in diretta di fare capire che conosce bene la situazione confrontandosi con una ragazza Sinti presente in sala, c’è stata una sola timida risposta di Leonardo Carmine Pistillo con un “si” e niente altro.
Questo mi fa pensare che tutti i restanti relatori (politici compresi) non abbiamo mai avuto l’onore di conoscere le persone e le famiglie di Via Islanda.
Se questo fosse vero suggerisco a chi parla di queste famiglie, ma soprattutto a chi ha la responsabilità politica di votare su un progetto che le riguarda, di avere il coraggio di andare a conoscerle davvero prima di esprimersi sul loro conto.
Infine aggiungo che, in qualità di cittadino della frazione della Grotta Rossa (in cui sono già presenti 2 micro aree con famiglie Sinti pienamente integrate nel contesto di quartiere), mi impegno fin da subito a far sì che il nucleo familiare che sarà destinato in Via della Lontra, venga accolto come ogni altra famiglia.
L’altra sera non ho avuto modo di fare una seconda domanda e quindi la faccio ora; c’è qualche altro cittadino e magari anche qualche politico disposto ad impegnarsi direttamente nel proprio quartiere ad accompagnare queste famiglie?”