Il giudice ha ritenuto ugualmente responsabili del gesto i quattro giovani sottolineando come “l’aspetto più inquietante della vicenda è costituito dall’inesistenza di un movente verosimile e accettabile secondo i canoni del comune sentire e i principi di una media moralità”. Secondo il giudice l’11 novembre 2008 i quattro ragazzi hanno agito in maniera meditata e non estemporanea come sostiene la difesa.