Ancora una volta il popolo del Meeting ha risposto presente. Sala gremita per l’incontro sulla Resistenza che ha avuto come protagonista l’inossidabile Giulio Andreotti e don Giovanni Barbareschi, già cappellano delle fiamme verdi, i partigiani cattolici. Religioso silenzio durante la testimonianza del sacerdote che ha raccontato della sua esperienza durante gli anni della guerra: del periodo della prigionia, dei primi giovani che confessò, 5 condannati alla fucilazione e ancora della rivista clandestina “Il ribelle” di cui era redattore. Tra gli applausi don Barbareschi ha concluso “Non preoccupatevi di diventare santi, ma di essere sempre uomini liberi”. Andreotti è interventuto ricordando l’altra faccia della medaglia, quella di chi si dichiarò antifascita, quando il fascismo era già caduto e che negli anni della guerra subì il fascino di Mussolini.
“Nella rivisitazione di quegli anni – ha detto il senatore a vita Giulio Andreotti – è importante dire che ci furono tanti, infatuati dal Duce, e che non fu solo propaganda, ma una realtà che non dobbiamo negare”.
La resistenza al Meeting è anche raccontata dalla mostra, “Testimoni della verità nell’Italia in guerra”. La storia scorre nei video dell’istituto Luce e giovani guide accompagnano i visitatori tra fatti cruenti che rischiano di essere dimenticati.